venerdì 16 dicembre 2016

Francisco José Viegas, “Un cielo troppo blu” ed. 2008

                                                          Voci da mondi diversi. Penisola iberica
           cento sfumature di giallo
            il libro ritrovato

Francisco José Viegas, “Un cielo troppo blu”
Ed. La Nuovafrontiera, trad. Serena Magi, pagg. 288, Euro 17,00
Titolo originale: Um céu demasiado azul


Jaime Ramos non era autoritario, ma gli piaceva dare ordini e aspettare tranquillamente che le cose si sistemassero da sole. Se c’era una critica da fare a Jaime Ramos era che non si interessava alle cose con applicazione, impegno, coerenza e ovvietà. Spesso gli sembrava che lo infastidisse qualcosa, la pioggia, un omicidio, il sole, l’estate, l’ora di pranzo. Non era mai entrato nei particolari.

     C’è già tutto il carattere di Jaime Ramos, ispettore della polizia giudiziaria di Porto, in Portogallo, nelle prime due pagine del romanzo “Un cielo troppo blu”- e anche tutto, o quasi, dello stile di Francisco José Viegas. Uno stile realista con una punta di surreale, che procede zigzagando nella narrazione. Un ispettore umano, un po’ triste, pignolo, riflessivo, interessato alla vita, e alla morte. Jaime Ramos è seduto su una panca vicino al tavolo dell’obitorio dove è sdraiato un corpo. Ha appena tirato su il lenzuolo per coprirlo, “per restituire il cadavere a una certa intimità”, prima di iniziare un monologo silenzioso. In cui il morto avrebbe ascoltato tutto. E, anche nel caso avesse risposto, lui, Jaime Ramos, non sarebbe stato in grado di decifrare il linguaggio dei morti.
Sembra esserci una congiuntura di fatti sfavorevoli all’inizio dell’inchiesta di Jaime Ramos. Perché è estate, lui sta programmando le ferie, la sua compagna si è messa a dieta (mettendo indirettamente a dieta anche lui, quindi), e il suo capo gli telefona perché si occupi di questo morto il più discretamente possibile, perché è figlio di un dirigente ministeriale. La vittima è stata trovata nel bagagliaio della sua automobile- in passato è stato un militante comunista, ora era un pubblicitario di successo. Era appena rientrato in Portogallo da un viaggio nel Messico e a Cuba, dove era stato visto con una donna molto bella. Prima di morire era stato in un locale di strip tease con due donne- una di queste è scomparsa. Va da sé che verrà ritrovata, non temete…

     Per chi ha già letto il bellissimo “Lontano da Manaus” dello stesso autore e con lo stesso personaggio, non sarà una sorpresa doversi adattare al ritmo narrativo di Francisco José Viegas. Che interrompe il racconto dell’indagine appena iniziata per spostarsi su un’altra scena, nelle Azzorre, dove opera Filipe Castanheira, amico e collega di Ramos, fuggito dal Portogallo e dal suo passato cinque anni prima. E a tutta prima sembra che le vicende di Castanheira nulla abbiano a che fare con il morto Joao Alves Lopes- ma invece non è così. E in apparenza anche i viaggi di Ramos in Messico e a Cuba paiono essere semplici deviazioni e divagazioni- ma tutte le fila si riuniscono alla fine. E ad ogni modo sono deviazioni e divagazioni che indugiano sui pensieri di Ramos, che fanno riflettere anche noi. Come, Qualche anno fa, tutti siamo andati a Cuba, anche senza esserci andati…Per farci risvegliare bruscamente, perché il finale del romanzo è- per così dire- doppio. Credete che sia tutto risolto, sotto questo cielo blu come il blu più blu degli azulejos che azzurreggiano in ogni angolo del Portogallo, per poi scoprire che Ramos si esibisce in un doppio salto mortale e arriva alla verità che ha il gusto della pazienza della vendetta.

      E’ uscita soltanto adesso la traduzione di “Un cielo troppo blu” di Francisco José Viegas, ma il libro è del 1995 e precede di ben dieci anni “Lontano da Manaus” che la casa editrice La Nuova Frontiera pubblicò lo scorso anno. E anche se ci rallegriamo sempre per ogni nuovo romanzo pubblicato di un autore che abbiamo giudicato eccellente, non possiamo fare a meno di notare che questo “Un cielo troppo blu” ha ancora qualcosa di esplorativo nello stile, che anticipa molte delle caratteristiche che ci avevano colpito in “Lontano da Manaus”, senza però raggiungerne la pienezza. Solleticando la nostra curiosità, tuttavia, e il nostro desiderio di conoscere meglio l’ispettore Ramos.

la recensione è stata pubblicata su www.wuz.it


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