Voci da mondi diversi. Stati Uniti d'America
cento sfumature di giallo
il libro ritrovato
Stephen Carter, "L'
imperatore di Ocean Park"
Il giudice federale Oliver
Garland, confidente di due presidenti degli Stati Uniti, candidato alla corte
suprema, è morto. Infarto. La figlia Mariah sospetta che sia stato assassinato.
O per lo meno, che l' infarto sia stato indotto. Durante il funerale il figlio
Talcott viene avvicinato da un amico del padre che gli chiede di fargli avere
immediatamente le disposizioni del giudice, appena Talcott le avrà tra le mani.
Ma quali disposizioni? Talcott non ne sa niente. Eppure sembra che siano in
parecchi a volere quelle disposizioni. Viene trovato il cadavere del sacerdote
che ha officiato il funerale - è stato atrocemente torturato prima di essere
ucciso. Altre due persone verranno trovate morte, con le dita delle mani
mozzate, mentre Talcott stesso viene pedinato, malmenato e infine anche
gravemente ferito. Il mistero viene rivelato in un confronto finale mentre
infuriano gli elementi, in una tempesta catartica. Oliver Garland non era un
giudice qualunque: era Il Giudice, era un gigante, era il più grande artista
della giustizia. Poi c' era stato un primo crollo, quando la figlia Abby era
morta investita da un pirata della strada. Il Giudice aveva iniziato a bere. Si
era ripreso, prima che la sua carriera venisse distrutta interamente in un
processo da incubo quando aspirava alla corte suprema. Ma che cosa era
successo? Sembrava che avesse cercato la sua rovina. La chiave è in un problema
scacchistico che il Giudice ha lasciato da risolvere proprio a Talcott.
Un bel romanzo, scritto da un autore che sa costruire un romanzo. La cornice è quella del thriller, i capitoli terminano spesso - secondo la lezione del grande Dickens - in un momento di suspense, ogni personaggio ha uno spessore accattivante. L' elemento di maggiore interesse è lo sfondo. Se "Radici" di Alex Haley era stata l' epopea nera nella ricerca di un' identità in un passato sulle coste dell' Africa, il libro di Carter traccia una linea che, con una frase del Giudice, separa quel passato da un presente che non prende neppure in considerazione "il povero negro" in una società di colore che afferma con orgoglio la sua capacità di portare avanti il gioco sull' enorme scacchiera degli Stati Uniti.
la recensione è stata pubblicata sulla rivista Stilos
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