vento del Nord
love story
Halldóra Thoroddsen, “Doppio vetro”
Ed. Iperborea, trad. Silvia Cosimino,
pagg. 106, Euro 15,00
I doppi vetri alle finestre
sono un’esigenza fondamentale, se si vive in Islanda. Nel romanzo “Doppio
vetro” di Halldóra Thoroddsen questi vetri che sono una barriera
contro il freddo sembrano acquistare anche un altro significato- sono uno schermo di difesa per l’anziana protagonista, difesa da coinvolgimenti con la vita che non si sente più in grado di affrontare, sono un filtro attraverso cui
osservare quanto accade in quel mondo che inizia ad apparire sfuocato e non più
‘suo’. E il suo stare alla finestra è il suo essere soprattutto spettatrice e
non più attrice nello spettacolo della vita. Le oche che passano in volo. Le
luminarie in cielo accese dai brevi giorni invernali. “Dalla finestra a nord:
glauco mare mugghiante, una nave entra nella baia.” Uno storno che zampetta.
Una coppia che continua a baciarsi incurante dei fiocchi di neve.
E’ vedova, ha dei figli. Non avrebbe mai immaginato che il marito, così
allegro e sempre in forma, se ne potesse andare prima di lei. Come si misura il
tempo quando si è anziani? Il tempo è misterioso, sembra scorrere lento oppure
passa in un attimo.
Come il tempo di questo breve romanzo di Halldóra Thorodssen. Difficile da
quantizzare. Quanto tempo passa tra il giorno in cui lei si accorge che un uomo
con l’aria distinta la guarda a quello in cui lo stesso uomo le chiede se può
sedersi al suo tavolo? Lui ha in mano il libro “Morte a Venezia”, lei ha visto
il film. Forse non è la maniera più allegra per iniziare a conoscersi, parlare
di Aschenbach e la sua rincorsa della giovinezza. Lui si chiama Sverrir e ha 75
anni. Lei ne ha 78. “E’ una storia vecchia, un uomo incontra una donna.”
“essere innamorati alla sua età è un penoso canto del cigno.” E, però, lei “è
affamata di altri giorni ancora.” E’ curiosa di tutte le novità. E perché
rifiutare l’invito di lui? Perché rinunciare a sentirsi ancora viva, anche se
“sull’orlo della fossa”?
Con delicatezza, con poesia, con leggerezza, con un sorriso sulle labbra
che lascia intendere che non si deve prendere tutto troppo sul serio, Halldóra Thorodssen ci parla di un amore in
tarda età.
Anzi, la parola ‘amore’ non viene mai detta. Sono solo i giovani,
come quelli che continuano a baciarsi sotto la neve, che parlano d’amore, che
si fanno illusioni. Alla donna e all’ex chirurgo (separato dalla moglie e con
figli in America) è sufficiente stare bene insieme, condividere le giornate, un
appartamento in un residence per anziani. Perché no? Perché i figli di lei
cercano di ostacolarla? Perché devono pensare che dia segni di senilità? E poi
tutto passa in un soffio. Un passo dopo l’altro. Scompaiono gli amici di
sempre. Uno dopo l’altro. Se ne andrà anche lei. E il breve romanzo di Halldóra Thoroddsen diventa non solo un
canto del cigno dell’amore ma anche un canto del cigno della vita, una piccola
lezione sull’invecchiare, sul come accettare che arrivi il momento- “E’ pronta
a deporre le armi e il potere”. E ad andarsene, stanca.
Un piccolo grande libro.
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a breve seguirà l'intervista con la scrittrice
recensione e intervista saranno pubblicate su www.stradanove.it
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