Voci da mondi diversi. Asia
fresco di lettura
Tew Bunnag, “Cortina di pioggia”
Ed. Metropoli d’Asia, trad. M.
Martignoni, pagg. 184, Euro 14,50
Una città, Bangkok. Uno scrittore, Tarrin Wandee. I personaggi del suo
libro, Sompop, un importante uomo politico, Taew, che è stata l’amante di
Tarrin e poi la moglie di Khun Prayat, Mae Jom, che faceva la cameriera quando,
negli anni ‘70, è rimasta incinta di un soldato americano, Nai Pot, prima
autista di Sompop e poi di Prayat. Una donna inglese, Clare, direttore
editoriale che si trovava a Bangkok nel 1972. Il tempo che passa e che cambia
luoghi e persone. L’acqua, infine, che avanza, dal cielo o dalla terra,
minacciosa e distruttrice, lungo il corso del libro “Cortina di pioggia” di Tew
Bunnag. Sono questi gli ingredienti del romanzo- molto bello- dello scrittore
tailandese.
Forse è proprio l’acqua il filo connettore delle tre parti in cui è
diviso il libro. L’inizio è a Londra- è il gennaio 2005 e Clare osserva sul
televisore le immagini dello tsunami. La casa editrice per cui Clare lavora è
interessata all’opera di Tarrin Wandee e, ad un certo punto, Clare, a cui è
stato diagnosticato un Alzheimer precoce, parte per Bangkok- ci sono delle cose
che deve chiedere a Tarrin, perché lei, Clare, si è riconosciuta nella donna farang che compare nella scena di un
litigio tra soldati americani nel libro di Tarrin Wandee che ha ricevuto in
lettura. E’ questo l’aggancio tra Occidente e Oriente ed è anche un esempio della
tecnica narrativa di Tew Bunnag. I suoi personaggi si muovono dentro e fuori le
storie, c’è dapprima una sorta di romanzo breve in cui Tarrin Wandee è lui
stesso protagonista nelle vesti di un giornalista che lavora per un ex uomo
politico conduttore di un talk show dal titolo “Diciamo la verità”- peccato che
il famoso conduttore si riveli essere una menzogna vivente (anzi, una menzogna
ormai morta, perché lui, l’omofobo, viene assassinato dal suo amante). E Tarrin
si innamora di Taew che poi lo abbandona all’improvviso. Ma Taew riappare dopo,
in “Cortina di pioggia”, il romanzo di Tarrin Wandee che sembra essere un
romanzo dentro un romanzo, con Tarrin- l’occhio esterno del narratore- che è
alcolizzato e che osserva il livello dell’acqua che si alza nelle strade nella
peggiore alluvione che Bangkok abbia sperimentato negli ultimi 50 anni (è il
2011).
Fuori piove ininterrottamente, come del
resto sta facendo da settimane. La strada bagnata riflette le luci scintillanti
delle insegne al neon dei negozi e dei cartelloni; i fari delle auto si
offuscano dietro gli scrosci d’acqua che cadono dal cielo. Un giorno la città
sarà sicuramente sommersa dall’acqua.
C’è tanta amarezza, e c’è voglia di lanciare un allarme, nel libro di
Tew Bunnag, così come in quello di Tarrin Wandee. Perché Bangkok è una delle
nove città a rischio di scomparire (la nostra Venezia è un’altra, insieme a
Miami, New Orleans, Shanghai, per citarne alcune), perché tutta la Thailandia
corre il rischio di scomparire- almeno, la Thailandia del passato dove i valori
fondamentali erano dignità, generosità e bontà. Tew Bunnag, con la penna di
Tarrin Wandee, denuncia l’immoralità ad ogni livello della società thailandese.
La Thailandia sta diventando il parco giochi di turisti affamati di sesso, i
thailandesi non avranno altra identità che quella di essere oggetto di piacere
per gli stranieri. E allora acquistano un significato profondo le storie
simultanee delle due donne che non si conoscono, nel 1972 quando la guerra del
Vietnam sta per finire rovinosamente per gli americani- Mae Jom che darà alla
luce una figlia dal sangue misto e Clare la cui vita cambierà del tutto dopo
aver visto il ragazzo che amava e per cui era venuta a Bangkok in un
atteggiamento che la sconvolge.
Tutti questi personaggi, Clare, Mae Jom, lo
stesso Tarrin, ritornano a Bangkok, in momenti diversi, dopo esserne stati
lontani a lungo, e non la riconoscono, e non gli piace quello che vedono.
Ugualmente- e per contrasto- l’autista Nai Pot, che non riusciva ad immaginare
di vivere altrove, finisce per lasciare Bangkok e tornare nell’Isan, da dove ha
origine la sua famiglia e di cui sente nostalgia perfino per la musica che un
tempo giudicava primitiva.
Non sono lineari le storie e non è lineare
neppure lo scorrere del tempo in “Cortina di pioggia”. Capita che un
personaggio legga della morte di un famoso scrittore e che, però, noi
continuiamo a leggere del suddetto scrittore ancora in vita. Capita che Nai Pot
accompagni Mae Jom a trovare la figlia molto prima che noi sappiamo alcunché
della figlia di Mae Jom.
Il romanzo di Tew Bunnag è
un’affascinante esplorazione dell’interazione di thailandesi appartenenti a
diverse classi sociali, a tratti graffiante, a tratti nostalgico. Di una
complessità intrigante. Da leggere.
la recensione è stata pubblicata su www.stradanove.net
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