sabato 29 agosto 2015

Robin Black, “Ritratto di un matrimonio” ed. 2015

                                         Voci da mondi diversi. Stati Uniti d'America
            FRESCO DI LETTURA


Robin Black, “Ritratto di un matrimonio”
Ed. Neri Pozza, trad. C. Brovelli, pagg 255, Euro 14,03


        Il titolo, “Ritratto di un matrimonio”, è banale. L’inizio, “Gli ultimi giorni prima della sua morte, mio marito Owen fece visita ad Alison ogni pomeriggio.”, non lo è. Perché ci anticipa la fine, perché mette subito in chiaro che non si richiede a noi lettori di leggere con la curiosità di sapere che cosa succederà, piuttosto che dobbiamo fare attenzione alle sfumature, ai movimenti dell’anima dei personaggi. Altre anticipazioni: “Owen non fu sepolto. Sapevo fin dal giorno in cui lo conobbi che voleva essere cremato.” E poco dopo ci viene detto che erano giovanissimi all’epoca del primo incontro. Così giovani da poter parlare della morte senza crederci veramente. Sembrava ad entrambi impensabile di morire, anche se l’io narrante- Augusta, chiamata Gus- aveva perso la madre quando era una bambina, e poi l’amata sorella maggiore. “Ma Owen era Owen. Owen era me. Io ero lui.” E allora, qual è la storia che ci deve raccontare Gus, pittrice, che ha appena perso il suo uomo, Owen, scrittore?

      Erano una coppia moderna, anticonvenzionale. Poco più che ventenni all’inizio del loro amore, si erano sposati da poco (Gus ha quarantasette anni)- il matrimonio, la festa del Ringraziamento, le candele dello Shabbat, i bambini, erano tutte cose che non facevano per loro, tutte convenzioni inutili. Le candele le accendevano il mercoledì, niente tacchino e niente feste di famiglia per il Ringraziamento, per carità. Quanto ai bambini, quando, ad un certo punto, avevano cambiato idea, avevano scoperto che Owen non ne poteva avere. E che Gus adesso li desiderava moltissimo. Sul matrimonio avevano cambiato idea così tardi in seguito al tradimento di Gus: tutto era già finito quando aveva confessato a Owen di aver avuto una breve relazione con il padre della ragazza a cui aveva dato lezioni di pittura. Avevano deciso di cambiare vita ed era stato possibile grazie all’eredità di una zia: avevano acquistato una fattoria. Dalle strade affollate della città alla solitudine totale. Lei dipingeva in casa, lui aveva il suo studio nel granaio. Lei aveva avuto uno slancio creativo dopo la storia d’amore, lui soffriva della paralisi dello scrittore. C’era una leggera corrente di gelosia tra di loro.

    Ed ecco che succede qualcosa. Il sasso gettato nello stagno. Una donna, capelli argento, occhi chiari, pure lei pittrice, prende in affitto una casa vicino alla fattoria di Owen e Gus. Si insinua tra i due con garbatezza ma anche con una certa sfacciataggine e insistenza. Diventa amica di Gus. Owen ne è geloso: non sono sempre bastati uno all’altra, loro due? Gus finisce per ammirarla, le fa delle confidenze. Forse la invidia anche un poco, perché Alison ha una figlia con cui ha un’intesa perfetta. Le fa pena perché è appena uscita da un matrimonio con un marito violento.
   Quando incominciamo a domandarci se la storia si evolverà in quella di un tipico triangolo, entrano in scena altri due personaggi- solo di sfuggita la figlia dell’ex amante di Gus (una figlia di ‘elezione’ per Gus) e, più stabilmente e in maniera più preoccupante, la figlia di Alison, aspirante scrittrice in adorazione di Owen. Una quasi la controparte dell’altra. Se “Ritratto di un matrimonio” è la storia di un triangolo amoroso, lo diventa in maniera del tutto insolita.


   Robin Black scrive con garbo e sottigliezza psicologica la storia di un amore come tanti, senza esagerate illusioni. Un amore che è consapevole di dover lottare perché niente è mai scontato, perché siamo tutti fragili e le difficoltà della vita- la perdita di una persona cara, l’assistere impotenti al dissolversi della figura paterna che abbiamo conosciuto, un fallimento sul lavoro, il desiderio di maternità frustrato- possono far deviare i nostri sentimenti nella speranza inconsapevole che l’ebbrezza della novità faccia accelerare i battiti del cuore, dandoci nuove possibilità.  


Nessun commento:

Posta un commento