Voci da mondi diversi. Stati Uniti d'America
Alan Hlad, “I cacciatori di libri nascosti”
Ed.
Piemme, trad. Annalisa Carena, pagg. 412, Euro 22,00
È un romanzo. È una storia vera. E’ una
storia vera coinvolgente e affascinante come un romanzo. È una spy story e
anche una storia d’amore. Una storia di coraggio e di integrità, di quando si è
chiamati a mettere in gioco la nostra vita per salvare la vita di altri, per
poterci ancora guardare allo specchio senza vergogna.
Inizia il 22 dicembre 1941, due settimane dopo l’attacco giapponese a Pearl Harbour, quando il presidente Roosevelt, su suggerimento del colonnello Donovan, dà il via libera per una missione speciale in Europa. Dei bibliotecari specializzati in microfilmaggio saranno mandati nei paesi neutrali con il compito di salvare giornali, manoscritti e libri contenuti nelle biblioteche, prima che possano essere distrutti come è già successo a Berlino nel rogo del 10 maggio 1933. Se poi riusciranno a mettere le mani su pubblicazioni del Reich con informazioni che potrebbero servire per cambiare l’esito della guerra, saranno tenuti a microfilmare pure quelli e a inoltrarli a Washington tramite voli speciali.
Maria Alves (il personaggio vero si
chiamava Adele Kibre e operava da Stoccolma), figlia di due fotografi,
poliglotta, unica donna esperta di microfilm nella Public Library di New York,
riesce ad essere tra i prescelti che andranno a Lisbona, in Portogallo (paese
neutrale anche se più o meno apertamente simpatizzante con il nazismo). Il modo
in cui Maria riesce a spuntarla per riuscire a vincere la diffidenza che porta
a scartare le donne per una simile missione, la sua audacia e prontezza di
spirito, la sua sfacciataggine nell’assumere una falsa identità pur di
raggiungere il suo scopo, conquistano il colonnello Donovan e anche noi. La sua
creatività nel prendere l’iniziativa è la sua carta vincente, più che la sua
indiscussa abilità nel suo lavoro.Adele Kibre
Maria parte per Lisbona a bordo di un
Clipper Yankee, un massiccio idrovolante della Pan Am che si schiantò sul fiume
Tago il 22 febbraio 1943 (un disastro aereo vero anche se dimenticato). Maria
si salva, anche se avrà sempre paura degli aerei e dell’acqua, ed inizia la sua
avventura, così ricca di avvenimenti e di incontri e di trame segrete che
lascio a voi scoprire.
La traccia principale del libro è la
missione dei bibliotecari, ma, ad un certo punto diventa una storia di
spionaggio e di controspionaggio, sempre più pericolosa. È sufficiente dire che
Maria conoscerà Eva Braun e verrà portata al Nido dell’Aquila (avrebbe rifiutato
di accompagnare il suo nuovo ‘amico’, se avesse saputo).Clipper Yankee
Ci sono però altre due tracce che possono
essere considerate una sola, una il risvolto dolce dell’altra che invece è
dolorosa e rischiosa.
Tiago è il libraio che riesce a procurare più libri interessanti a Maria, però è nel mirino del PIDE, la polizia politica di Salazar. Perché nella sua piccola libreria c’è un andirivieni di persone che destano sospetto. È facile intuire che cosa si celi nella libreria di Tiago, che cosa nasconda sotto una piastrella del suo ufficio, perché l’anziana signora che lo aiuta in negozio accenda la radio per avvisarlo quando entra il temuto agente del PIDE. Durante il conflitto Lisbona era il trampolino che permetteva il salto verso la libertà, il porto da cui salpare per l’America. Vi confluivano ebrei in fuga dal nazismo, senza documenti validi, disposti ad attendere dormendo all’addiaccio. Molti arrivavano dalla Francia, dalla zona di Bordeaux dove i nonni ebrei di Tiago avevano dei vitigni. Era la ‘via della vite’ che seguivano, perché a loro volta i genitori di Tiago avevano delle vigne nei dintorni di Porto.
Questa
è l’altra traccia piena di rischi del romanzo e la sua controparte, unico
soffio di leggerezza nei tempi bui, è quella dell’amore tra Tiago e Maria.
“I cacciatori di libri nascosti”, The Book Spy il titolo originale, colma
una lacuna- sapevamo della fuga degli ebrei attraverso il Portogallo, sapevamo
dei Monuments Men che avevano il compito di salvare le opere d’arte, non
eravamo a conoscenza, invece, dell’IDC, in italiano Commissione
Interdipartimentale per l’Acquisizione di Pubblicazioni Straniere.
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