Casa Nostra. Qui Italia
guerra civile spagnola
il libro ritrovato
Antonio Steffenoni,
"Paloma è tornata"
Quante cose si possono voler dire
in tre parole, "Paloma è tornata". Un nome di donna, un verbo che
implica un'attesa e una sorpresa. E l'attesa può essere stata vissuta con ansia
e desiderio, o con timore. Paloma può essere tornata perché i casi della vita
l'hanno fatta tornare, per riprendere le fila del passato, per vendicarsi,
chissà. E comunque perché Paloma sia tornata ci viene detto lentamente, ma non
è la lentezza la prima qualità di un torero? Non è con la sua lentezza che il
torero gioca a placare la furia del toro? Nel raccontare una storia la lentezza
giustamente calibrata dà spazio ad altre storie, costruisce il personaggio
principale, dà voce ai personaggi secondari. E' Paco, il banderillero di
Antonio Sagarra Campos "il Rosso", che racconta, facendosi da parte
per lasciar parlare Antonio, l'amico Santiago, il suocero di Antonio, a
integrare una storia che riguarda un intero paese e affonda in un passato che,
come ama dire Antonio citando i greci, si stende davanti a noi perché è l'unico
tempo che possiamo vedere e che conosciamo.
E così il tempo del racconto si
sposta di continuo, tra il presente, una sera di giugno 1977 a una settimana
dalle prime elezioni del dopo-Franco, nella plaza de toros di Barcellona dove
Antonio è tornato a toreare dopo un'assenza di dieci anni, un passato recente
in cui la ricomparsa di Paloma assume per Antonio un significato politico più
che sentimentale, il tempo più lontano in cui il più acclamato torero di Spagna
aveva perso la testa per questa donna affascinante che non aveva mai lasciato
il marito, e un lontanissimo 1936, quando Antonio era stato obbligato a
guardare i falangisti che violentavano sua madre e ad affrontare il suo primo
toro. Era diventato il torero "sole e ombra", scintillante di talento
ombreggiato dai suoi ricordi, e aveva usato questo talento come una sfida verso
il franchismo che aveva distrutto la sua famiglia, perché lui, grazie alla sua
fama, era "intoccabile" e per questo gli venivano affidati i compiti
più rischiosi dall'opposizione. Finchè era iniziata la storia con Paloma, e Antonio era stato sospettato di fare il doppio gioco e obbligato a scegliere. Si era disintegrato, Antonio, aveva chiuso con le corride dopo un'ultima drammatica esibizione in cui era stato incornato. E se adesso decide di tornare a toreare, non è per lei, Paloma, come non era stato a causa sua che aveva smesso. E' per poter fare un'ultima clamorosa denuncia, perché i suoi amici non siano morti invano, perché una nuova Spagna non può iniziare con la collaborazione (ma non era più giusto il termine "collaborazionismo" che si usava in guerra?) con dei criminali franchisti come José Luis Aguilera Fuentes, marito di Paloma. Non è un romanzo d'amore, il libro di Steffenoni. C'è anche l'amore, ma ci sono l'amicizia, gli ideali politici, il valore della dignità personale, la necessità del coraggio, espressi attraverso la metafora della corrida, la lotta contro forze oscure che richiede assoluto controllo di sé e rispetto di regole fisse perché soltanto questo impedisce all'uomo di scendere ad un livello bestiale, in questa e in qualunque guerra.
la recensione è stata pubblicata su www.stradanove.net
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