vento del Nord
cento sfumature di giallo
il libro ritrovato
Maj Sjöwall Per Wahlöo,
“Roseanna”
Ed.
Sellerio, pagg.312, Euro 11,00
Trad.
Renato Zatti
Era giovane, e lui era convinto che fosse
stata bella. Doveva pur aver avuto qualcuno che la amasse. Qualcuno che le
stesse vicino e che ora si stava chiedendo che cosa le fosse successo. Doveva
avere amici, colleghi di lavoro, genitori, forse fratelli. Nessuna persona, in
particolare una donna giovane e bella, è così sola da non avere nessuno che la
cerchi quando scompare.
Ogni tanto, anzi piuttosto spesso, la casa editrice
Sellerio riscopre qualche bel libro del passato, finito ingiustamente nel
dimenticatoio. E’ il caso di “Roseanna”, pubblicato per la prima volta nel 1965
e scritto a quattro mani da una coppia di marito e moglie svedesi, Maj Sjöwall e
Per Wahlöo, il primo di una serie con l’ispettore Martin Beck. C’è una
caratteristica che accomuna i thriller nordici, e pensiamo ai romanzi degli
svedesi Mankell e Nesser, o della norvegese Fossum, un’atmosfera di lieve
malinconia che sembra nascere dal quieto paesaggio dai colori sfumati e
penetrare nel carattere degli ispettori. Il Wallander di Mankell, Van Veeteren
di Nesser, Sejer della Fossum, ed ora Martin Beck, sono tutti dei personaggi
meditativi, cauti, dal passo lento e deciso. Dei solitari, siano essi separati
dalla moglie, o con un’amica che tengono sempre ad una certa distanza, o
sposati, come Martin Beck che, però, non ricorda più che cosa lo abbia fatto
innamorare della moglie. A Martin Beck non pesa star lontano da casa, occupato
nelle sue indagini, piuttosto si sente a disagio tra le mura domestiche, sotto
le frecciate della moglie. E’ uno che non demorde, Martin Beck, anche quando un
caso non sembra prospettare soluzioni, lui non accantona, non dimentica, la sua
mente macina i dati piano, come il tempo. E di tempo ne passa parecchio, mesi e
stagioni, dall’8 di luglio quando il cadavere di una ragazza viene ripescato
vicino ad una chiusa, nel sud della Svezia.
E’ nuda, impossibile identificarla,
non c’è nessuna denuncia di scomparsa. E’ svedese? O è una turista in gita su
uno dei battelli che percorrono i canali? Le ricerche procedono con lentezza,
un pezzo dopo l’altro, si chiede l’aiuto dell’Interpol, si scopre l’identità
della ragazza, si passano al setaccio tutte le persone con cui era venuta in
contatto e ormai sparpagliate in mezzo mondo, si guardano metri e metri di
filmini amatoriali per cogliere un’immagine o individuare chi le fosse vicino-
e fa una certa impressione pensare che in quello scatto o in quella ripresa la
sconosciuta Roseanna sorrideva per l’ultima volta. La lentezza delle indagini
di Beck non vuole dire che la narrativa sia piatta e noiosa, anzi, succede
proprio il contrario, che la suspense viene acuita e sollecitata anche dal
variare di registro, con l’ascolto delle testimonianze e poi con
l’orchestrazione di un piano per incastrare il presunto colpevole- e qui
veramente si deve fare un elogio della lentezza che esalta la sensazione di
ansia che proviamo davanti ad un finale che non è affatto scontato, perché
qualcosa si inceppa…
Un thriller senza colpi di scena eclatanti, senza violenza
esagerata o scene cruente, una rappresentazione di male quotidiano, di disagi
psichici comuni, di solitudini diverse per cui qualcuno trova un compenso
interiore e qualcun altro sfoga in azioni perverse.
Maj Sjöwall (1935)
e Per Wahlöo (1926-1975) hanno collaborato per un decennio alla serie dei dieci
romanzi con l’ispettore Beck, tradotti in tutto il mondo e da cui sono stati
tratti numerosi film. Entrambi giornalisti e politicamente impegnati nel
programma socialdemocratico, prima di unirsi avevano entrambi scritto thriller
a sfondo politico.
la recensione è stata pubblicata su www.alice.it
Nessun commento:
Posta un commento