Voci da mondi diversi. Stati Uniti d'America
ucronia
riletture
Philip Dick, “La svastica sul sole”
Ed. Fanucci, trad. M. Nati, pagg.
318, Euro 8,41
La seconda guerra mondiale è finita, ma sono state le potenze dell’Asse
a vincere e non gli Alleati. Germania e Giappone si sono spartiti il mondo-
alla Germania l’intera Europa, l’Africa e la costa orientale dell’America, al
Giappone gli stati della costa occidentale americana con gli stati delle
Montagne Rocciose che fanno da cuscinetto tra i due. Il Mar Mediterraneo è
stato prosciugato ed è diventato un grande campo coltivabile, la soluzione
finale è stata messa in atto anche con le popolazioni dell’Africa, ci sono
campi di concentramento negli Stati orientali dell’America, vengono fatte
spedizioni su Marte (ci saranno ebrei anche su Marte?), un razzo porta i passeggeri
in 45 minuti dall’Europa all’America. L’Italia fascista, che si è comportata
malissimo durante la guerra, è subordinata al Reich e ha ottenuto un
piccolissimo impero in Medio Oriente. E’ questo il quadro del romanzo ucronico
di Philip Dick, “La svastica sul sole” (pubblicato anche con il titolo de
“L’uomo nell’alto castello”), che ha vinto il premio Hugo nel 1963.
I personaggi principali di cui seguiamo le vicende sono cinque- l’orafo
ebreo Frank Frink (ha cambiato il cognome Fink che lo identificava troppo
facilmente) che si è rifugiato negli stati occidentali controllati dai
giapponesi per sfuggire alle persecuzioni di cui era vittima negli stati
orientali; Juliana, moglie separata di Frink, che inizia una relazione con un
presunto camionista italiano senza sapere che resterà coinvolta in un complotto
nazista; Robert Childan, mercante di pezzi storici americani (non sa che le
Colt che vende come originali sono in realtà dei falsi); il mite funzionario
giapponese Tagomi che sarà suo malgrado coinvolto in un altro complotto tedesco
ai danni delle Isole Patrie; un agente del controspionaggio del Reich che si
spaccia per imprenditore e che mira a sventare l’operazione Dente di Leone che
farebbe cadere il Giappone in mano ai nazisti, ed infine il finto camionista
con una missione segreta letale. C’è poi un altro personaggio ancora che
acquista sempre più importanza- lo scrittore Abensen, ‘l’uomo nell’alto
castello’, autore del libro “La cavalletta non si alzerà più”. Un libro
proibito che più o meno tutti i personaggi leggono, hanno letto, si passano
l’un l’altro. E’ un romanzo dentro il romanzo, una sorta di specchio, un
secondo romanzo ucronico dentro il primo romanzo ucronico che descrive un mondo
in cui sono stati gli Alleati a vincere la guerra e non i nazisti, quello che è
veramente successo, dunque.
Ho riletto a distanza di più di vent’anni “La svastica sul sole”, volevo
vedere se avrebbe ancora suscitato l’entusiasmo che avevo provato ad una prima
lettura. In parte sì. L’inizio e tutta la prima parte del libro sono geniali.
Dick è un maestro del dettaglio capovolto e spiazzante- invece dei turisti
americani in cerca di souvenir leggiamo dei giapponesi che collezionano oggetti
‘antichi’ americani, perfino un orologio con Topolino è venduto come una
rarità-, delle visioni futuristiche e profetiche, di un certo tipo di noir
fantapolitico. Meno convincente la parte finale dove il ritmo narrativo si
smorza. E tuttavia “La svastica sul sole” (ora anche una serie televisiva
americana) è un classico del genere di cui consiglio la lettura.
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