Voci da mondi diversi. Area germanica
romanzo di formazione
Joachim Meyerhoff, “Tutti i morti volano in alto”
Ed. Marsilio, trad. G. Agabio, pagg.
303, Euro 18,00
E’ stupenda, la frase che conclude il romanzo di formazione di Joachim
Meyerhoff, “Tutti i morti volano in alto”. Il protagonista Joachim ha visto su
una rivista la foto del migliore amico di suo fratello. Del fratello di mezzo
che è morto in un incidente d’auto. L’amico, che era al volante, si era salvato
e la foto è di lui che adesso è medico specialista del ginocchio. Guardandola,
Joachim si rende conto che anche suo fratello avrebbe quell’età, adesso. “Dimentico sempre che sarebbe invecchiato.
Nel frattempo io sono già molto più vecchio di lui. Già da tempo non sono il
più giovane di noi tre. Adesso è lui.”. Frase bellissima e commovente.
E’ tutto bellissimo il romanzo di Joachim Meyerhoff, ad iniziare dalla
voce narrante che è quella di Joachim- sempre la stessa che abbiamo sentito in
“Quando tutto tornerà ad essere come non è mai stato” (2015) anche se lui non è
più il bambino di sette anni, ma un adolescente che si prepara per il grande
salto, un anno in America, per la prima volta lontano da casa. Lontano dallo
straordinario padre, medico e direttore della clinica psichiatrica, dall’affettuosa
madre, dal fratello maggiore e dal fratello di mezzo che lo fanno bersaglio dei
loro scherzi. Joachim desidera andare, ne ha bisogno, teme però di non passare
la selezione- si sente così inferiore ai liceali di Amburgo, ai ragazzi
eleganti con nonchalance, alle ragazze truccate che lo guardano come fosse
trasparente. E invece, con sua sorpresa, nonostante abbia risposto alle domande
del test mentendo, con l’obiettivo di evitare l’ovvio (scrive che non gli
importa vivere in una grande città e neppure di condividere la stanza con
qualcun altro, nonché di essere molto religioso…), Joachim viene scelto: la sua
famiglia abita nello Wyoming (dove è mai lo Wyoming?), è composta da padre,
madre e tre figli, proprio come la sua.
Il mio anno in America, potrebbe
essere il sottotitolo delle avventure di Joachim. Avventure, sì, ad iniziare
dal viaggio in automobile per andare all’aeroporto, con la guida spericolata
del fratello e del suo amico (Joachim riesce, in una qualche maniera, ad
insinuare un triste presagio in questa bravata), il volo seduto fra un grassone
strabordante e uno strano tipo, e poi l’incontro con i genitori ospitanti che
si riveleranno ottime persone, affettuose e comprensive. Tutto è nuovo per
Joachim, dalla lingua che capisce poco, al paesaggio immenso, dal materasso ad
acqua alle cerimonie in chiesa, dal programma scolastico agli insegnanti. La
tragedia della morte del fratello di mezzo spezza in due questo anno esaltante
ed è un’altra tappa nella crescita del diciassettenne Joachim, come saranno
altre tappe gli allenamenti intensivi di basket che cambiano il suo fisico
prima mingherlino e il sesso facile con una ragazza americana.
L’esperienza non sarebbe completa se Joachim non raccontasse anche la
controparte della scoperta dell’America, il suo ritorno a casa e il confronto
inevitabile. La scena in cui suo padre, mentre tornano dall’aeroporto di
Amburgo, gli offre quello che una volta era il cibo preferito di Joachim- pane
nero spalmato di paté di fegato- acquista un valore simbolico. “Masticando quel pane nero umido e spesso,
intuivo già come sarebbe stata irta di ostacoli la via per riaffondare i denti
nella mia vecchia vita di pane integrale.”
Gli sembrava che non sarebbe
riuscito a sopportare la cupezza del dolore della sua famiglia, che sarebbe
stato impossibile abituarsi all’assenza del fratello di mezzo laddove un tempo
era sempre presente. E invece il tempo aiuta. La bilancia non pende a favore né
dell’America né della Germania. E’ come se quest’anno avesse reso Joachim
saggio, facendogli accettare il meglio e il peggio di entrambe perché è così
che si può costruire se stessi.
Ci sorprendiamo a sorridere, leggendo il romanzo di Joachim Meyerhoff,
tranne quando il dolore della morte ci chiude la gola. Perché lo stile è
scoppiettante, vivace, traboccante di uno humour speciale- chi ha detto che
l’umorismo è inglese? Può essere anche tedesco, “Tutti i morti volano in alto”
ne è un ottimo esempio.
Leggere a Lume di Candela è anche una pagina Facebook
la recensione sarà pubblicata su www.stradanove.it
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