Voci da mondi diversi. Area germanica
racconti
Bernhard Schlink, “Bugie d’estate”
Ed.
Neri Pozza, trad. Susanne Kolb, pagg. 286, Euro 17,00
Sette bugie, sette verità nascoste, sette
storie di coppie che non sono necessariamente coppie di marito e moglie, uomo e
donna, sono anche coppie di padre e figlio, madre e figli e nipoti, padre e
l’intera famiglia. Quante piccole bugie si accumulano nel corso di una vita?
Quante verità vengono taciute, e perché? Quante bugie forzate per coprire una
verità non accettata? Finché su una menzogna in particolare si focalizza una
esistenza intera, quasi che la vita sia un castello di carte che crolla con un soffio.
E’ questo il filo conduttore di “Bugie d’estate”, raccolta di sette racconti di
Bernhard Schlink, lo scrittore tedesco che tutti ricordano per “A voce alta” di
recente ripubblicato con il titolo “Il lettore”.
La prima delle sette storie, “Fine
stagione”, è forse la più emblematica perché, a ben guardare, nessuna bugia
viene detta. Fine stagione in un posto di mare. Pioggia di tarda estate che
annuncia l’autunno. Un uomo incontra una donna in un ristorante semi-deserto.
Le sorride. Si siede al suo tavolo. Inizia così un rapporto d’amore che vive
nel tempo di una vacanza: continuerà, quando torneranno a New York? la città
farà pesare la differenza sociale fra loro due? Lui che, a vederla salire su un
aereo con un volo precedente al suo, aveva pensato che aveva dimenticato come
si fa a stare soli (‘quel pensiero non gli dispiacque’), sarà capace di
rinunciare alle sue abitudini, alla piccola cerchia di amici, per inserirsi
nella vita di lei? Quante cose di sé non le aveva detto? Forse anche il loro amore
era ingannevole come l’aria che precede i temporali, che ‘promette il bel
tempo, ma porta il temporale’.
La “Notte a Baden-Baden” è il paradosso della
bugia, fa pensare a “1984”, quando Winston, stremato dalle torture e dagli
interrogatori, è pronto ad ammettere qualunque colpa, anche quelle di cui è
innocente. Così il protagonista che ammette un tradimento per amor di pace. E
poi, visto che intanto è considerato colpevole, tradisce sul serio. La verità
taciuta più crudele, quella che si fatica di più ad accettare è quella de “La
casa nel bosco” che si autogiustifica in nome dell’amore, o quello che si fa
passare per amore ed è possessività ed egoismo. Inquietante nel suo esotismo,
da brivido nella sua minaccia di un ritorno ad una schiavitù femminile, così
terribilmente possibile (so di una storia analoga veramente accaduta), è “Lo
sconosciuto nella notte” in cui l’espediente narrativo è quello di una vicenda
che ci arriva di terza mano: due persone sono vicini di posto su un aereo, il
narratore- che non è lo scrittore- racconta quello che gli ha raccontato la
persona seduta accanto a lui, di una donna rapita in Kuwait e poi ritrovata e
persa di nuovo. C’è un doppio filtro nella narrazione, ma, soprattutto, quanto
è affidabile il secondo narratore in quella tragica vicenda che lo riguarda
così da vicino? Fino a che punto gli si può credere? E perché il primo
narratore ne resta irretito?
Le
ultime tre storie ampliano il campo, sono storie che toccano da vicino la
complessità dei rapporti famigliari- quando non si è soli al mondo, si ha il
diritto di scegliere il momento in cui morire senza curarsi di che cosa possano
provare gli altri? È ancora possibile instaurare da adulti un rapporto con un
padre con cui non si è mai riusciti a comunicare? E che cosa si prova davanti
alla verità che non esistono scelte giuste o sbagliate ma vite diverse che si
sono vissute dopo una certa scelta? E dover finalmente riconoscere che si è
mentito a se stessi per tutta la vita?
Non amo le storie brevi, ma “Bugie
d’estate” è un libro bellissimo che non mi ha fatto rimpiangere l’ampio respiro
delle letture che prediligo. Perché c’è un’incredibile ricchezza di contenuti
nella brevità di queste sette storie, ci sono personaggi memorabili, chiavi
diverse di lettura- vogliamo seguire il filone della verità taciuta o della
bugia, oppure quello degli intrecci di sentimenti?-, veloci pennellate che
colorano non solo il paesaggio ma anche bugie e silenzi.
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la recensione sarà pubblicata su www.stradanove.it
Bernhard Schlink sarà presente al Festival della Letteratura di Mantova
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