Voci da mondi diversi. Francia
cento sfumature di giallo
INTERVISTA A DOMINIQUE MANOTTI
Dominique Manotti è nata a
Parigi, non chiediamole l' età perchè non ha importanza, ha studiato alla
Sorbona, insegna Storia Economica all 'Università e, negli anni '70, è stata
responsabile sindacale per cinque anni. Parliamo con lei del suo primo libro
pubblicato in Italia, "Il sentiero della speranza", che ha la doppia
attrattiva di essere un noir e di avere un profondo coinvolgimento sociale.
Professoressa di Storia
Economica e sindacalista: mi sembra che le sue
esperienze di lavoro abbiano contribuito entrambe alla stesura del suo
romanzo.
Sì certo. La mia esperienza di storica e
sindacalista è decisiva nella scrittura di questo romanzo. Sindacalista
innanzitutto, perché è in quanto tale che ho vissuto lo sciopero del 1980 nel
quartiere del Sentier a Parigi, ed è sulla base di miei appunti personali che
ho strutturato il mio romanzo Il sentiero della speranza. Inoltre,
come sindacalista mi sono trovata in profondo disaccordo con i sindacati
francesi e con l'evoluzione della vita politica che ho deciso di scrivere.
E' anche vero che la mia formazione di storica mi è stata di grande aiuto nel momento in cui ho iniziato a scrivere, innanzitutto perché l' approccio di uno storico e quello di un autore di romanzi polizieschi sono molto simili: entrambi partono da indizi e ricostituiscono un discorso razionale. E in secondo luogo la storia mi ha dato la formazione necessaria per raccogliere la documentazione, per saperla manipolare e per saper costruire, in base a tali ricerche, un racconto coerente.
E' anche vero che la mia formazione di storica mi è stata di grande aiuto nel momento in cui ho iniziato a scrivere, innanzitutto perché l' approccio di uno storico e quello di un autore di romanzi polizieschi sono molto simili: entrambi partono da indizi e ricostituiscono un discorso razionale. E in secondo luogo la storia mi ha dato la formazione necessaria per raccogliere la documentazione, per saperla manipolare e per saper costruire, in base a tali ricerche, un racconto coerente.
Qual' è stato lo spunto
iniziale per un romanzo così ricco?
L' idea di partenza è stata quella di
rendere omaggio a una lotta sociale forte, originale e totalmente nascosta
perché è stata l' unica forma di protesta di immigrati clandestini che è
partita dalla loro condizione di lavoratori e non dal semplice fatto che erano
presenti sul territorio. Per questo motivo i turchi di cui parlo nel romanzo
vengono sempre presentati nella loro veste di lavoratori. Oggi i clandestini
sono considerati come persone presenti illecitamente sul territorio, pur
essendo spesso tutte persone che lavorano. Questa è stata l' idea di partenza
ma un romanzo non è un volantino, non è un discorso politico e da questo inizio
la storia ha seguito un suo svolgimento.
Perché il Sentier?
Il Sentier è il quartiere di Parigi nel quale si realizza tutta la
confezione di abiti in piccoli laboratori che completano la produzione delle
grandi fabbriche. Questo lavoro è interamente clandestino e tutto il quartiere
vive secondo regole proprie. Ed è il quartiere ad essere il vero protagonista
del romanzo.
Insolito il personaggio di
Daquin, il poliziotto gay, e il suo legame con il turco Soleiman.
Non è insolito trovare poliziotti gay, la
cosa insolita è il fatto che rivendica questa sua condizione anche all' interno
della polizia e che ne fa uno strumento di libertà personale.
La cosa che mi piace nel rapporto fra Daquin e Soleiman è che la loro relazione inizia nella violenza e nel ricatto, che Daquin si innamora di Soleiman e lo ama profondamente ma che fin dall' inizio sa che la storia finirà male. E gestisce il rapporto al contempo con violenza e rispetto fino alla separazione.
La cosa che mi piace nel rapporto fra Daquin e Soleiman è che la loro relazione inizia nella violenza e nel ricatto, che Daquin si innamora di Soleiman e lo ama profondamente ma che fin dall' inizio sa che la storia finirà male. E gestisce il rapporto al contempo con violenza e rispetto fino alla separazione.
Il romanzo è ambientato nel
1980 - ci sono stati molti cambiamenti per quello che riguarda la situazione
degli immigrati?
No, gli operai turchi sono stati
regolarizzati e sostituiti da altri clandestini. Attualmente il grosso del
lavoro clandestino nel settore della confezione è fatto da cinesi.
Questo è il primo romanzo di
una trilogia: anche negli altri due troviamo Daquin come investigatore nel
Sentier?
I due romanzi successivi della trilogia
riprendono gli stessi personaggi, il poliziotto Daquin e i suoi collaboratori,
ma non si svolgono più nel Sentier. Il secondo si svolge negli ambienti della
speculazione immobiliare, durante il tracollo del 1989, e tratta anche di
storie di droga e di scommesse ai cavalli; il terzo coinvolge l' ambiente del
calcio: lo scandalo, scoppiato nel 1990, dei trasferimenti dei calciatori, che
erano serviti per il riciclaggio del denaro sporco, e il fenomeno del
doping. L' obiettivo più o meno dichiarato era tracciare una cronaca degli anni
Ottanta, gli anni di Mitterand.
l'intervista è stata pubblicata su www.stradanove.net
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