Casa Nostra. Qui Italia
FRESCO DI LETTURA
Carmine Abate, “Tra due
mari”
Ed.
Einaudi, pagg. 193, Euro 9,50
Roccalba, Calabria. Un paese tra due mari, arroccato in
alto per spaziare su due azzurri sotto l’azzurro del cielo. E un fondaco in rovina, con una storia di
sangue e morti dietro di sé che lascia presagire un’altra storia di morte e di
sangue. E’ il Fondaco del Fico il vero protagonista del romanzo di Carmine
Abate, quella che un tempo era una locanda ed ora è un sogno in attesa di diventare realtà: Giorgio Bellusci, pronipote
dell’uomo sotto i cui occhi venne data alle fiamme la locanda per stanare dei
briganti che vi si erano rifugiati, lavora tutta la vita per ricostruire il
fondaco e ci riuscirà, ma…
Il romanzo di Carmine Abate incomincia
prima, però, quando Giorgio Bellusci,
negli anni ‘50, ha un altro sogno nel cuore- parte da Roccalba diretto a Bari per chiedere in moglie
una ragazza che appena conosce, che neppure sa che lui si è innamorato di lei.
E, in quello che è proprio un viaggio di avventura, incontra un tedesco, Hans Heumann, fotografo alle prime armi
destinato a diventare famoso, che gli offre un passaggio. In cambio Giorgio fa
scoprire la Calabria al tedesco: è per questi una rivelazione di luce e di
colori, l’entusiasmante punto di partenza della sua arte. Giorgio Bellusci
sposa e porta in paese la ragazza di Bari, diventa macellaio e sua figlia, per uno di quei casi strani
della vita, finirà per sposare proprio il figlio di Hans Heumann. Quando
Giorgio Bellusci può pensare concretamente a ricostruire il fondaco, suo nipote
Florian è già grande- è da lui che noi veniamo a sapere del nonno, dei suoi
genitori, dell’altro nonno che fa sempre il giovanotto con una nuova moglie
giovane, degli anni in cui nonno Giorgio, il Focubellu, era scomparso (che cosa
era quel mistero? che cosa era successo?) per poi ricomparire, magro e
invecchiato, accanto al grande falò di Natale: era un assassino suo nonno? e perché tutti lo rispettavano tanto
allora? di certo è un uomo che si impone, Giorgio Bellusci. Che sa quello che
vuole e va dritto per la sua strada, senza lasciarsi intimidire da alcun
ricatto e da alcuna imposizione. Il
prezzo da pagare è alto, altissimo, e il conto non si salda in una volta
soltanto. Il Fondaco risorge, bellissimo, con il dente annerito del vecchio
pezzo di muro inserito tra due nuove ali. Eppure lo sappiamo anche noi che
leggiamo, che i sogni non si avverano
così facilmente, che il tremore che avvertiamo non è solo quello di una
delle tante scosse di terremoto che squassano la Calabria.
“Tra due mari” è un libro molto bello in
cui il titolo diventa emblematico dell’incontro
tra due culture, non solo i due mari, il Tirreno e lo Jonio, dunque, ma
anche la Germania e l’Italia (una parte del libro si svolge ad Amburgo dove
Florian vive con la famiglia), con le differenze non solo di clima ma anche di
temperamenti. E allora, tutto quello che
accade giù al Sud, quelle storie di pizzo e di ‘ndrangheta e di vendette e
di omicidi violenti, viene visto in un’altra
luce più fredda, in contrasto con la luce abbagliante e stordente che tanto
aveva affascinato Hans Heumann più di mezzo secolo prima. Significa qualcosa,
che sia Florian Heumann a prendere il posto di Giorgio Bellusci, ad ereditare
il suo sogno, la sua caparbia volontà: eccolo,
il Fondaco del Fico, a cavallo sulla collina tra i due occhi di mare.
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