Casa Nostra. Qui Italia
storia di famiglia
la Storia nel romanzo
Alessandra Jatta, “Foglie sparse”
Ed.
Voland, pagg. 224, Euro 17,00
Una saga famigliare è sempre affascinante.
Lo è ancora di più quando sappiamo che è una storia vera, che i personaggi di
cui leggiamo sono veramente esistiti, quando, sparse tra le pagine del libro,
troviamo fotografie che ci incantano, prese dall’album della famiglia di cui
stiamo leggendo, e ci soffermiamo a studiarne i lineamenti e gli abiti,
cercando di far combaciare le espressioni dei volti con i caratteri di coloro
che ormai ci sembra di conoscere.
La dedica all’inizio di “Foglie sparse” è
‘A tre grandi donne della stirpe Olsufiev: la mia trisnonna Aleksandra
Andreevna, la mia bisnonna Olga Pavlovna, mia nonna Assia Vasil’evna’.
È il 1917. Assia è la maggiore dei bambini Olsufiev. Ha undici anni. Dopo di lei sono nate altre tre bambine, con grande delusione della nonna Aleksandra, e finalmente il tanto desiderato maschietto, Aleksej, che porta lo stesso nome del figlio minore dello zar Nicola. Che strana coincidenza, anche la famiglia Romanov- a cui gli Olsufiev sono fedeli- è composta da sette membri, lo zar e la zarina e poi le quattro bambine prima che arrivasse lo zarevic Aleksej, ammalato di emofilia.
Gli
Olsufiev sono nella tenuta di campagna vicino a Mosca, quando arrivano notizie
della Rivoluzione e dei disordini. È Olga a dover prendere decisioni, perché il
marito Vasilj, colonnello della guardia imperiale, è impegnato al fronte. Olga
si è sempre illusa che niente può succedere loro in campagna, si è sempre
sentita sicura dell’amore dei contadini. Un’illusione. Quando arriva un telegramma
annunciando che un cugino è stato assalito e ferito dai suoi contadini, Olga
capisce che non sono più al sicuro, che deve tornare a Mosca con i bambini e
poi…dove andare? In Caucaso, a Kislovodsk, dove già sono fuggiti parenti ed
amici, più vicino a Vasilj, e chissà, forse da là potranno anche raggiungere
l’Italia, andare a Firenze, dove hanno una casa, dove è nato il piccolo
Aleksej.
L’espediente narrativo impiegato da
Alessandra Jatta è quello di far raccontare ai bambini dalla njanja, dalla mamma e dalla nonna la
storia della loro famiglia e, insieme, della Russia. Non c’è bisogno di
precisione, in un racconto indirizzato ai bambini, c’è bisogno di atmosfera che
può oscillare tra lo splendore dei balli, delle vesti splendide e dei gioielli
scintillanti, i pettegolezzi che riguardano il ‘monaco nero’ Rasputin e la sua
amicizia con la zarina, e il macabro dei tentativi per assassinare lo stesso Rasputin. E intanto inizia ‘la
caduta’ degli Olsufiev, mentre le bambine indossano camicioni ricamati di rosso
e Olga sopporta lo scherno e la mancanza di rispetto a cui non è abituata
quando cerca disperatamente informazioni per il treno che deve portarli in
salvo.Kislovodsk
A Kislovodsk la loro vita si è interamente
capovolta. Se riescono a sopravvivere è grazie ai gioielli che Olga ha portato
via nascosti in una cintura di velluto e che vende a poco a poco. Il marito li
raggiunge, è stato destituito, si unirà alle forze dei Bianchi. E i nemici non
saranno solo i Rossi, con la protervia e arroganza che gli vengono da secoli di
sottomissione, saranno anche il freddo e la fame e l’influenza spagnola che
minaccia di portarsi via i bambini. Finché fuggiranno ancora…
Arriveranno a Firenze, in quell’Italia
sognata non solo come rifugio lontano dalla guerra, non solo come tesoro di
ricordi di un tempo felice, ma anche come luogo ideale di arte e bellezza in
cui niente di brutto può capitare. E il confronto tra la loro sorte e quella
della famiglia Romanov con cui sono anche imparentati- tutti, proprio tutti,
anche i bambini, trucidati senza pietà- è quanto mai doloroso e scioccante.
Alla storia del passato lontano la
scrittrice aggiunge un aggiornamento sulla sorte della famiglia, delle quattro
sorelle non solo belle ma intelligenti e destinate a grandi cose, e dell’unico
fratello.
Grazie Marilia, ho molto apprezzato la recensione! AJ
RispondiEliminaMi fa molto piacere. Io ho goduto molto la lettura del Suo libro.
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