cento sfumature di giallo
Voci da mondi diversi. Medio Oriente
il libro ritrovato
Mehmet Murat Somer, “Scandaloso omicidio a Istanbul”
Ed.
Sellerio, trad. Anna Lia Proietti Ergün, pagg. 301, Euro 13,00
“Io sono una bella di notte e un uomo di giorno”, dice di sé il
protagonista (o, forse, dovremmo abituarci subito a dire ‘la protagonista’) di
“Scandaloso omicidio a Istanbul”, il romanzo sorprendente, divertente,
anticonvenzionale, ironico, trasgressivo dello scrittore turco Mehmet Murat
Somer. Di giorno, quando è uomo, il protagonista progetta sistemi antihacker
per computer; di notte, vestito da donna, gestisce un club nel cuore di Bodrum,
dove batte il cuore notturno di Istanbul. Un club frequentato da travestiti e
omosessuali e da una clientela che ha gusti particolari.
La trama del libro scatta quando una delle
più ricercate ragazze del club (nome di nascita, Fevzi; nome femminile, Buse,
cioè ‘Bacio’) si confida con la protagonista: ha paura; dopo aver bevuto aveva
raccontato a qualcuno di una sua storia di anni prima, di avere delle
fotografie molto compromettenti per una persona che occupava uno dei posti del
potere; ora c’è stata un’intrusione nel suo appartamento, hanno buttato tutto
per aria senza rubare niente; è chiaro che cercavano le fotografie: lei le ha
portate a casa di sua madre, che è cieca. Va da sé che Buse verrà uccisa e
senza che la polizia si agiti troppo: è un altro travestito che ha fatto la
fine che si merita. E allora tocca alla protagonista, che è anche la voce
narrante della vicenda, occuparsi della ricerca del colpevole, nonché di
sottrarre la mamma cieca di Buse al pericolo. Soltanto che- tempo di
rintracciarne l’indirizzo- la mamma di Buse è scomparsa e la vecchia che abita
al piano di sopra di lei è morta con una pallottola in testa…
Non c’è niente di nuovo nell’intreccio, come si vede; la godibilità e il
piacere della lettura del libro di Murat Somer sono dovuti ad altro. Alla
finezza con cui vengono tratteggiati i personaggi, prima di tutto- e con
‘finezza’ intendo sia che lo scrittore riesce a renderli vivi nella loro
interiorità e nell’aspetto esterno, sia l’eleganza con cui parla di uomini che
troppo spesso sono soggetti a definizioni grossolane. Con umorismo. La
protagonista si guarda allo specchio e si piace: “snella, atletica, del tipo
che definiscono da nuotatore”. Nessun intervento estetico per lei, sono tante
le donne senza seno, che bisogno c’è del silicone? Si paragona alla principessa
Stephanie di Monaco, capelli cortissimi, spalle larghe, fianchi stretti, ma il
suo modello è Audrey Hepburn: c’è una scena fantastica in cui sceglie un abitino
azzurro, pensando all’androgina elegantissima attrice nei film “Arianna” o
“Vacanze romane” e domandandosi se sia il caso di mettersi anche i guantini
bianchi stile Audrey- decide poi per il no, che magari non pensino che ha
qualche malattia della pelle…
Sono tanti i rimandi a film e ad attori (modelli
popolari di vita), tanti anche i richiami a brani musicali da parte
dell’insolito protagonista che si trasforma in detective. Ma soprattutto
ammiriamo l’uso dell’ironia, che può essere una divertita autoironia (trovo
impagabile il dettaglio del finocchio che si prepara la sua bevanda preferita:
tisana al finocchietto) oppure può diventare sferzante quando si rivolge al
mondo esterno, ai personaggi famosi ipocriti e dalla doppia faccia di cui una
deve sempre restare nascosta.
La nostra protagonista invece esibisce con
baldanza la sua doppia faccia e questa ‘doppiezza’ le dà qualcosa in più su cui
lo scrittore gioca mirabilmente- una specie di duplice sguardo sulle cose, la
capacità di vedere al femminile e al maschile nello stesso tempo. Con un
risultato di giochi allo specchio un poco ambiguo ma tremendamente intrigante.
Un libro da leggere, non ne sarete delusi.
Sperando che la Sellerio
ne pubblichi altri dello stesso autore.
la recensione è stata pubblicata su www.stradanove. net
Mehmet Murat Somer |
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