Voci da mondi diversi. Gran Bretagna e Irlanda
Storia
seconda guerra mondiale
il libro ritrovato
Frederick Taylor, “Dresda”
Ed. Mondadori, trad. Nadia
Cannata, pagg. 500, Euro 23,00
Dresda, l’antica Dresda
fittamente edificata, era in fiamme molto prima della mezzanotte e forse non
sarebbe potuta essere salvata, anche se la seconda ondata di bombardieri non
fosse mai arrivata. Il numero delle vittime sarebbe stato alto, paragonabile a
quello di altre incursioni analoghe lanciate sui centri storici di antiche
città durante la guerra area.
13
febbraio 1945, una delle date dell’ultimo anno di guerra impossibili da
scordare: tra le 22,13 e le 22,28 di quella notte l’aviazione
britannica sganciò 881 tonnellate di bombe sul centro di Dresda. Era solo
il primo di tre attacchi, seguito da un secondo un paio di ore dopo, reso
facile dalle fiamme degli incendi che divampavano in tutta la città illuminando
il bersaglio, e da un terzo, eseguito da bombardieri americani verso il
mezzogiorno del 14 febbraio. Il rapporto operativo dell’Intelligence Bomber
Command riferisce, “Si ritiene che
l’attacco sia perfettamente riuscito”, parole mortalmente definitive che
suonano come quelle tedesche, “L’ordine regna a Varsavia”. C’è stato un
silenzio di quasi mezzo secolo sul bombardamento di Dresda; quello che è
prevalso è stato l’atteggiamento espresso dallo scrittore Thomas Mann, “Io
penso a Coventry, e non ho obiezioni per la legge che tutto quello che si fa ha
un prezzo. O la Germania
credeva che non avrebbe mai dovuto pagare per le atrocità che il suo salto
verso la barbarie sembra rendere lecite?”.
E’ questo il quesito di fondo del
libro dello storico inglese Frederick Taylor, “Dresda”: la città era un obiettivo legittimo? E perché un attacco così devastante,
che provocò circa 40000 morti civili,
proprio sul finire della guerra? Taylor non si limita a scrivere quello che
avvenne la notte del 13 di febbraio, inizia con una storia della città, vanto e gioiello della Germania, colta e
raffinata, la “Firenze sull’Elba” famosa per suoi monumenti, per l’aria di
cultura che vi si respirava da secoli, per le fini porcellane. Una città che, già
distrutta da incendi in passato, ricostruita ancora più bella se possibile, era
passata indenne attraverso gli anni di guerra, tanto che i suoi abitanti si
erano convinti di essere stati graziati, che Dresda sarebbe stata risparmiata per
rispetto alla sua bellezza.E tuttavia, come Taylor mette in chiaro, non è vero che non ci fossero industrie belliche a Dresda. Anzi, la maggior parte delle industrie, compresa la famosa Zeiss-Ikon produttrice di macchine fotografiche, erano state convertite, sotto copertura, ammantate dall’aura intellettuale della città. Come poteva essere una sorpresa il bombardamento di Dresda? Taylor rievoca i blitz tedeschi su Londra, la distruzione di Coventry, e poi i bombardamenti degli alleati su Lubecca, su Amburgo e su altre cittadine vicine a Dresda. Esamina pure gli atteggiamenti ufficiali riguardo agli attacchi massicci su obiettivi civili: già nel 1921 il generale italiano Douhet considerava giustificabile l’uccisione di civili su vasta scala, avvallando non solo l’uso delle bombe ma anche di gas velenosi.
la Hofkirche oggi. Sopra, dopo il bombardamento |
la recensione è stata pubblicata su www.wuz.it
Ciao a tutti,
RispondiEliminase qualcuno è interessato, vendo il libro "Dresda", di Frederick Taylor. Contattatemi all'indirizzo chiara.montefusco@gmail.com.
Grazie,
Chiara
Può sembrare cinico ciò che sto per dire ma per capire meglio la tragedia di una guerra bisogna contare il numero dei morti perché i popoli che hanno pagato il prezzo più alto alla fine della seconda guerra mondiale mondiale
RispondiElimina(in termini di vittime civili), vanno rispettati e ricordati più di altri.
Andate a guardare questa triste classifica su Wikipedia ed avrete delle sorprese.
Il bombardamento di Dresda come di altre città tedesche programmato con cattiveria (perché usare il fosforo? Perché attendere l'arrivo dei soccorsi per eseguire nuove ondate di bombardamenti ?) Non ha giustificazioni. Purtroppo chi vince ha sempre ragione e nessuno si azzarda a criticare. Ma gli storici stanno evidenziando finalmente queste cattiverie gratuite..
RispondiEliminaDa una parte e dall'altra si sono compiute barbarie ingiustificate