giovedì 5 maggio 2016

Giovanni Dozzini, “La scelta” ed. 2016

                                                            Casa Nostra. Qui Italia
           la Storia nel romanzo
         seconda guerra mondiale


Giovanni Dozzini, “La scelta”
Ed. Nutrimenti, pagg. 224, Euro 18,00


   Giugno 1944. Gli Alleati stanno risalendo lungo la penisola, i tedeschi si ritirano, incattiviti più che mai. Una manciata di giorni di quasi estate. Un’isola nel Lago Trasimeno, una briciola caduta nell’acqua. Ci abita poca gente, pescatori. Di recente sono arrivati degli estranei, stanno al Castello. Corrono voci, subito zittite. Meglio non sapere, non vedere, non parlare. Alcuni di loro, però, sono stati invitati a condividere i miseri pasti delle famiglie del paese- la pietà umana ha avuto la meglio davanti a persone di cui si dice siano ricchissime, ma ora sono in fuga, braccate dai tedeschi, se li scoprono saranno caricate sui treni, destinazione: campo di concentramento.
    I tedeschi vengono quasi ogni giorno sull’isola, vogliono il pesce. Uno di loro resta sulla barca, tre scendono a terra, uno parla, poche parole smozzicate, poi se ne vanno, naturalmente senza pagare. Va già bene così. Una mattina, tuttavia, cercano altro, una radio. No, non una radio comune (ce ne sono due in paese, subito consegnate). Una ricetrasmittente. Ci sono difficoltà di comprensione, un tedesco spara, muoiono due persone, un ragazzo spara a sua volta e tutti sanno che cosa succede quando un tedesco viene ucciso. Dieci italiani per un tedesco, è così, no?

    I fatti che Giovanni Dozzini racconta in questo bel libro, “La scelta”, sono veramente accaduti, lo scrittore si avvale del privilegio di tutti gli scrittori, di aggiungere, di modificare, di immedesimarsi negli attori di questo dramma. Perché si tratta veramente di un dramma, quello della scelta, di decisioni da prendere. Restare sull’isola e aspettare? E’ risaputo che dai tedeschi non può venire niente di buono. Mandare via tutti gli uomini e i ragazzi dai 15 anni in su? E allora le donne, i vecchi e i bambini resteranno senza difesa? E quelli che sono lassù, nel Castello?
   Al di là di tutti i fatti che accadono, della paura, delle ritorsioni, è di ‘quella’ scelta che si tratta, di quella tentazione orrenda a cui non si osa quasi dar voce: e se si offrissero ‘loro’ come vittime sacrificali in pasto ai tedeschi?

   Se è proprio “la scelta” la protagonista del libro, una scelta che aleggia nell’aria fin da quando si parla per la prima volta dei misteriosi rifugiati ebrei nel Castello, una scelta che è, in definitiva, decidere se vendere la propria anima, prendere la via del Male (ce n’è già tanto, dappertutto) piuttosto che quella del Bene, c’è però un personaggio principale e indimenticabile dietro questa scelta, dietro tutti gli abitanti del paese. Viene chiamato soltanto Don, ed è il parroco.
don Ottavio Posta
Sempre ansante, con la tonaca sbottonata, presente ovunque ci sia bisogno di lui, accanto ai morti, accanto alla ragazza stuprata, portavoce e tramite con il comando tedesco, Don è uno di quei rari sacerdoti che ti riconciliano con la Chiesa, è un uomo coraggioso che vive il messaggio di Cristo- Don è esistito veramente, il suo nome era don Ottavio Posta, parroco di Isola Maggiore che nel 2011 è stato nominato Giusto tra le nazioni dallo Yad Vashem, l’ente nazionale per la memoria della Shoah di Israele. Quasi una controparte di questo uomo che non ha dubbi su che cosa si debba fare, c’è un altro personaggio, quello del giovane Enrico che conosce la gelosia e la tentazione di sbarazzarsi in maniera vergognosamente facile di un possibile rivale in amore- la sua storia è un mini romanzo di formazione dentro il romanzo, perché la tragedia di questi giorni lo fa crescere in fretta, cambiandolo.
    E’ un piccolo libro importante, “La scelta” di Giovanni Dozzini. Perché, proprio come la morte di ogni singola persona ci rende tutti più ‘piccoli’ (lo dice il poeta John Donne, come quando un pezzo di terra viene strappato dal mare), così la perdita di un frammento di Storia ci impoverisce, privandoci della Memoria.

la recensione sarà pubblicata su www.stradanove.net




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