Voci da mondi diversi. Asia
il libro dimenticato
FRESCO DI LETTURA
Tash Aw, “Mappa del mondo invisibile”
Ed.
Fazi, trad. Giuseppe Marano, pagg. 465, Euro 8,78
In un’isola dell’Indonesia il
sedicenne Adam vede portare via dai
soldati il padre adottivo Karl. E’ il 1964, siamo nel pieno di un’ondata di
nazionalismo che respinge gli stranieri verso le loro nazioni di origine, abbasso il colonialismo, abbasso gli
olandesi, abbasso gli inglesi che manovrano la giovane Malaysia di fronte
alle coste indonesiane, abbasso gli
americani. Karl ha preso da
molto tempo la cittadinanza indonesiana, è un
artista innocuo che ha eletto quelle isole come la sua seconda patria, ma
per gli indigeni resta sempre uno degli odiati colonizzatori olandesi. E così
Adam esperimenta un nuovo abbandono:
era troppo piccolo per ricordare quando la madre aveva lasciato in un
orfanotrofio lui e il fratello maggiore Johan, ma era invece abbastanza grande
per provare il senso di vuoto e di solitudine totale quando una famiglia malese
aveva portato via Johan, solo Johan e non lui. E aveva cinque anni quando aveva
seguito Karl che lo aveva adottato, dapprima impaurito e diffidente davanti a
quell’estraneo straniero e poi conquistato dall’affetto e dalla generosità di
lui. Tra le carte di Karl, Adam trova delle fotografie, il nome di una donna
che forse Karl ha amato e che ora insegna all’università di Giacarta ed è a lei
che si rivolge, perché lo aiuti a ritrovare suo padre.
Giacarta |
Il tema della ricerca è
centrale nel secondo romanzo di Tash Aw, ricerca
di persone scomparse, ricerca della propria identità e dell’identità della
propria nazione. Il filone principale in cui Adam rintraccia Margaret Bates
(americana nata in Indonesia che parla un indonesiano perfetto) e le chiede
aiuto per ritrovare Karl si intreccia con quello in cui il protagonista è Johan che vive a Kuala Lumpur con la
sua ricca famiglia adottiva, afflitto dai sensi di colpa per aver abbandonato
il fratellino. Potrebbe essere una seconda ricerca, quella di Johan per
ritrovare Adam e viceversa. In realtà è una ricerca sognata e mai effettuata.
Se ne parla, la si desidera, ma è come se ormai il legame famigliare si fosse
spezzato e non potesse più essere riallacciato. Ad un certo punto sembra che
Johan- meglio, il ricordo struggente di Johan- occupi un posto più importante
di Karl nel cuore di Adam, poi la realtà ha il sopravvento, il vincolo di amore
che Karl ha saputo creare è più forte di quello fraterno e Adam smette di
perdersi nei sogni e gli importa solo di
salvare suo padre.
Kuala Lumpur |
Si parla molto, in “Mappa del mondo invisibile”, di fisionomie e colore
della pelle. Si cerca di individuare nei vari personaggi la loro provenienza,
di quale delle isole siano originari, quasi che ognuno senta la necessità di collocare se stesso in un
preciso angolo del mondo, di sapere a ‘dove’ appartiene. Così come la
restituzione dei quadri trafugati e portati all’estero, prettamente indonesiani
con le loro scene di storia locale, assume un significato simbolico: è l’identità
nazionale che si riconsegna, insieme ai quadri ambiti da Sukarno.
I fermenti politici sullo
sfondo del romanzo di Tash Aw- è il 1964-, le scene delle masse di giovani
urlanti, la figura infida dello studioso di cui Margaret pensava di potersi
fidare e che invece mette nelle mani dell’ingenuo Adam la borsa con una bomba
da collocare nelle toilette dell’Hotel Java, sono stranamente attuali, la giusta ambientazione per un romanzo inquieto.
“Mappa del mondo invisibile” non è un romanzo folgorante come “La vera
storia di John Lim” (vedi post del 5 gennaio sotto la stessa etichetta). Ha lo stesso fascino di un linguaggio fortemente
evocativo, ma ha anche un che di non
finito che ci lascia in sospeso.
Seguo con il buono vacanza merano www.buonoaltoadige.com
RispondiElimina