Voci da mondi diversi. Francia
cento sfumature di giallo
FRESCO DI LETTURA
Olivier Truc, “La montagna rossa”
Ed. Marsilio, trad. Raffaella
Fontana, pagg. 464, Euro 15,72
“La montagna rossa”, terzo libro della trilogia dello scrittore francese
Olivier Truc che ci trasporta nella Lapponia svedese, fra allevatori di renne e
proprietari di boschi- animali che hanno bisogno di pascoli e uomini che mirano
ai profitti economici, svedesi che reclamano i loro diritti su una terra dove
sostengono di essere arrivati per primi e la minoranza sami che sostiene lo
stesso diritto con la stessa motivazione. Peggio. Nelle pagine del romanzo
verrà alla luce il comportamento spadroneggiante degli svedesi, del tutto
simile a quello dei coloni che segnarono la fine delle tribù pellerossa in
America o delle popolazioni incas nell’America latina. Vince sempre la legge
del più forte, insomma.
Come ne “L’ultimo lappone”, anche qui il
tempo della vicenda è segnato da una clessidra che calcola giorno dopo giorno
le ore di sole, in un lento sgocciolamento di gocce di pioggia o di fiocchi di
neve. La lunga notte incalza, siamo solo a settembre ma bisogna procedere
all’uccisione dei cuccioli di renna, un compito penoso ma necessario se si
vuole che ci sia da mangiare per tutta la mandria. Non ci voleva proprio che
venisse rinvenuto lo scheletro di un uomo nel terreno smosso del pascolo, per
di più senza testa. Perché arriva la polizia delle renne (il corpo speciale
esistente solo in Lapponia di cui abbiamo appreso nei romanzi precedenti),
immobilizzando tutti e recintando la zona.
C’è più di un gioco di parole da fare sull’espressione ‘a cold case’ in
questa situazione. Freddo, freddissimo, non solo, ovviamente, per le condizioni
climatiche, ma anche perché le ossa sono immediatamente datate al
diciassettesimo secolo. Il lettore che cerca il brivido sarà deluso- questa è
veramente un’indagine singolare che porterà non alla scoperta dell’assassino e
neppure alle cause della morte dello sconosciuto di cui resta lo scheletro, ma
avrà un’importanza enorme per il popolo sami nell’esito del processo in corso
per la causa allevatori vs proprietari di boschi. Perché, se si tratta dello
scheletro di un sami, sarebbe la prova a lungo cercata del loro diritto di
precedenza sulla terra. Il romanzo di Olivier Truc da possibile thriller diventa
un interessantissimo romanzo antropologico tinto di giallo- si scatena una
caccia al teschio in musei storici ed etnologici (la ricerca conduce perfino a
Parigi la bionda poliziotta Nina che ben ricordiamo) mentre Klemet (il
poliziotto per metà sami) scopre con orrore la maniera scientifica della
misurazione dei crani in base alla quale lui stesso può essere identificato
come sami. Possiamo soltanto immaginare a dove portassero, in epoca nazista,
questi esami e tutte le colonne di numeri accanto a dei nomi. Per non dire di
sterilizzazioni forzate e altre nefandezze (fino agli anni ‘50, oltre tutto) da
cui ci illudevamo che l’algida Svezia fosse immune.
Della coppia di poliziotti è Klemet che ha
il ruolo di personaggio principale in questo terzo episodio, in antitesi a
Petrus, il capo del clan Balva. Petrus rappresenta il suo popolo al processo e
lo rappresenta anche in maniera ideale- è il guardiano della tradizione che si
interroga su come poter tramandare al figlio adolescente l’orgoglio della sua
gente, come fornirgli delle motivazioni per restare fra di loro e non perdersi
nell’anonimità svedese. Per Klemet la ricerca del teschio è anche la ricerca
della sua identità- vuole continuare ad essere un lappone (il termine
dispregiativo usato dagli svedesi) da giardino, come gli odiosi nanetti
decorativi? Che significato ha la tenda sami che ha eretto nel giardino della
sua casa? E’ colore folkloristico, l’unica cosa che cercano i turisti che
riducono i sami a berretti e abiti colorati e gambali di pelle di renna?
E’ veramente questo l’ultimo libro con Klemet e Nina? Mi dispiace
lasciare Klemet che osserva la tenda “mentre ballava ai suoi piedi, riducendosi
un po’ alla volta al ritmo del fuoco fino a sparire del tutto.”
la recensione de "L'ultimo lappone" è da cercarsi nell'archivio con le stesse etichette in data 01/04/2014
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