Voci da mondi diversi. Area germanica
cento sfumature di giallo
il libro ritrovato
Veit Heinichen, “A
ciascuno la sua morte”
Ed. e/o, trad. Valentina Tortelli, pagg. 306, Euro 16,00
“A ciascuno la sua morte” è il
terzo romanzo dello scrittore tedesco Veit Heinichen che vive a Trieste e che
ha creato il personaggio del commissario Proteo Laurenti. Terzo romanzo pubblicato
ma il primo della serie, con la possibilità quindi di sapere di più sulle
origini e sulla vita privata di Proteo, con uno sguardo sul “prima” degli altri
due libri (“I morti del Carso” e “Morte in lista d’attesa”).
Ad iniziare dal suo nome, oggetto di
scherzi da parte del figlio e che però acquista un significato metaforico,
perché il proteus anguinus laurentii
è l’animaletto senza occhi che vive nelle grotte del Carso, come a dire di
Proteo che indaga sotto la superficie azzurrina e sonnolenta di Trieste. Veniamo anche a sapere di come Proteo ha
conosciuto sua moglie, poco dopo essere stato mandato a Trieste dal Sud, lo
seguiamo in una gita a San Daniele per festeggiare gli 80 anni della suocera,
insieme alla madre, arrivata da Salerno e tutta vestita di nero, e ai tre figli.
Perché Proteo Laurenti, a differenza di Montalbano e di altri ispettori del
romanzo poliziesco nostrano, è l’uomo medio italiano, attaccato ai valori
tradizionali, alla famiglia prima di tutto (osserviamo per inciso che è
singolare che l’unico altro commissario sposato e con figli, di cui vediamo
quindi lo sdoppiamento del ruolo, sia il Guido Brunetti di Donna Leon, un’altra
scrittrice straniera che vive in Italia e ambienta tutti i suoi gialli a
Venezia). Proteo reagisce come qualunque padre della sua cultura e della sua
generazione davanti alla notizia che la figlia primogenita concorre per il
titolo di Miss Trieste, rimprovera il figlio che si è dimenticato di rinnovare
l’assicurazione del motorino, resta basito nel vedere la sua foto accanto a una
prostituta sui giornali (brutto colpo, quella foto di sorpresa- chi ci crede
che era un interrogatorio di lavoro?).
Detto questo per caratterizzare il
personaggio di Proteo Laurenti (uno dei più amabili sulla scena letteraria),
c’è qualcos’altro che collega “A ciascuno la sua morte” con gli altri due
romanzi di Veit Heinichen: il tipo di crimini che Laurenti indaga e che hanno
molto a che fare con la locazione geografica della città. Trieste è una città
di confine, crocevia di rotte diverse, con frontiere di terra e di mare: una
volta per Trieste passava il contrabbando di sigarette, o del pescato, più di
recente il commercio di organi (vedi “Morte in lista d’attesa”); in questo
romanzo il problema scottante e molto doloroso è il commercio degli esseri
umani, il traffico dell’immigrazione clandestina, sia di mano d’opera sia di
donne che vengono avviate alla prostituzione.
Proteo Laurenzi (George Goetz) sullo schermo |
La trama gialla del romanzo è agile e
scattante: c’è un morto che il mare restituisce e una coppia di fratello e
sorella slavi che vengono assassinati, ma l’attenzione del lettore è rivolta ad
una rete di crimini più ampia che coinvolge personaggi importanti nel mondo
dell’economia e della politica. E ad una cittadina dal nobile passato, che
Heinichen ci restituisce con i suoi colori, il profumo del mare, i caffè
all’aperto sulla famosa Piazza dell’Unità, le strade che si arrampicano sul
Carso, con l’affetto sincero di chi si sente del posto.
la recensione è stata pubblicata su www.stradanove.net
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