Voci da mondi diversi. Francia
biografia romanzata
Alexandra Lapierre, “La donna dalle cinque vite”
Ed. e/o, trad. Alberto Bracci Testasecca, pagg. 678, Euro
25,00
Sono appena tornata dalla Russia.
Ho appena finito di leggere il bellissimo libro di Alexandra Lapierre che mi ha fatto vivere in Russia per più di 600 pagine che ho divorato. E non è vero che sono tornata. Sono ancora là, con la mente. Sono ancora là con Mura Zakrevskaja, protagonista assoluta di questa biografia romanzata accuratissima, ricca di estratti da lettere, corredata di fotografie. Anche io, come Robert Bruce Lockhart (il suo grande amore), come Maxim Gorkij, come H.G.Wells, mi sono innamorata di lei. Perché il fascino di Marija Zakrevskaja detta Mura non era solo nella sua bellezza, era nella sua forza vitale, nella sua intelligenza e nella sua grande capacità di amare- amare per la vita, continuare a provare affetto per coloro che avevano avuto un posto nella sua esistenza, continuare ad interessarsi di loro e ad aiutarli.
Così per le sorelle gemelle (Alla che finirà dipendente dall’oppio nonostante i tentativi di Mura di farla disintossicare e Anna, gravata dal peso di una famiglia che si sfiancava di mantenere nell’esilio forzato dopo aver lasciato la Russia), così per i suoi propri figli e la figlia illegittima di Alla che aveva cresciuto come fosse sua, così per Gorkij gravemente ammalato che lei era tornata di nascosto a trovare a Mosca (rischiando un’altra volta l’arresto), così per quel vizioso del secondo marito, il barone Nikolaj Budberg, che aveva sposato per avere un passaporto che le permettesse di fuoriuscire dalla Russia e che mantenne a vita, così per l’amatissima fidata governante irlandese che l’avrebbe sempre chiamata Marydear come quando era bambina e che l’avrebbe sostituita in Estonia a fianco dei suoi due figli, Paul e Tanja, quando lei, Mura, era bloccata a San Pietrogrado, dalla Rivoluzione, dalla madre ammalata, dal suo amore per Lockhart.
Robert Lockhart |
Questa biografia straordinaria di una donna
straordinaria inizia proprio con il personaggio secondario (essenziale, però,
nella vita di Mura) della governante, di come le sue vicende personali
l’abbiano spinta ad abbandonare i due figli in Inghilterra e ad accettare
l’offerta di lavoro del senatore russo Ignaty Platonovich Zakrevsky che voleva
che le tre figlie imparassero l’inglese. Mura era nata a Poltava, in Ucraina,
nel 1892, e la prima parte del libro ci porta nella Russia zarista, tra i fasti
della corte, nel lusso di grandi dimore con servitori e ricevimenti e abiti di
seta e velluto e pellicce e slitte nella neve. Un mondo che scomparirà, nel
sangue dell’eccidio della famiglia dello zar, nella fuga di chi riuscirà ad
andare ad ovest, nella guerra civile, nella carestia e nella fame, nel nuovo
regime del terrore- gli arresti, la Lubjanka, le torture, le deportazioni, la
morte. Nulla restava dello splendore di un tempo, per chi aveva conosciuto lo
splendore.
Mura si era sposata giovanissima, nel 1911,
con un diplomatico di una famiglia baltico tedesca, Jon Benckendorf. Troppo
giovane per sapere che cosa fosse l’amore. E infatti il grande amore si
presentò con il diplomatico inglese Robert Bruce Lockhart- era un agente
segreto per la corona britannica? Progettava veramente di assassinare Lenin?
Fatto sta che fu arrestato, e Mura con lui. Lockhart fu poi rimpatriato, ma
Mura non poté seguirlo.Maxim Gorkij
La vivezza di queste pagine ci fa conoscere
questa donna in tutte le pieghe del suo cuore, nello strazio per essere
separata dall’uomo di cui aveva aspettato un figlio, nel dilemma morale di che
cosa dovesse fare davanti alla proposta di diventare un’informatrice (per tre
volte fu imprigionata nella Lubjanka), nell’intelligenza delle sue scelte, nel
coraggio e nella dignità con cui affronta la povertà- lei che aveva conosciuto
ben altro. E quando notizie superficiali ci dicono che fu l’amante di grandi
scrittori come Maxim Gorkij e di H.G.Wells, noi che l’abbiamo ‘conosciuta’
pensiamo a quanto sia riduttiva e offensiva la qualifica di ‘amante’. Mura amò
Maxim Gorkij, fu la sua segretaria, la sua agente letteraria, la sua musa, la
sua pari intellettualmente. Mura amò H.G.Wells rifiutando le sue proposte di
matrimonio. Mura amò-sempre, nonostante la sua incostanza- il bel Robert
Lockhart. Fu una spia? Fu una informatrice? Non ci sono prove certe.
H.G.Wells
In queste pagine la seguiamo, da San
Pietroburgo, diventata Pietrogrado e poi Leningrado, a Mosca, dall’Estonia a
Londra e poi a Capri e poi ancora a Londra e in Estonia, sempre attiva, sempre
al centro della società intellettuale del suo tempo, fino a quando si spengono
le luci, per chi l’ha amata e per lei stessa.
Una lettura appassionante e appassionata.
Un libro che ci dispiace di terminare di leggere. Concludo anche io con le
parole di H.G.Wells citate da Alexandra Lapierre: E Mura resta Mura, la Mura di sempre. Umana, imperfetta, saggia, buffa,
pazza, e io la amo.
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