Voci da mondi diversi. Georgia
saga
la Storia nel romanzo
Nino Haratischwili, “L’ottava vita (per Brilka)”
Ed.
Marsilio, trad. Giovanna Agabio, pagg. 1129, Euro 24,00
Pagina 1129. Fine. Ho finito di leggere “L’ottava vita” di Nino Haratishwili
e mi dispiace. Vorrei che ci fossero altre pagine, altre storie. Vorrei
continuare a leggere.
Come posso iniziare a parlare di questo bellissimo romanzo-fiume che vi
trascina impetuoso, vi fa superare confini lungo il suo corso, indugiare nelle anse
di storie tranquille, trattenere il respiro quando le acque precipitano nelle rapide
di scontri e battaglie, quando si tingono di rosso o si sporcano di fango? Come
un fiume questo romanzo riceve affluenti di tante storie minori e come un fiume
finisce solo in apparenza, è pronto a mescolarsi ad altre acque, alla vita di
Brilka che deve ancora essere raccontata: devo
queste righe a te, Brilka…perché tu meriti l’ottava vita. Perché si dice che il
numero otto equivalga all’eternità, al fiume che ritorna.
Tbilisi |
“In realtà questa storia ha molti inizi”, scrive
Nino Haratishwili (non è un errore, non è un nome maschile: santa Nino fu un’apostola
cristiana nella Georgia del 300 d.C.) prima di decidere di iniziare dal
presente, dalla telefonata di sua madre che le chiede di andare a prendere la
nipote dodicenne Brilka, scappata da Amsterdam dove si trovava con la compagnia
di ballo, e fermata dalla polizia a Mödling. Da qui si avvia la
storia di sei generazioni della famiglia georgiana Jashi, per raccontarla a
Brilka, per affidargliene l’eredità insieme a quella della ricetta segreta
della ‘magica’ cioccolata del trisnonno cioccolatiere che l’aveva portata con
sé da Vienna. Soltanto una persona in famiglia conosceva il segreto della
cioccolata, perché non si poteva gustare con leggerezza. Chi l’aveva assaggiata
aveva conosciuto attimi di pienezza e beatitudine prima di essere colpito da
una tragica sorte- coincidenza? caso? destino? E se ora pensate a “Chocolat” o a
“Come l’acqua per il cioccolato”, siete fuori strada, perché c’è passione e
lievità anche ne “L’ottava vita”, ma c’è l’ampiezza di respiro del romanzo
epico che sa alleggerire la narrazione sfruttando elementi del feuilleton e del
realismo magico- ci sono storie di amori e disamori e tradimenti, c’è
l’irresistibile cioccolata, ci sono i morti che ritornano, fantasmi che però non
suscitano sensi di colpa come Banquo, ma tengono compagnia.
La Georgia e il cioccolatiere, dunque, negli anni immediatamente dopo la
rivoluzione che vide la fine degli zar e l’ascesa di uno zar rosso, l’uomo della
Georgia a cui ci si riferisce chiamandolo ‘il Generalissimo’, che governò con
un pugno di acciaio (come il nome che si era dato) aiutato da un altro
georgiano, il Piccolo Grande Uomo dagli occhialetti tondi. La storiella che
girava su di loro (anni dopo, quando l’Unione Sovietica si era dissolta) diceva
che Berija, in risposta a Dante che si era stupito di incontrarlo nell’Inferno
immerso solo fino alle ginocchia in un lago di sangue, gli aveva fatto notare
che era in piedi sulle spalle di Stalin. E, se la storia degli Jashi copre sei
generazioni, è ovvio che sia strettamente intrecciata non solo con quella della
Georgia ma pure con quella dell’Unione Sovietica poi ridiventata Russia, di
Leningrado poi ridiventata San Pietroburgo (la donna amata dal giovane Kostja
Jashi muore nell’assedio di Leningrado mentre lui è tra gli uomini che cercano
di evacuare la città sulla Strada della Vita), di Mosca, sempre Mosca, il
centro della Storia sovietica. Quante tragedie, quante morti, quanto sangue.
Una, due guerre mondiali, gulag e carestie, kolchoz e deportazioni. Ma anche amori e passioni, una madre che viaggia per un
tempo infinito dalla Georgia a Mosca alla ricerca del figlio, una donna
bellissima (e sposata) che deve soggiacere alle voglie di un potente, una ragazza
torturata perché riveli dove sia il fidanzato che ha tradito la patria, bambini
che crescono senza padri (portano tutti il cognome Jashi), bambini rifiutati
dalle madri, amori lesbici e amori sul filo del telefono. E la paura, sempre.
E’
impossibile rendere l’idea di tutte le storie che sembrano formare il disegno
di un tappeto fatto da migliaia di nodi (è l’immagine usata da Niza, la voce
narrante), che arrivano nel nuovo millennio con i fermenti nazionalistici della
Georgia, con altri drammi pubblici e privati raccontati con voce partecipe da
Niza che finirà per allontanarsi da patria e famiglia per andare in Germania,
ritornando poi con Brilka- sembra la chiusura del cerchio, ma no, la Storia e
le storie continueranno in pagine ancora bianche.
tappeti in una strada di Tbilisi |
Sono tanti i personaggi del
romanzo, difficile scegliere anche solo a chi accennare, perché sono tutti a
tinte forti, sono tutti impressi in maniera indelebile nella nostra mente e nel
nostro cuore.
Kostja, il capofamiglia che regola la vita di tutti, il militare che
ha corso il rischio di morire intrappolato nel sottomarino nucleare K19, che
non sa rassegnarsi alla fine del vecchio mondo e del vecchio ordine. Sua madre,
l’indomita Stasia che sognava la danza, la figlia Kitty che diventerà una
cantante famosa all’Ovest, la bellissima Christine che dovrà nascondere metà
volto con un velo, la debole Elene che delude il padre Kostja, il quale sarà
doppiamente deluso dalla nipotina preferita che sceglierà di fare (di nascosto)
l’attrice. Niza, infine, meno bella della sorella attrice, più intelligente,
assetata di affetto, che non sa riconoscere la stessa sete di affetto in
Brilka, la figlia rimasta orfana della sorella.
il sottomarino K19 la cui tragedia ha ispirato il film "The widowmaker" del 2002 |
Un romanzo grandioso, raro, che lascia un senso di pienezza. E non
fatevi spaventare dal numero delle pagine. Vorrete che fossero di più.
Leggere a Lume di Candela è anche una pagina Facebook
la recensione sarà pubblicata sul sito www.stradanove.it
.... Vorrete che fossero di più....
RispondiEliminaSono a pagina 472,è bellissimo e lo leggo lentamente perché non voglio che finisca presto. La visione reale di ciò che nel ventesimo secolo è successo in Russia, e in tutto il mondo. A scuola la storia è Barbosa, ma in questo libro la scrittrice rivela tutte le verità nascoste.
RispondiEliminaE' successo così anche a me: non avrei voluto finisse mai. Un libro bellissimo.
RispondiEliminaSono alla pagina 883,tre giorni di lettura..... senza parole...quante verità nascoste...
RispondiEliminaÈ normale che si concluda con il libro ottavo lasciato in bianco?
EliminaAnche io l'ho amato. La mia recensione:
RispondiEliminahttps://librieinsonni.blogspot.com/2021/06/lottava-vita-per-brilka-di-nino.html?m=1