vento del Nord
FRESCO DI LETTURA
Peter Terrin,
“Montecarlo”
Ed.
Iperborea, trad. Claudia Cozzi e Claudia Di Palermo, pagg. 179, Euro 16,00
Il
fuoco non è ancora fuoco. Non proprio. Non può essere ambientato che a
Montecarlo, sul circuito dove si svolgono ogni anno le gare di Formula 1, il romanzo dello scrittore belga di lingua
olandese Peter Terrin che si intitola “Montecarlo”. E le parole con cui
incomincia ci annunciano subito la
tragedia che accadrà. Possiamo solo sperare che, se avviene all’inizio, non
sia fatale- come si costruirebbe un romanzo, altrimenti?
Il piccolo (perché destinato a non essere
conosciuto) eroe della vicenda è un giovane e timido meccanico della Lotus, Jack Preston, con la passione dei motori e
una certa ambizione, nonché capacità, di fare carriera. Fa molto caldo a
Montecarlo, quel maggio 1968. L’aria
è carica di aspettative e di esultanza: la gara, l’eccitazione del rombo dei
bolidi sulla strada, il principe e la principessa di Monaco che sono tra gli
spettatori, l’attrice Deedee, più
attesa, più ricercata con lo sguardo della stessa coppia principesca.
Perché la
principessa ha un impareggiabile fascino regale, ma Deedee! Jack Preston sogna di vedere Deedee da vicino, con
il suo adorabile broncio, i capelli che deve scostare dagli occhi, il corpo da
dea. E la vede. Possibile che Deedee stia guardando proprio lui? che si diriga
verso di lui? No, Deedee sta cercando di evitare i giornalisti per raggiungere
i principi, passandogli accanto. In quel momento la fiammata. Jack Preston agisce di istinto, copre con il suo corpo
la giovane attrice che viene poi trascinata via dalla guardia del corpo. Jack
Preston finisce in ospedale con gravi
ustioni.
Questi sono i fatti- dopo succede
pochissimo, la lunga degenza di Jack, il ritorno in Inghilterra, l’indignazione
nello scoprire come i giornali abbiano scritto dell’incidente (la guardia del
corpo avrebbe salvato l’attrice, Jack Preston non viene neppure citato), l’attesa.
Perché da adesso incomincia la lunga
attesa di Jack Preston per un riconoscimento di quello che ha fatto. Ha
salvato la vita a Deedee, lei lo sa bene, sul suo corpo ci sono le cicatrici
delle ustioni che avrebbero potuto essere sul corpo di lei, è logico aspettarsi
che lei gli scriva, che trovi il modo per ringraziarlo. Lo farà forse
pubblicamente, durante un’apparizione televisiva? Jack, con i sogni di carriera
infranti, vive per quello.
E il romanzo, in maniera incisiva e sottile, esplora
quello spazio indefinito tra realtà e
aspettative, tra realtà e
immaginazione, tra il nostro essere e l’apparire. Quando Jack ritorna a
casa, ad Aldstead, viene accolto come un eroe. Poi una voce maligna avanza un dubbio. E le voci corrono veloci tra
un boccale e l’altro in un pub. Guarda Jack, non guarda Jack, Deedee
(somigliante a Brigitte Bardot, la famosa BB) dallo schermo televisivo? In un
mondo in cui il valore è decretato dalla
fama, Jack Preston vorrebbe la sua parte, per quanto piccola. La moglie, che
ora è più affettuosa che mai, è un debole surrogato per Deedee. Tuttavia,
lentamente e noi lettori non potremmo neppure spiegare come accada, anche noi
siamo contagiati dal dubbio di che
cosa sia avvenuto veramente in quella scena che, come fosse la pellicola di un
film, continua a girare nella mente di Jack Preston. Fino alla fine, inattesa-
oppure no?-, anche questa sfumata ad
arte, anche questa lasciata in parte a noi da ricostruire.
Veloce come un’auto da corsa, profondo con
leggerezza, triste come un sogno
infranto.
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