prima guerra mondiale
fresco di lettura
Józef Wittlin, “Il sale della terra”
Ed. Marsilio, trad. Silvano De
Fanti, pagg. 380, Euro 23,00
Piotr Niewiadomski (in polacco il cognome
significa ignoto, e tuttavia Piotr
non era figlio di ignoto, quello era proprio il cognome del padre che lui, però,
non aveva mai conosciuto). Classe 1873 (anche se Piotr neppure sa la sua data
di nascita). Uomo tuttofare- pulisce i lampioni, spazza la sala d’attesa, se
occorre aiuta a riparare i binari- della stazioncina di Topory-Czernielica.
Un’ambizione- diventare casellante. La sua vita cambierebbe se potesse
diventare casellante. Che prestigio! Potrebbe riparare la sua catapecchia,
sposare Magda (la sua amante da anni). L’aspetto di Piotr Niewiadomski non è
granché: naso grosso e vista scarsa (conseguenze di una sifilide congenita),
gambe storte dovute al rachitismo. Possiede un cane (che ama più di Magda).
Ultimo dettaglio: è analfabeta.
Questo ignoto
per eccellenza, questo signor nessuno che sembra quasi un aborto del genere
umano e che abita nel nulla, in un angolo remoto dell’impero austroungarico, è
l’eroe anti-eroe del piccolo capolavoro sconosciuto pubblicato ora dalla casa
editrice Marsilio, “Il sale della terra” , di Józef Wittlin,
ebreo polacco costretto ad emigrare negli Stati Uniti alla vigilia della
seconda guerra mondiale. Il suo romanzo, pubblicato nel 1935, ebbe fama
immediata ma fu poi bandito- per ovvii motivi- per un trentennio.
“Il sale della terra” è un libro di guerra
sui generis- si vedono passare i
feriti nei vagoni dei treni, giungono voci dal fronte, ma sono smorzate, non
c’è nessuna scena di battaglia e neppure c’è una qualche discussione sulla
guerra. La guerra per il nostro Piotr, così come per gli umili che sono il sale
della terra, è un dato di fatto, la si accetta così, perché l’hanno sentita
proclamare dalla voce dell’imperatore. E l’imperatore è quasi come Dio. Dapprima
c’è qualcosa di positivo per Piotr, nello scoppio della prima guerra mondiale.
Perché in effetti viene mandato a sostituire il casellante al casello n.86
della linea Leopoli-Czerniowce-Ickany. Che soddisfazione mettersi il berretto con
la visiera (non lo abbandonerà neppure quando parte per l’addestramento
militare)! Poi, dal suo punto di osservazione speciale, con la paletta che gli
conferisce autorità, Piotr constata una ‘stranezza’: fino a due settimane prima
i vagoni passavano pieni di soldati che cantavano, ora passano, tornando
indietro, in silenzio. Puzzano di disfatta e di morte.
Francesco Giuseppe |
Arriva il momento in cui anche questo pover’uomo quarantenne viene
chiamato alle armi. Piotr è un Candide che guarda sconcertato il mondo
militare- la nudità alla visita medica, l’incomprensione degli ordini in altre
lingue (“no, la favella magiare non era umana”), il rancio, il comportamento
dei superiori arroganti. Qualcuno ogni tanto gli fa da maestro, in caso Piotr
non avesse compreso la cosa più importante: bisogna obbedire, a qualunque
ordine, anche se non lo si capisce, anche se sembra assurdo. Piotr non capisce
gli ordini, non solo, Piotr non capisce che cosa stia succedendo: ma se le
truppe dell’imperatore stanno vincendo, perché si stanno ritirando?
“E va bene” si diceva “C’è la guerra. Questo si sa. Ma perché
l’imperatore ha accumulato tanta paura, tanta cattiveria, tante punizioni
contro i suoi stessi uomini? Non sarebbe meglio conservare tutta la cattiveria
per i russi? La guerra è contro di loro, mica contro di noi. Perché guastare il
buon sangue cattolico, austriaco?”
Non ci sono solo i marmittoni come
Piotr nell’esercito, quelli che sono capitati lì per caso. Ci sono anche quelli
come il maresciallo Bachmatiuk che ha sposato l’esercito e vive per l’esercito,
che conosce tutte le leggi a memoria, perché è questa la forza dell’esercito:
se applichi la legge con zelo (maniacale), l’Impero non crollerà. Hanno bisogno
l’uno dell’altro, Piotr e Bachmatiuk, sono come il sadico e il masochista.
“Il sale della terra” è il libro sulla guerra meno cruento che abbia mai
letto, eppure la forza dell’ironia è tale che il messaggio antimilitaristico è
più efficace ancora di quello che possono comunicarci pagine in cui rimbombano
i cannoni e si ammassano i morti in battaglia. La morte di Piotr è la morte
dell’anima.
la recensione è stata pubblicata su www.stradanove. net
Józef Wittlin |
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