Voci da mondi diversi. Area germanica
seconda guerra mondiale
spy-story
Ulla Lenze, “Le tre vite di Josef Klein”Ed. Marsilio, trad. Fabio Cremonesi, pagg. 274, Euro
17,00
Josef. Joe. José. Tre nomi, tre identità, tre paesi per lo stesso uomo, originario di Neuss in Germania. Era Josef per la Germania da cui era andato via per fuggire dalla miseria che era seguita alla prima guerra mondiale, Joe in America, dove aveva preso la cittadinanza, José in Costa Rica dove era approdato, seguendo la via dei topi dopo la seconda guerra mondiale, lui che peraltro non era affatto nazista (o, almeno, diceva di non esserlo). Di cognome fa Klein, ‘piccolo’ in tedesco. Ed è un uomo ‘piccolo’ che resta coinvolto, suo malgrado e senza sapersi sottrarre, in qualcosa più grande di lui.
Anche i tempi della narrazione sono tre- il
1939 e il 1940 a New York, il 1949 di ritorno a Neuss, il 1953 e il 1955 in
Costa Rica.Neuss
Non era stato facile, per Josef,
ambientarsi alla vita in America. I tedeschi non erano ben visti, il suo forte
accento rivelava subito la sua provenienza, nella terra dalle mille possibilità
non era così scontato trovare un lavoro. Lo aveva poi trovato in una piccola
tipografia che stampava volantini di qualunque indirizzo politico o religioso.
A Josef non interessava, voleva tenersi alla larga da possibili coinvolgimenti.
Aveva una passione: la radio. Girava una manopola e poteva sintonizzarsi con
tutto il mondo- una magia. Sarà la radio a regalargli la felicità dell’amore e
a causare anche la sua rovina. L’amore è Lauren, una ragazza non bella ma
vivace e ambiziosa, vorrebbe diventare giornalista. La rovina sono i
filonazisti americani.
I tedeschi che ha incontrato, apertamente
simpatizzanti del Führer, approfittano della sua abilità come radioamatore per
intrappolarlo. Joe diffida di loro e li trova antipatici, che cosa nascondono
dietro quelle cifre che inviano nell’etere, dicendo che sono questioni
commerciali? È come se Joe sapesse ma non volesse sapere, finché sarà Lauren ad
incoraggiarlo, ad andare a fare denuncia all’FBI. Questo piccolo uomo si trova
schiacciato fra due colossi, non c’è modo di sfuggire né all’uno né all’altro.Ellis Island, fino al 1954 'alloggio-prigione' per gli immigrati
Quando ritorna in Germania, dopo aver
scontato anni di prigione ad Ellis Island, non ha un soldo- chi mai torna dall’America senza
essere diventato ricco?- e deve chiedere ospitalità al fratello. Si apre un nuovo
capitolo della sua vita. Joe che è tornato ad essere Josef, è ancora una volta
guardato con sospetto: che razza di tedesco è se non ha preso parte alla
guerra? Intorno a lui distruzione e macerie. E sempre aleggia su di lui la
minaccia di essere ripescato ed obbligato a fare ancora quello che non vuole
fare- si parla di rovesciare il governo di Adenauer.
La sua terza vita, infine, quando riesce
ad arrivare a Buenos Aires, senza però liberarsi delle vecchie conoscenze che,
più che mai, tramano di far resuscitare il Reich con l’appoggio di Peròn.Costa Rica
All’inizio del libro, ad introdurre la
vicenda di Josef Klein, Ulla Lenze precisa che questo è un romanzo ed è quindi
frutto di invenzione, anche se è basato sulla storia del suo prozio Josef
Klein, fratello di suo nonno, quel Carl che, nel libro, spadroneggia su moglie
e figli. E l’interesse che suscita in noi il romanzo nasce dal fatto che questa
sia la ‘piccola’ storia di un uomo qualunque, un uomo che non ha cultura- ha
letto e riletto solo il libro di Thoreau, “Walden”,- e che annaspa per distinguere il bene dal male,
quello che è giusto e quello che non lo è, quello che è vero e quello che è
falso.
E tuttavia
ci resta il dubbio che il piccolo Josef non sia proprio la vittima che la
scrittrice ci presenta- alla fin fine gli aveva fatto comodo, per la sua ultima
fuga, ricorrere a quelli che diceva considerare suoi nemici.
Leggere a Lume di Candela è anche una pagina Facebook
la recensione sarà pubblicata su www.stradanove.it
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