Casa Nostra. Qui Italia
cento sfumature di giallo
FRESCO DI LETTURA
Alessandro Robecchi, “Follia maggiore”
Ed. Sellerio, pagg. 390, Euro
15,00
Non
si dà follia maggiore…dell’amare un solo oggetto… canta donna Fiorillo ne
“Il turco in Italia”, canta la ventitreenne Sonia Zerbi strappando applausi, un
trionfo. Il filo rosso musicale è soltanto uno dei fili che possiamo seguire
leggendo l’ultimo romanzo di Alessandro Robecchi, “Follia maggiore”. E’ anche
il più sorprendente, quello che più ci allieta l’animo, che ci fa dimenticare
per un attimo il grigiore del male che ci circonda. Citazioni di opere, Puccini
e Rossini e Mozart, ma anche Bob Dylan che ama ascoltare Carlo Monterossi, mago
dei programmi televisivi, detective dilettante con l’amico Falcone, “damo di
compagnia” improvvisato dell’anziano Umberto Serrani- a lot of things we didn’t do, that I wish we had. Versi venati di
rimpianto, questi ultimi, che ci introducono ad una seconda narrazione in
questo singolare romanzo di indagine poliziesca.
Riavvolgiamo le fila: in una via di una zona residenziale di Milano è
stata uccisa una donna, Giulia Zerbi, insegnante, traduttrice, separata da anni
dal marito, con una figlia, Sonia, che sogna diventare cantante lirica. Una
cuoca filippina ha visto la scena dalla finestra di una casa vicina. Ha visto
un uomo scendere da un’auto, una breve discussione. La donna è morta perché ha
battuto la testa cadendo? Che cosa voleva da lei quell’uomo? La borsa è scomparsa,
l’auto è stata ritrovata bruciata. Sono quattro le persone che indagano sul
delitto, i due poliziotti Ghezzi e Carella e il detective privato Oscar Falcone
con il suo amico Carlo Monterossi- gli ultimi due all’insaputa degli altri due,
naturalmente. Sono stati ingaggiati da Umberto Serrani, un uomo che ha
costruito la sua ricchezza mettendo al sicuro i soldi di altri, soprattutto
quelle enormi cifre che dovevano diventare invisibili. Venticinque anni prima
Giulia era stata il grande amore di Umberto Serrani- ecco perché vuole che
vengano trovati i colpevoli, che venga fatta giustizia. Vuole anche altro
quest’uomo che ricorda ogni incontro, ogni parola detta con Giulia, che conta
le settimane di vita che gli restano, se è vero che ad ognuno di noi sono
concesse 4000 settimane, e pensa che deve affrettarsi per rimediare, per
silenziare quel rimpianto cocente per un tempo che non torna indietro- a lot of things we didn’t do, that I wish we
had. Può aiutare la figlia di Giulia ad avere successo, può offrirle
tranquillità economica e il migliore insegnante che la prepari per il concorso
di Basilea che la lancerà sui palcoscenici di tutto il mondo. E Umberto
Serrani trova affinità con Carlo Monterossi, altro personaggio diviso tra
nostalgia e rimpianto e il desiderio di una nuova vita.
Potrebbe essere un romanzo dentro un
romanzo, la storia del passato di Serrani e Giulia, con una terza breve storia
ancora dentro di questa, quella di Monterossi e l’attraente Bianca, senza
contare quella dell’ascesa di Sonia- nessun rimpianto in questa, lacrime giuste
di dolore per la perdita della madre, ma sguardo in avanti verso un futuro di
gloria. E poi c’è il romanzo poliziesco, l’indagine degli ottimi Ghezzi e
Carella che svela i retroscena della media borghesia che, per arrivare a fine
mese, per pagare il ricovero di un anziano o l’apparecchio ai denti del figlio,
ricorre a piccoli delinquenti per prestiti ad usura.
Bei personaggi, una bella trama nella sua
ordinaria attualità, un linguaggio vivace che a tratti si impenna in un
umorismo mai volgare, “Follia maggiore” si legge di un fiato, passando da una
narrazione all’altra, seguendo i personaggi all’interno del lussuoso hotel
Diana dove Serrani offre una suite a Sonia e nelle strade di una Milano che ci
ricorda Scerbanenco (a proposito di rimpianti), mentre piove, piove come non
avesse mai piovuto dall’inizio del mondo.
la recensione sarà pubblicata su www.stradanove.net
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