mercoledì 27 aprile 2016

Alicia Giménez- Bartlett, "Riti di morte" ed. 2002

                                    Voci da mondi diversi. Penisola iberica
   cento sfumature di giallo
   il libro ritrovato

Alicia Giménez- Bartlett, "Riti di morte"
 Ed. Sellerio, pagg.388, Euro 12,00

    Quarta avventura della coppia investigativa Petra Delicado e Garzón Fermín, anche se in Spagna "Riti di morte" è stato il primo libro della fortunatissima serie. E, come spesso accade per i primi libri, questo è fulminosamente accattivante, con i due personaggi che qui vengono introdotti con abbondanza di particolari e che  sono di una simpatia unica. La trama gialla: siamo a Barcellona e c' è un violentatore seriale che sceglie sempre un certo tipo di vittima - ragazze dal fisico minuto, scialbe - e poi lascia su di loro un marchio, come un fiore sul braccio, impresso con sottili punte di argento rodiato. In una seconda aggressione il maniaco uccide una delle ragazze - ma non si credeva di averlo già individuato e fermato? Un caso che ha disturbanti risvolti psicologici e nel quale Petra si sente coinvolta emotivamente come donna, anche se, proprio in quanto donna, si trova a dover affrontare la discriminazione da parte di colleghi e superiori.
    Se volevamo sapere di più su Petra e Fermín dopo aver letto gli altri libri, in "Riti di morte" la Giménez-Bartlett soddisfa la nostra curiosità, tracciando un ritratto magistrale dei due personaggi, aggiungendo pennellata su pennellata, ritoccando, correggendo, sottolineando. Petra ha girato pagina nella sua vita: ha alle spalle due matrimoni falliti, ha abbandonato la carriera di avvocato per entrare nella polizia, ha una nuova casa. In apparenza mal accoppiati, Petra e Fermín: diffidente lui nei confronti di un superiore donna, reticente e quindi buffo nel linguaggio - mica si può parlare volgarmente davanti a una donna -, scettico davanti ai sistemi di interrogatorio e di indagine della collega, sospettoso nei riguardi del suo passato di bis-divorziata; prevenuta e impaziente lei verso questo poliziotto vicino al pensionamento, goffo, lento, provinciale. Petra è spietata nei suoi giudizi, innumerevoli sono i paragoni e gli epiteti che le vengono in mente. Fermín è un "panzone imperturbabile", sembra "un autista da carro funebre", un "cantante di tango", un "domatore di orsi", ha occhi "da pesce fritto", da "gufo assorto", sembra un "tricheco", un "pinguino", e altro ancora. Poi, lentamente, gli scontri verbali diminuiscono. Lavorando insieme ognuno dei due impara ad apprezzare l'altro, proprio per quelle qualità che all'inizio sembravano negative; l' atteggiamento brusco di lei è la schiettezza e il coraggio di cambiare il corso della propria vita, e la lentezza di lui nasconde capacità di riflessione, onestà, lealtà e integrità. Il caso viene risolto, si appiana la battaglia tra i due sessi nel filone giallo e nella cornice investigativa. 
   Un thriller per chi sa apprezzare il genere di giallo elegante, non violento e ricco di sfumature, una lettura intelligente, divertente e frizzante. Assolutamente da non perdere, sia per chi non conosce ancora Petra e Fermín e ne rimarrà incantato, sia per gli affezionati lettori della Giménez-Bartlett.

la recensione è stata pubblicata su www.stradanove.net




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