lunedì 9 maggio 2016

Alicia Giménez-Bartlett, “Il silenzio dei chiostri” ed. 2009

                                        Voci da mondi diversi. Penisola iberica
                                                     cento sfumature di giallo
      il libro ritrovato


Alicia Giménez-Bartlett, “Il silenzio dei chiostri”
Ed. Sellerio, trad. Maria Nicola, pagg. 527, Euro 15,00

   Ebbene, sì, sentivamo la mancanza di Petra Delicado e Fermín Garzón, la coppia di commissari della polizia di Barcellona nei romanzi di Alicia Giménez-Bartlett. Li avevamo lasciati nel 2007, anno di pubblicazione de “Nido vuoto”, un romanzo che trattava del tema dolente di crimini che riguardano l’infanzia alleggerendo l’atmosfera con le vicende sentimentali di Petra e Fermín. A due anni di distanza, ne “Il silenzio dei chiostri”, ritroviamo Petra e Fermín entrambi sposati: Petra deve tenere a freno il suo carattere notoriamente brusco, intollerante e litigioso, per gestire una vita famigliare non facile (il marito Marcos, architetto, ha quattro figli dai precedenti matrimoni e due ex mogli rompiscatole); Fermín si è abituato presto alle nuove disponibilità economiche della moglie e ha cambiato look- incredibile, veste con disinvolta eleganza, non sembra più lui. E tuttavia, quando i due si ritrovano insieme e specialmente se sono tesi per motivi di lavoro, sono entrambi quelli di sempre, che si scambiano battutacce, vanno a farsi una birretta in qualche bar, l’uno che di rimbalzo fa scintillare l’altra. Divertendoci immensamente.
   Il titolo del libro anticipa l’ambientazione della trama: un frate esperto di arte antica viene trovato morto nella cappella di un convento di suore e la mummia di un santo di cui avrebbe dovuto curare il restauro è scomparsa. Una barbona è l’unica testimone: ha visto un furgone e due persone che trasportavano un grosso involto. Va da sé che la barbona sarà fatta sparire dalla circolazione e la mummia riappare…un pezzo per volta, un piede, l’altro piede…

   Il merito di Alicia Giménez-Bartlett è nel saper parlare di cose serie e di eventi tragici facendoci sorridere: Petra e Fermín brancolano nel buio e accettano i suggerimenti di un frate e di una suora appassionati di storia, risalendo così- alla ricerca di una spiegazione per il delitto e il furto- alla Settimana Tragica del 1909 e alla Guerra Civile del 1936, quando chiese e conventi vennero bruciati e suore e preti subirono violenze. In effetti, sembra proprio che i resti della mummia vengano abbandonati proprio nei punti in cui un tempo si ergeva un edificio religioso distrutto da furia sacrilega…
Ma c’è dell’altro ancora in questo romanzo e comprendiamo che la scrittrice contrappone volutamente i quadretti di vita famigliare di Petra e del suo vice Garzón con l’esistenza delle monache nel convento. In apparenza sono tutte perfettamente felici nel silenzio dei chiostri- la Madre Guillermina, suor Domitila, suor Pilar-, ma, in realtà, che cosa si cela dietro le sigarette che Madre Guillermina fuma come una ciminiera o l’interessamento di suor Domitila verso la giovanissima suor Pilar che frequenta l’Università?
Alla fine la verità di quanto è successo è  umanamente triste e la distribuzione delle colpe più complessa di quanto si possa immaginare. E si spegne il sorriso che ci ha accompagnato durante la lettura. Tuttavia: siete depressi per questa grigia primavera di pioggia? Avete litigato con il compagno, la fidanzata, il marito? Non sapete come fare per tirare fino alle vacanze? Bene, leggete “Il silenzio dei chiostri” e dimenticherete uggia e preoccupazioni in un romanzo dove commedia e tragedia si incontrano.

la recensione è stata pubblicata su www.stradanove.net



     

Nessun commento:

Posta un commento