Voci da mondi diversi. Penisola iberica
FRESCO DI LETTURA
Alicia
Giménez-Bartlett, “Uomini nudi”
Ed. Sellerio, trad. Maria Nicola, pagg. 440, Euro 16,00
Quattro personaggi. Quattro solitudini. Quattro maniere differenti
per reagire alla crisi, personale o
della Spagna che, come l’Italia, ha conosciuto il crollo dell’economia. I quattro
personaggi di ambienti diversi finiscono
per incontrarsi nelle pagine del romanzo “Uomini nudi” di Alicia
Giménez-Bartlett, vincitore del Premio Planeta 2015, a cui continueremo a
pensare dopo aver terminato il libro, non potendo fare a meno di esprimere un
giudizio su di loro, chiedendoci quali
scelte avremmo fatto noi, al loro posto.
Irene, 42 anni. Gestisce la fallimentare azienda paterna. Dopo
quindici anni di matrimonio, il marito la lascia per una donna più giovane. A
parte lo smacco, ad Irene non importa molto. E’ seccata dagli sguardi
compassionevoli degli amici, questo sì.
Javier. Insegna letteratura spagnola
come materia integrativa nel liceo di una scuola privata. Con i tagli alla
cultura, Javier perde il posto. Non ha mai avuto ambizioni, Javier. Gli bastava
la sua piccola vita, il tempo per leggere.
Genoveva,
cinquantenne, bandita dal giro di amicizie di Irene per il suo
comportamento ‘libero’. E’ stata lei a lasciare il marito più anziano anni
prima per andarsene con un uomo più giovane, una relazione finita presto.
Circolano tante voci sugli amorazzi di Genoveva, lei ci ride su.
Iván, conoscente
casuale di Javier. Iván è un buzzurro, bel fisico e niente cultura. Da un lato
ha il fascino della vitalità, della forza con cui reagisce ai colpi del destino,
dall’altro c’è qualcosa di animalesco in lui, di nuda brutalità.
Quando Javier non riesce a trovare nessun
impiego (a chi serve un professore di lettere nel nostro mondo?), Iván gli
propone di lavorare nel locale dove lui si esibisce in uno spettacolo di spogliarello maschile. La reazione di Javier
è quella che ci si può aspettare. Javier è un ingenuo che conosce la vita
attraverso i libri, non sapeva neppure che esistessero locali del genere, si
stupisce che l’amico sia capace di denudarsi davanti ad un pubblico- be’, forse
Iván può farlo, ma lui proprio no-, poi si lascia convincere. Piuttosto che
restare a casa a fare niente…Da qui il passo seguente è accettare di fare l’escort- come lo definisce Iván per
rendere il lavoro ‘più fine’-, in parole semplici Javier diventa un prostituto.
Sarà così che le due donne incontrano i due personaggi maschili.
Le quattro voci narranti si alternano
senza stacco nel romanzo di Alicia Giménez-Bartlett, a volte sono monologhi o
riflessioni interiori, a volte sono dialoghi- uno stile perfetto per entrare
dentro ognuno di loro, per coglierne le diversità. In tutti e quattro, ma
soprattutto in Javier, è la crisi globale che avvertiamo, non solo la crisi
economica ma la crisi dei valori nella
nostra società. In Javier- il professore che parla di questi libri- vediamo
un don Chisciotte che lotta contro i mulini a vento in difesa di una cultura
che non interessa più a nessuno, un Raskolnikov che commette atti insani
(Javier regala “Delitto e castigo” a Iván, illudendosi di ‘elevare’ l’amico),
il protagonista della tragicommedia cinquecentesca “La Celestina” che è una
parodia dell’amor cortese (ne suggerisce la lettura a Irene).
Servono a
qualcosa i grandi ideali quando non si hanno soldi per pagare l’affitto? L’umiliazione di Javier è anche la
nostra, lettori voyeur, e non possiamo non simpatizzare con lui e trovare
odiosa Irene, viziata ed egoista, che gode semplicemente a guardare l’uomo nudo
davanti a lei, come fosse un oggetto. Almeno Genoveva e Iván non sono ipocriti-
e qui ci sarebbe da fare un discorso sulle sfumature delle diverse classi
sociali, sui cambiamenti dei modelli maschili e femminili, sul valore di quella
cultura che ha ceduto il posto a quello dei soldi.
Raskolnikov |
Gli ‘uomini nudi’ del romanzo della
Giménez-Bartlett sono gli
spogliarellisti che si denudano durante lo spettacolo, sono gli uomini nudi privati della loro dignità
davanti ad Irene, sono tutti gli esseri
umani quando mettono a nudo la loro vera natura. E’ una tragedia che
finisce in una tragedia più grande, “Uomini nudi”, ben diversamente dal film
che tutti ricordiamo, “Full Monty”
del 1997, dove l’occasionale spettacolo di spogliarello che coinvolgeva uomini
disperati ma non certo adoni era divertente
e provocatorio. E’ un romanzo che impiega il paradosso per risvegliare la consapevolezza.
la recensione sarà pubblicata su www.stradanove.net
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