cento sfumature di giallo
il libro ritrovato
Alessia Gazzola,
“L’allieva”
Ed. Longanesi, pagg. 369, Euro 18,60
E’ giovane. E’
simpatica. E’ laureata in medicina e sta facendo la specializzazione in
Medicina Legale. Condivide un appartamentino con la giapponese Yukino, a Roma
per motivi di studio. Ha un fratello fotografo (lei sospetta che sia gay- non
lo è), dei genitori che lei va a trovare regolarmente. E’ un poco innamorata
del bel Claudio Conforti, il genio dell’Istituto di Medicina Legale. Che non la
degna di uno sguardo, salvo che per fare dell’ironia su di lei. Perché lei è
distratta, si tira indietro davanti a compiti spiacevoli, una volta ha lasciato
cadere a terra il prezioso teschio che il grande capo, il Boss, il Supremo
(così lo chiama lei, piena di vera ammirazione), usa durante le lezioni- e il
teschio si è fracassato, naturalmente. Il massimo della sua sbadataggine è
quando smarrisce il cadavere adagiato sulla barella che deve spingere da un’ala
all’altra dell’istituto…
“Sapevo già che lei è distratta. Un
po’ dormiente. Ha commesso errori irripetibili. Ha sbagliato a compilare
documenti, ha letteralmente frantumato dei reperti, si è tirata indietro di
fronte a esumazioni. Ma che fosse capace di smarrire una salma, non l’avrei mai
creduto possibile. Lei è riuscita in qualcosa di unico, Allevi: nessuno che io
conosca, anzi, forse nessuno al mondo ha mai raggiunto tali vette di
inettitudine. Perdere un cadavere…”
Si chiama Alice Allevi ed è la protagonista del romanzo
“L’allieva”, ottima opera prima di Alessia Gazzola, lei stessa specializzanda
in Medicina Legale. Una che sa di che cosa sta scrivendo, e non solo per
sentito dire, insomma. Ci conquista subito, la voce narrante di Alice- quando
Arthur, il giornalista di cui si innamora (ricambiata), la chiama scherzando, Alice in Wonderland, ‘Alice nel paese
delle meraviglie’, l’allusione al personaggio di Carroll ci sembra
perfettamente appropriato per lei che avanza nei corridoi dell’istituto
rischiarandoli con il suo brio, la sua freschezza, persino con la sua
insicurezza e voglia di piacere.
Tutto incomincia
quando Alice entra in un negozio per acquistare un abito adatto per la festa di
beneficenza organizzata dai medici. E’ incerta su quale scegliere. Un’altra
cliente del negozio, una ragazza bruna e bellissima, la spinge a comprare un
vestitino nero. E, poco dopo, Alice non può fare a meno di ascoltare una breve
conversazione telefonica della sconosciuta. Quando, proprio la sera della festa
e a seguito di una chiamata della polizia, Alice accompagna Claudio Conforti ad
un sopralluogo, per lei è una terribile sorpresa scoprire che la giovane donna
che giace a terra morta è la stessa che le ha consigliato l’abito che ora sta indossando. A quanto pare si tratta di
shock anafilattico: Giulia Valenti era allergica al paracetamolo. Di certo si
era iniettata qualcosa d’altro. Era sola? Pare difficile, visto che una siringa
viene rinvenuta nel cassonetto in strada. Si è trattato di un incidente?
Suicidio? Omicidio? Alice si sente inquieta pensando alla telefonata che ha
sentito…
La trama scorre
veloce, forse sarebbe meglio che Alice non si occupasse del caso, perché si
sente stranamente coinvolta, per la casualità del suo incontro con Giulia il
giorno prima della sua morte. La sorella maggiore di Giulia sembra sfruttare
l’interesse di Alice, spingendola a fare analisi del dna di persone della sua
famiglia senza che questi sappiano nulla di ciò- qualcosa di illegale per cui
Alice corre il rischio di essere radiata dall’ordine. Eppure Alice non sa
sottrarsi alla richiesta, anche perché il solo fatto di essere capace di
cavarsela da sola è di conforto per lei, che- come le è stato più volte
ripetuto- potrebbe non essere ammessa all’anno seguente della specializzazione.
E finisce per provare che ha avuto un ottimo intuito, anche se nessuno voleva
darle retta.
E’ frizzante, la narrativa di Alice Allevi/Alessia Gazzola.
Perché mescola il filone ‘giallo’ con quello rosa (non un rosa stucchevole)
degli amori di Alice e con quello più serio delle ricerche anatomopatologiche-
sempre ravvivato, questo, dai battibecchi e dalle rivalità interne
dell’istituto, nonché dalle gaffes divertenti di Alice che ce la rendono ancora
più teneramente simpatica. Un finale dal gusto un po’ amaro che è un omaggio ad
una sinistra intelligenza.
la recensione è stata pubblicata su www.wuz.it
La scrittrice Alessia Gazzola
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