Voci da mondi diversi. Francia
romanzo di formazione
FRESCO DI LETTURA
Faïza Guène, “Un uomo non piange mai”
Ed. Il Sirente, trad. F. Pistono, pagg. 240, Euro 15,00
Nizza. Una famiglia di immigrati algerini.
Padre, madre, due figlie e un figlio. E’ lui, Mourad, la voce narrante del
romanzo della giovane Faïza
Guène. Bambino all’inizio del libro, neo-professore di francese alla fine-
niente male come risultato per un pied-noir.
Niente male come punto di arrivo per un ragazzo coccolato dalla madre perché
unico maschio, con un padre analfabeta che fa il calzolaio di mestiere. Anche
se Mourad non è il primo ad andarsene di casa- anni prima di lui la sorella
maggiore Dounia è uscita di casa in maniera plateale salendo sull’automobile di
un uomo con occhiali scuri e un vistoso orologio al polso. Di lei non si poteva
più parlare, Dounia non faceva più parte della loro famiglia. Perché una brava
ragazza algerina si comportava in maniera diversa, imparava a cucinare, si
sposava con un uomo scelto dai genitori, metteva al mondo dei bambini. Sempre
rispettosa dei genitori. Come avrebbe fatto l’altra sorella di Mourad, rendendo
felice la madre. Non importava se Dounia era diventata avvocato, se era entrata
in politica, se era alla guida di un movimento femminista. Nessuna di queste
cose, nessun suo successo le avrebbe portato il perdono dei genitori, e
tantomeno lei era disposta a perdonare loro
per averla tagliata fuori.
Con un linguaggio vivace e moderno, con una colorita spruzzata di parole
arabe, Mourad ci racconta dei problemi del distacco generazionale a cui si
aggiungono le difficoltà di integrazione: non c’è proprio nulla in comune tra
la cultura che i suoi genitori si sono portati dietro dall’Algeria e quella in
cui loro, i figli, crescono, in Francia. E’ una strada irta di ostacoli che
devono percorrere, per non essere diversi dai compagni e, dall’altra parte, per
non incorrere nelle ire della madre- un personaggio simpatico e a volte
irritante, con le sue esagerazioni e i suoi ricatti affettivi, l’importanza che
dà al cibo come dimostrazione d’amore e, di conseguenza, alla floridezza fisica
come prova del benessere. E’ una madre molto umorale, mediterranea, possessiva,
intransigente. Per Mourad è una fortuna il doversi allontanare da Nizza per
andare a insegnare a Parigi- altre difficoltà, altri problemi per il confronto/scontro
con gli alunni e il ritratto di un cugino che ha trovato la sua soluzione
fortunata: vive con una donna molto più anziana che si bea in quello che lei
crede sia amore.
Ogni personaggio trova la sua collocazione nel romanzo di Faïza Guène, ogni lettore può
simpatizzare con l’uno o con l’altro, con Dounia che non vuole assomigliare
alla madre ma che finisce per essere simile a lei nella sua intransigenza, con
la sorella più mite che, forse per differenziarsi da Dounia, ha fatto una
scelta opposta alla sua e si trova bene nel modello tradizionale di donna
algerina, con Mourad, il più fragile dei figli, con il peso delle parole del
padre che gli risuonano negli orecchi, ‘un uomo non piange mai’, con il padre,
infine, il più comprensivo e tollerante, che confessa solo a Mourad il
desiderio di rivedere la figlia prima di morire e che si mette a piangere-
proprio lui- quando la incontra dopo anni.
la scrittrice sarà presente al Salone del Libro di Torino
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