Voci da mondi diversi. Penisola iberica
cento sfumature di giallo
il libro ritrovato
Alicia Giménez-Bartlett, “Gli onori di casa”
Ed. Sellerio, trad.Maria Nicola,
pagg. 511, Euro 15,00
Titolo originale: Nadie quiere saber
- Le piace quello che vede, Fermín?
- Sono sbalordito,
Petra, sbalordito. Vede anche lei quello che vedo io? Ha visto un momento fa
quella specie di enorme fontana con i cavalli volanti?
- Il monumento a
Vittorio Emanuele. Non è che i romani lo amino molto.
- Non me ne frega
niente di quel che pensano i romani, è bestiale! Ma la cosa che mi ha lasciato
a bocca aperta è quella specie di plaza de toros dove siamo passati prima! L’avevo già
vista nelle foto e nei film, ma non avrei mai pensato che fosse così grande.
- Il Colosseo.
Impressionante, vero?
Devo
ringraziare la casa editrice Sellerio per avere pubblicato a gennaio il nuovo
libro di Alicia Giménez-Bartlett, “Gli onori di casa”. Nel mese di dicembre, il
preferito per le nuove uscite per ovvii motivi di mercato, ci sono già le feste
per rallegrare l’atmosfera. Gennaio- non so chi riesca ad amare il mese di
gennaio, è così uggioso, freddo e triste (almeno per chi abita al nord), che ci
voleva il brio di un romanzo di Alicia Giménez-Bartlett per rallegrarlo, per
accorciarlo regalandoci un paio di giornate in compagnia dell’ ‘autentica e
indistruttibile Petra Delicado’ come la chiama il fedele viceispettore Fermín Garzón.
Né Petra né Fermín
sono entusiasti del caso di cui devono occuparsi, perché è un caso ‘freddo’ con
un morto di cinque anni prima. L’imprenditore Adolfo Siguán era stato ucciso in
circostanze su cui la famiglia (la seconda moglie e le tre figlie del primo
matrimonio) preferiva glissare: era insieme ad una giovanissima prostituta che
gli aveva teso una trappola- si era accordata con il suo protettore che avrebbe
interrotto le effusioni svaligiando la casa. Qualcosa era andato storto, Adolfo
Siguán era morto. La ragazza aveva scontato una pena per favoreggiamento,
l’assassino era fuggito ma era stato ucciso a sua volta due mesi dopo a
Marbella. Caso chiuso. Anche se la ragazza aveva sempre difeso l’uomo, dicendo
che quella sera, a sorpresa, si era presentato in casa un italiano che aveva
commesso l’omicidio. Ora la vedova ha convinto il giudice a riaprire il caso.
Che passa quasi subito dal freddo al caldo, perché, poco dopo che Petra e Fermín hanno ripreso i contatti con le
persone coinvolte, qualcuno spara alla ragazza che intratteneva Adolfo Siguán
la sera della sua morte e che adesso vive in una località isolata, come se
volesse nascondersi.
“Gli onori di casa” sprizza vivacità in ogni sua componente- trama,
ambientazione, personaggi. Perché la trama porta inevitabilmente Petra e Fermín in Italia, alla ricerca di un tal
Franco Catania, il misterioso italiano di cui il nuovo compagno della ragazza
assassinata si è lasciato sfuggire il nome. Se, da una parte, non c’è nulla di
cui rallegrarsi nel leggere che abbiamo esportato camorra e ‘ndrangheta in Spagna, ci solletica
venire a sapere dell’aura di moda e cultura che circonda l’Italia- le due
giovani colleghe incaricano Petra di portare loro qualunque cosa che sia
firmato da un grande della moda italiana mentre la moglie di Fermín gli consegna uno zaino pieno di
libri di arte e storia su cui il viceispettore deve documentarsi-, ci lusingano
i paragoni a favore dell’Italia (chi li fa non ci ha vissuto), ci diverte
seguire Petra e Fermín
a Roma
- Fermín
che, echeggiando le famose parole di Kennedy, ‘ich bin ein Berliner’, asserisce
di essere stato un romano nell’antichità, Petra che fa acquisti stravaganti
color verde pistacchio per le colleghe, Fermín che si fa fotografare con l’elmo in testa fra due centurioni
davanti al Colosseo, Petra che ha una fugace avventura con un intelligente e
affascinante ispettore romano che riesce a farci dimenticare le facce dei
camorristi che incutono timore persino a Fermín. Fin qui il romanzo di Alicia Giménez Bartlett è qualcosa
di più di un giallo, è una commedia gialla tinteggiata di nero e chi già
conosce i due protagonisti può immaginare lo scambio di battute tra di loro su
argomenti che spaziano dalla crisi economica (il viaggio a Roma è all’insegna
del risparmio) all’armonia di coppia (Petra è al suo terzo matrimonio, Fermín si è risposato con una donna che
vuole cambiarlo, in meglio naturalmente), dalla maternità (Petra dice che ormai
le donne che fanno figli sono una specie protetta perché in estinzione) al
rapporto tra figli e genitori.
Ecco, riflettendo sul rapporto tra le
tre figlie di Siguán e il padre, Petra cita Shakespeare e il “Re Lear”:
anche
in questa famiglia la figlia minore è la più amata? Le allusioni a Shakespeare
ricorrono come un gioco tra Petra e il suo vice, finché la commedia gialla si
trasforma in una tragedia dalle tinte così fosche aleggianti intorno ad un
dramma familiare che neppure il Bardo ha osato affrontare.
“Gli onori di casa” è la dimostrazione che anche un romanzo ‘di genere’
può essere un’ottima prova narrativa, offrendo spunti di riflessione e mettendo
a nudo i mali della società.
la recensione è stata pubblicata su www.wuz.it
Nessun commento:
Posta un commento