Voci da mondi diversi. Gran Bretagna e Irlanda
prima guerra mondiale
il libro dimenticato
FRESCO DI LETTURA
Rebecca West, “Il
ritorno del soldato”
Ed.
Neri Pozza, trad. B.Bini, pagg. 143, Euro 10,20
Baldry Court, 1916. Una splendida tenuta nell’idilliaca campagna inglese, quanto di più lontano possibile dal
fango delle trincee e dagli orrori di una guerra di cui arrivano voci attutite.
Il romanzo di Rebecca West si apre con due
assenze e due presenze: Chris è al
fronte, il piccolo Oliver è morto da tempo, nella casa rimodernata
e perfetta vivono Kitty, la moglie di Chris e la cugina di lui, Jenny. Giornate
lunghe e fatte di niente. Si nomina, ogni tanto, Chris, sperando che non gli
succeda nulla e che ritorni presto. Pare strano che la stanza da gioco di Oliver
sia usata dalla sua mamma per sedersi al sole facendosi asciugare i capelli-
c’è qualcosa di fatuo in questo, manca un accenno al dolore. Si
sottolinea tutto quello che è stato cambiato, nella casa e nel giardino, per
volontà di Kitty, e anche questo è strano, c’è qualcosa di lezioso nella cura della bellezza delle cose quando il mondo sta andando in pezzi.
Poi entra in scena
Margaret, la donna rozza dalle
‘brutte’ mani, dal ridicolo cappello di paglia nero e l’incerata gialla: che
cosa ha a che fare questa donna con la raffinatezza di Baldry Court? Anche lei
non sa come dirlo, e quello che dice ha dell’incredibile. Chris sta male, è in
un ospedale di Boulogne. La moglie e la cugina non le credono: come fa a
saperlo questa estranea? Sarebbero dovute essere loro a ricevere la notizia.
Ecco, qui sta il punto, che Margaret cerca di far capire con la delicatezza di
cui è capace: lei conosceva molto bene Chris. Ma era quindici anni prima.
Rebecca West |
La letteratura inglese è
ricca di romanzi, di poesie e di personaggi che hanno vissuto questa esperienza
traumatizzante. E Chris, come molti di loro, è vittima della sindrome, mai
messa a fuoco prima, dello shock della
guerra. Non ha ferite sul corpo, Chris. Non è severamente menomato come
Lord Chatterley. Ma ha cancellato dalla
memoria quindici anni della sua vita.
Non riconosce né la moglie né la
casa così com’è ora. Riconosce,
invece, sotto le nuove rughe, la pelle sciupata, il corpo un po’ sfatto, la
donna che ha amato quindici anni prima e che per lui è rimasta la ragazza di
allora. Sarà necessario un altro shock (ed è strano che né Kitty né Jenny ci
abbiano pensato) per fargli ricordare tutto e farlo guarire.
Che
cosa significa, però, la guarigione di Chris? E’ un bene o un male per lui? I
cancelli del giardino dell’Eden si sono chiusi per sempre, il primo amore deve
essere relegato in un cassetto della memoria, Chris deve fare i conti con il
sentimento che lo ha portato a sposare la donna che pare, bella e raffinata,
sì, ma scialba e fredda al confronto con Margaret. Soprattutto, se è guarito,
Chris deve tornare al fronte, alla
guerra che la misericordia dell’oblio ha allontanato da lui. E allora il titolo
“Il ritorno del soldato” acquista un
doppio significato- ritorno a casa e ritorno alle trincee.
Lo stile raffinato di
Rebecca West è quello del così tipico understatement
inglese. La tragedia dei corpi dilaniati e delle grida e del sangue, il dramma
degli storpi che tornano a casa per soffrire una mancanza di riconoscimento
inversa a quella di Chris, il dolore bruciante della perdita- tutto questo è
lontano dal mondo del romanzo della West. Bisogna
cercarla, la tragedia, nascosta dietro l’idillio verdeggiante di Baldry
Court. Ma è là, nel passo di Chris che
incespica sugli scalini (non c’erano, prima), nella stanza che ora serve solo
ad una donna un po’ frivola per asciugarsi i capelli.
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