sabato 15 gennaio 2022

Wayétu Moore, “I draghi, il gigante, le donne” ed. 2022

                                                                Voci da mondi diversi. Africa

         romanzo autobiografico

Wayétu Moore, “I draghi, il gigante, le donne”

Ed. e/o, trad. T. Lo Porto, pagg. 284, Euro 11,99

     Quattro, cinque, sei anni. Wayétu, che viene chiamata affettuosamente Tutu, è la sorellina di mezzo, di cinque anni, e questo libro, autobiografico, incomincia con la storia della loro fuga da Caldwell, in Liberia, all’inizio della guerra civile del 1989. Le bambine fuggono con il padre, insegnante all’Università di Monrovia, con la nonna e la baby-sitter. La mamma è in America con una borsa di studio Fullbright.

    Come si riescono a spiegare la fuga precipitosa, la guerra, le atrocità, a delle bambine? Le si trasformano in favole dal sapore di leggenda, perché le favole, dopotutto, sono piene di mostri cattivi tanto quanto di principi buoni. Per le bambine il Presidente Doe è il drago Hawa Undu, che una volta era un principe buono, e adesso c’è un nuovo principe, che si chiama proprio Prince Charles Johnson, che combatte contro di lui per prendere il suo posto. È solo la piena fiducia nel papà amorevolissimo che spinge Tutu e la sorella maggiore a correre nella foresta, dando la mano a lui che porta sulle spalle la più piccola. È perché lo dice il papà che deve essere vero che tutte le persone sdraiate sulla strada stanno dormendo perché sono stanche, e che quel suono profondo che si sente è il rullo dei tamburi.

Prince Johnson

    La prima parte del libro è la fuga nel ricordo della scrittrice, vista con gli occhi di una bimba di cinque anni. Fame, sete, piedini che fanno male, gambette stanche, posti di blocco, paura, facce minacciose che chiedono a quale etnia appartengano, incontro con qualcuno che è loro amico, un soldato che si impietosisce, paura, la domanda che riaffiora puntuale sulle loro labbra, “Andiamo dalla mamma?”, la decisione di andare nel villaggio di Lai, al di là del lago Piso, dove vive la famiglia della nonna. Ancora fame, malaria, incertezze. Finché arriva un angelo salvatore, una ragazza soldato: ci si può fidare?

    C’è una seconda e poi una terza parte nel romanzo, ed è anche la varietà dei toni ed un cambio di voce narrante che rendono il libro non solo interessante ma anche emozionante e vivo. E alla paura che pervade la prima parte si sostituisce la sofferenza, nella seconda. L’America in cui arriva Tutu non è la terra dell’uguaglianza in cui speravano, forse è rimasta la stessa da cui sono partiti i neri liberati fondatori della Liberia. Tutu si sente diversa perché la fanno sentire diversa. È guardata con sospetto ed è apertamente e gratuitamente ingiuriata quando entra con le amiche, ragazzine come lei, in un negozio. Come se fosse scontato che sono delle piccole ladre. Loro sono le ragazze negre. Più tardi gli uomini che la corteggiano le dicono che è molto bella, ma aggiungono che è bella perché non è come le altre donne africane. Il che vuol dire che la sua bellezza viene giudicata secondo i canoni bianchi.

Lago Piso

    Cambia il punto di vista nella terza parte- il racconto diventa quello di Mam, la madre di Tutu, la metà di una coppia perfetta in cui l’uomo smentisce qualunque pregiudizio sugli uomini africani. Era stato il marito ad incoraggiarla ad accettare la fantastica opportunità della borsa di studio in America. Lui si sarebbe occupato delle bambine, lui avrebbe letto loro delle storie la sera, lui le avrebbe telefonato se una delle bimbe si ammalava. E Mam, fuori di sé dall’ansia quando aveva smesso di ricevere loro notizie, era partita per andare a cercarli. Là, nella tana del leone. Un’altra storia di coraggio, di paura, ma anche di buona sorte, che si ricongiunge alla prima con cui il libro è iniziato.

     Un libro molto bello, un capitolo di storia della Liberia che pochi di noi conoscono, un racconto di guerra e di amore, di episodi di incredibile violenza (da adulta, in America, Tutu vedrà su youtube il filmato delle torture inflitte dal Principe al drago) e di atti di generosità inaspettati.

     Da leggere. Da leggere e da rileggere.

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