vento del Nord
cento sfumature di giallo
il libro ritrovato
Maj Sjöwall e Per Wahlöö, “L’autopompa fantasma”
Ed. Sellerio, trad. Renato Zatti,
pagg.352, Euro 12,00
Titolo originale:Brandbilen som försvann
Quando Gunvald Larsson sollevò per l’ultima volta lo sguardo in
direzione dell’appartamento in alto a destra, vide una figura spettrale ardere
come una torcia e afflosciarsi in una penosa spirale tenendo le braccia sopra
la testa, per poi sprofondare e scomparire alla sua vista. Gustav Larsson
suppose che quello fosse il quarto partecipante alla festa e prese atto
dell’impossibilità di correre in suo aiuto.
E’ qualcosa da
attendere con ansia gioiosa, l’annuale appuntamento con un romanzo di indagine
poliziesca della coppia di scrittori svedesi Maj Sjöwall e Per Wahlöö,
pubblicato da Sellerio. E se questa è un’osservazione che abbiamo già fatto, ce
ne scusiamo. Ma la ripetizione è inevitabile come il piacere che deriviamo
dalla lettura. Un godimento tranquillo, perché i romanzi di Sjöwall e Per
Wahlöö non sono certo di quelli che suscitano brividi di orrore, e neppure ci
fermano i battiti del cuore per la paura di quello che sta per accadere. Non
sono mai cruenti, non contengono scene raccapriccianti. Nella breve
introduzione a “L’autopompa fantasma” i due scrittori spiegano che “con la serie “romanzo su un crimine”, che abbiamo pianificato in dieci parti,
intendiamo analizzare la società borghese del benessere; cerchiamo di guardare
la criminalità in rapporto alle dottrine politiche ed ideologiche di tale
società”. Ecco spiegato perché terminiamo di leggere un romanzo e vorremmo
leggere subito quello seguente- perché sono dieci parti di un unico romanzo, e
poiché si tratta sempre di crimini per così dire ‘normali’, siamo in grado di
rispecchiarci nella società che li provoca, anche se sono stati scritti alla fine
degli anni ‘60.
All’inizio de “L’autopompa fantasma” un
poliziotto sorveglia una casa in una zona isolata di Stoccolma. Sono i primi di
marzo, fa ancora molto freddo. Arriva a dargli il cambio l’ispettore Gunvald
Larsson e alle 11,21 di notte la casa salta in aria sotto gli occhi di questi.
Una scena apocalittica, Gunvald scopre di avere la stoffa dell’eroe, salva otto
delle dieci persone che si trovavano nei quattro appartamenti. E’ stato un
incidente? C’era un sexy party al secondo piano…O un incendio doloso? L’uomo
morto al primo piano giaceva sul letto completamente vestito e aveva chiuso
accuratamente ogni possibile fessura, prima di aprire il gas. Ma, che strano,
aveva la schiena completamente carbonizzata…
Va da sé che la trama si
concentrerà sulla identificazione della vittima, prima, sulla ricerca dell’uomo
che forse era il suo socio in affari, poi, e infine- dopo che affiorano
(letteralmente, almeno per uno) altri due morti- sulla cattura del colpevole. E
sì, c’è un momento di brivido finale, ma l’ordine viene ristabilito, come in
tutti i romanzi polizieschi della migliore tradizione, e il lettore si
tranquillizza.
Una delle
particolarità dei romanzi di questa coppia di svedesi che molti scrittori
nordici considerano come i loro maestri è che, accanto a Martin Beck, il
commissario di polizia che è il personaggio principale, ci sono i suoi
colleghi, tutte figure rappresentate con tale perizia da non restare in secondo
piano: è l’intero corpo di polizia ad essere protagonista dei romanzi. Il
pacato Martin Beck che cerca di sottrarsi ai fine settimana in compagnia della
moglie; il grasso Kollberg che è diventato padre da poco e fa sesso spesso e
volentieri con la moglie; il sanguigno Larsson che è l’unico a provenire da un
ambiente alto borghese, ama le scarpe italiane e gli abiti di sartoria;
Rönn
che ha regalato al figlioletto di quattro anni l’autopompa citata nel titolo:
il giocattolo misteriosamente scompare, viene ritrovata in una scena buffa da
un poliziotto di Malmö, famoso per il suo fiuto, ed è come se gli scrittori
avessero strizzato l’occhio al lettore: una soluzione semplice, anche sulla
scena dell’incendio c’era stata un camion fantasma dei pompieri…
E’ tutto piacevolmente sottotono, nei
romanzi di Sjöwall e Wahlöö, anche l’umorismo dei dialoghi, il fiele delle
frecciate che i colleghi si rivolgono: tutto elegante, di gran classe.
la recensione è stata pubblicata su www.wuz.it
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