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Voci da mondi diversi. Europa dell'Est
Varujan Vosganian, “Il libro dei sussurri”
Ed. Keller, trad. Anita Natascia
Bernacchia, pagg. 470, Euro 18,50
Leggiamo lo straordinario libro di Varujan
Vosganian e pensiamo, ‘è una folla di ombre che sussurrano, quella che popola
le pagine di questo “Libro dei sussurri”.’ Subito dopo ci correggiamo. No, è
una folla di uomini e donne che paiono vivi e balzano fuori dalle pagine, e, se
la loro voce sembra un sussurro, è perché ci arriva da un tempo lontano,
soffocata dal fragore della Storia.
“Il libro dei sussurri” è l’epopea degli
armeni, è la storia della famiglia dello scrittore (che è anche un economista,
matematico, professore universitario, è stato Ministro dell’Economia e del
Commercio in Romania ed attualmente è senatore del Parlamento), di amici e
conoscenti, della Romania stessa durante il tremendo secolo breve pieno di
orrori. Ma è una storia che valica i confini della Romania, perché gli armeni,
come gli ebrei, sono sempre stati ‘erranti’, sospinti da persecuzioni e
intolleranza. Come gli ebrei, anche gli armeni sognavano una patria armena-
quel triangolo di terra schiacciato tra altri stati e lontano dal mare che
sarebbe diventato una repubblica socialista sovietica nel 1936, acquistando
l’indipendenza solo nel 1991. Un’Armenia in cui sarebbero stati incoraggiati
(forzati?) ad emigrare alla fine della guerra ma in cui non avrebbero affatto
trovato l’abbondanza promessa. E tuttavia le pietre dell’Armenia erano meglio
delle terre gelate della Siberia, meta delle deportazioni del 1949.
Convogli, deportazioni, marce forzate- l’orrendo vocabolario dei
genocidi del secolo XX. L’eccidio degli armeni ad opera dei turchi nel 1915
occupa la parte centrale del libro di Varujan Vosganian. E le tappe del viaggio
nell’inferno, di campo in campo, fino al cuore del deserto della Mesopotamia,
sono come una discesa di girone in girone: settimo e ultimo girone,
Deir-ez-Zor, la fine di tutto, il luogo in cui nessuno piangeva più lacrime ma
il pianto veniva fuori ‘come un gemito ininterrotto a bassa voce’. Il numero
dei morti è controverso. I turchi hanno sempre negato che si trattasse di
genocidio- 300.000 i morti, secondo loro. Due milioni e mezzo, secondo gli
armeni. Un milione e trecentomila, secondo gli storici britannici. Importavano
i numeri a Sahag Sheitanian, il ragazzino che portava un messaggio scritto
sulla schiena e che sarebbe vissuto per un periodo della sua vita con il nome
di Yusuf, datogli dagli arabi che lo avevano salvato?
Sahag Sheitanian è uno dei tantissimi nomi
che ricorrono spesso in questo libro che spazia leggero avanti e indietro nel
tempo, che racconta di cose che lo scrittore ha sentito raccontare da bambino,
che mescola fatti reali e altri che hanno il sapore della leggenda- come le
armi nascoste del generale Dro- inserisce storie dentro altre storie. E,
soprattutto, salva i morti dall’oblio. Sahag era il genero di nonno Garabet, la
figura più imponente di tutto il libro, forse perché la più amata e quella che
riesce a farsi amare di più da noi. Nonno Garabet che è il cultore della
memoria, il destinatario dei pacchetti che contengono i cavallini di legno- e
lui sa che cosa significa il messaggio. Ogni cavallino è un morto (e una
storia), vendetta eseguita. Ogni cavallino simile al giocattolo del fratellino
deportato di Misak Torlakian, uno degli agenti della missione Nemesi, del tipo
di quella di Simon Wiesenthal circa venticinque anni più tardi, per non lasciar
impuniti i responsabili dei massacri degli armeni.
“Il libro dei sussurri” non si può e non si
deve riassumere. E’ così vasto, così ricco, così speciale che si deve leggere
ascoltando i sussurri, le voci, le grida di coloro che continuano a vivere
nelle parole dello scrittore. Il quale è qualcosa di più di un semplice
narratore. Varujan Vosganian entra nelle storie che racconta, le risvolta, ce
le presenta come le ha vissute lui da bambino- attraverso i francobolli, ad
esempio, ogni francobollo un armeno in esilio.
Un libro indimenticabile per non
dimenticare.
la recensione è stata pubblicata su www.stradanove.net
lo scrittore Varujan Vosganian
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