Voci da mondi diversi. Penisola balcanica
guerra dei Balcani
romanzo di formazione
Elvira Mujčić, “Al di là del caos. Cosa
rimane dopo Srebrenica”
Ed. Infinito, pagg. 113, Euro 3,49
(formato kindle)
La data della commemorazione
dell’eccidio di Srebrenica è stata fissata per l’11 luglio. Nel 1995 quel
giorno- e i giorni seguenti- oltre 8000 musulmani bosniaci, per lo più uomini e
ragazzi, furono uccisi da unità dell’esercito di Bosnia e Erzegovina guidate
dal generale Ratko Mladić in una
zona che era stata dichiarata protetta dall’ONU e che si trovava sotto la
tutela di un contingente olandese e di 600 ‘Caschi Blu’. Nel 2007 la Corte
Internazionale di Giustizia ha stabilito che il massacro di Srebrenica,
commesso con l’intento specifico di annientare il gruppo etnico dei bosgnacchi,
fu un genocidio e condannò Ratko Mladić all’ergastolo per crimini contro
l’umanità e Radovan Karadzić, allora presidente della Serbia, a 40 anni di
reclusione tramutati poi in ergastolo. I parenti delle vittime, i macabri
‘cercatori di ossa’, a tutt’oggi non si danno pace- non finché avranno
ricomposto lo scheletro del loro ‘disperso’ e gli avranno dato degna sepoltura
nel cimitero di Potecari: una distesa infinita di bianche lapidi.
Elvira Mujčić viveva con la famiglia a
Srebrenica. Suo padre e suo zio , presagendo il peggio, erano andati a chiedere
protezione ai Caschi Blu. Di loro non si era più saputo niente e a lungo la
madre di Elvira aveva sperato che fossero riusciti a scappare, a nascondersi, a
sopravvivere. Elvira aveva 15 anni. con la madre e i fratellini fuggirono
dapprima in Croazia e poi in Italia. “Al di là del caos” è il racconto
autobiografico di Elvira. Non è il racconto di ‘quei’ giorni- a Srebrenica
Elvira tornerà, ma dopo, per ricomporre gli spezzoni della sua vita. È
piuttosto il racconto degli anni da immigrata, la storia di una ragazzina e poi
di una giovane donna coraggiosa, intelligente, con tanta voglia di studiare, di
sapere, una passione per la letteratura e per la musica. Elvira Mujčić ci parla
delle difficoltà di integrarsi, del sentirsi estranea, delle amicizie e dei
primi amori, dei viaggi all’estero con gli amici, dei libri che ha letto, delle
canzoni che hanno ritmato i suoi giorni.
E poi torna
in Bosnia. A Sarajevo, prima. Le manca il coraggio di arrivare a Srebrenica. È
sulle tracce del tempo perduto, niente è più come prima, alcuni parenti sono
rimasti, altri sono stati inghiottiti dalla guerra. Ed Elvira si sente
straniera nella sua terra.
il fiore di Srebrenica |
Resta da affrontare l’incubo del
massacro, la paura che è sempre in agguato, ci vorranno anni di cure
psicanalitiche per uscire dal buio.
“Al di là del caos” è chiaramente un’opera
‘giovanile’, una sorta di sperimentazione con la scrittura e con la struttura
del romanzo. A volte ci stanchiamo delle citazioni tratte da libri o da brani
musicali e di certo la parte più coinvolgente è quella più dolorosa del finale,
quando Elvira si confronta con il trauma che le ha lasciato un segno indelebile
dentro.
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