vento del Nord
FRESCO DI LETTURA
Morten Strøksnes, “Il libro del mare”
Ed. Iperborea, trad. Francesco Felici, pagg. 315, Euro 17,50
Il fascino del Nord. Da sempre- lo
sottolinea lo scrittore norvegese Morten Strøksnes, autore de “Il libro del mare”- il grande Nord ha
esercitato un fascino speciale. Il Nord è avvolto nel mito, “perché è un luogo
oltre l’orizzonte, solo la fantasia metteva limiti alle sue rappresentazioni.”
Quando pensiamo a paesaggi nordici immaginiamo nebbia, mare di ghiaccio.
Pensiamo all’Ultima Thule di
Virgilio, il poeta mediterraneo per eccellenza, un paese favoleggiato perché
sconosciuto, perché, in un clima così diverso, doveva essere l’opposto del mondo
blu di Virgilio. Pensiamo a profondità sconosciute ricolme di vita, di esseri
che forse sono ancora vicini al mondo primigenio. E’ a uno di questi esseri, lo
squalo della Groenlandia, che Morten Strøksnes e il suo amico pittore vogliono dare la caccia. Con
una lunghezza che può raggiungere i sette metri e il peso di una tonnellata, lo
squalo della Groenlandia è l’animale vertebrato dalla vita più lunga: 400 anni.
Non ci resta che imbarcarci con loro sul gommone e seguirli in questa
avventura.
Si sa che i pescatori devono essere pazienti, ma in questo caso è
necessario pazientare anche per aspettare le condizioni atmosferiche giuste
prima di salpare per la caccia allo squalo- non ci deve essere vento nelle
acque del Vestfjord, al largo delle isole Lofoten e Vesterålen. Morten Strøksnes vive a Oslo e aspetta la
telefonata dell’amico Hugo per prendere il primo aereo e raggiungerlo
sull’isola di Skrova dove si erge il famoso faro rosso a strisce bianche. E non
pensate che lo squalo si faccia catturare facilmente. Ci sarà più di una
partenza, più di una caccia. Che importa? perché Morten Strøksnes è un flâneur del mare- intesse
la sua storia con la descrizione realistica della spedizione con Hugo in mare
aperto da cui poi divaga, raccontandoci altro. E che altro!
Apprendiamo più o meno tutto sullo squalo della Groenlandia, poi, ecco
che affiora un capodoglio e allora impariamo altro su di lui- realtà
scientifiche si mescolano a leggende e a quanto ne hanno raccontato grandi
scrittori: si può parlare di caccia alla balena senza citare Moby Dick e il
capitano Achab? Tutti i cacciatori di grandi animali marini hanno in sé
qualcosa di Achab, se non il suo desiderio di vendetta. E tutti gli
avventurieri del mare hanno qualcosa del capitano Nemo, curioso e assetato di
conoscenza. Quale incontro marino ha dato origine alle storie sui selkies, gli uomini foca, o al Draug, lo spettro marino premonitore di
morte con la testa che è un grappolo di alghe, o al Kraken, la mitica piovra gigantesca?
Navigando tra isole o lungo la costa settentrionale (lunga è questa terra/ e quasi tutto è nord, dice una poesia)
risaltano i colori delle case e il nostro scrittore/guida ci racconta dei
problemi che la modernizzazione ha portato ai villaggi che vivevano della pesca
e poi di quanto sia pericoloso il mestiere della pesca. Una vecchia canzone di
Skrova dice, “il mare può dare, ma il mare anche prende, e in tomba di alghe
l’equipaggio è restato”.
Fa parecchi viaggi, lo scrittore, tutti tentativi di pescare lo squalo
che sfugge, ed è sempre ospite di Hugo, il pittore delle luci del Nord. E non è
facile vivere a così stretto contatto su un’isola che sembra un paradiso, una
fuga lontano dalla vita convulsa, ma può trasformarsi in una prigione che ti fa
desiderare compagnia. E allora si litiga per nulla e poi si fa la pace e si
aspetta che cali il vento per rimettere in mare la barca.
Bisogna lasciarsi trascinare dalla corrente, leggendo “Il libro del
mare”. Pronti ad immergerci negli abissi e a scoprire una vita insospettata, e
a risalire in superficie, a guardarci intorno, ad ammirare le luci e i colori,
ad ascoltare piccole storie private di pescatori, ad imparare metodi di pesca, ad
assaggiare le lingue di merluzzo, a rileggere con Strøksnes pagine antiche che parlano di
mare e fauna marina.
Chi ama il mare non può non restare affascinato da questo libro. E chi
ama la montagna scoprirà altri orizzonti, vorrà forse ascoltare il suono del
mare del Nord in una mite notte d’estate, quel suono così speciale da essere
indicato con una parola speciale: sjybårdurn.
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