Voci da mondi diversi. Russia
la Storia nel romanzo
FRESCO DI LETTURA
Guzel’ Jachina, “Zuleika apre gli occhi”
Ed. Salani, trad. C. Zonghetti,
pagg. 496, Euro 18,90
Zuleika. Impareremo ad amare questo nome
arabo che significa ‘bellezza’ leggendo il romanzo “Zuleika apre gli occhi”
della scrittrice russa di etnia tatara Guzel Jachina. Come impareremo ad amare
lei, personaggio indimenticabile quanto le eroine del passato- Natasha, Lara,
Anna Karenina. Non dimenticheremo lei e neppure questo libro straordinario- uno
di quei libri di cui viene da dire ‘non se ne scrivono più, così’. Profondo con
leggerezza, realista con un pizzico di immaginario, dolce e crudele. Un libro
che contiene la vita.
Quando, all’inizio, Zuleika apre gli occhi
risvegliandosi al mattino, non la aspetta una giornata facile. Vive in un paese
vicino a Kazan, nel Tatarstan. Aveva solo quindici anni quando è andata sposa
ad un contadino molto più anziano di lei e, nell’arco di una quindicina di
anni, ha messo al mondo quattro bambine, tutte morte poco dopo la nascita.
Zuleika teme il marito e teme la suocera- la Vampira-, una vecchia centenaria
cieca che adora il figlio e naturalmente odia, maltratta e spadroneggia la
nuora. Ma questo è il destino delle donne, Zuleika non si sognerebbe mai di ribellarsi.
Finché è il destino a liberarla. Zuleika viene deportata insieme agli altri
kulaki, i contadini che Stalin ha decretato essere nemici dell’Unione
Sovietica. Zuleika non sa neppure chi sia Stalin, anche se riconosce quel volto
con i baffoni. Le sembra perfino che abbia uno sguardo paterno. Come Zuleika
(rimasta sola perché il marito è stato ucciso) riesca a sopravvivere ai sei
mesi di viaggio in treno verso la Siberia, è un mistero. I deportati erano più
di ottocento alla partenza, poi il freddo, le malattie, la fame soprattutto, li
avevano dimezzati. Fino all’ultima catastrofe sulla bara galleggiante che
doveva portarli sul fiume Angara fino a destinazione. Era stata salvata
dall’uomo che aveva ucciso il marito, il comandante Ignatov, che vedeva in lei
una possibilità di riscatto personale- una vita per tutte quelle che aveva
contribuito a mandare all’altro mondo.
Saranno dimenticati in quel luogo desolato
nella tajga per un intero inverno, la trentina di deportati superstiti. E
sappiamo che un inverno siberiano è più lungo di altri inverni. Li conosceremo
ad uno ad uno questi ‘fortunati’ che per una casualità che ha operato in senso
contrario ha salvato i ‘leningradesi’, appartenenti alla intellighenzja, coloro
che per costituzione e stile di vita erano i meno adatti a sopravvivere. Eppure
si adattano, l’ingegnere organizza la costruzione del rifugio sotterraneo,
l’agronomo imposterà le colture a primavera, un esperto di pesca procaccerà
pesce fresco quando Ignatov non riesce più a cacciare selvaggina, il dottor
Leibe, diventato un folle gentile dopo lo shock della Rivoluzione, recupererà
la sua lucidità nel momento del bisogno, aiutando Zuleika a partorire.
“Zuleika apre gli occhi” è la storia di
poco più di sedici anni in un angolo di Unione Sovietica dove le notizie non
arrivano, dove ogni giorno è una lotta per la vita, dove ogni deportato diventa
un Robinson Crusoe obbligato a crearsi il suo habitat, cercando di ritagliarsi
uno scampolo di gioia e di bellezza guardando la trapunta di stelle del cielo o
il verde del bosco quando gli alberi si scrollano dalla neve dell’inverno.
Zuleika apre gli occhi su una nuova vita, sulla miseria e sulla grandezza dei
suoi simili. Non è più la vittima obbediente la cui dignità è calpestata da
marito e suocera. Diventa ‘la madre’ che tutti rispettano e cercano di aiutare,
con un boccone in più perché abbia latte per il piccolo Juzuf (il dottore gli
aveva dato questo nome, come il Giuseppe di cui si era invaghita Zuleika, la
moglie di Putifarre), e il bambino diventa per lei la luce dei suoi giorni.
Scopre anche l’amore, Zuleika. Sentendosi in colpa perché un amore fuori del
matrimonio è contro le leggi di Allah. Ma esistono ancora leggi in quella terra
dimenticata da ogni dio e dagli uomini?
Intenso e drammatico, questo romanzo che è
un frammento di Storia sovietica, una storia d’amore materno ma anche una
storia di come le asprezze della vita possano cambiare gli uomini, è
assolutamente da leggere. Imperdibile.
la recensione sarà pubblicata su www.stradanove.net
seguirà intervista con la scrittrice
per contattarmi: picconem@yahoo.com
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