Voci da mondi diversi. Francia
cento sfumature di giallo
FRESCO DI LETTURA
Michel Bussi, “Mai dimenticare”
Ed. e/o, trad. A. Bracci
Testasecca, pagg. 401, Euro 14,03
Yport in Normandia. Le falesie bianche a strapiombo sul mare sono uguali
a quelle che biancheggiano dall’altro lato della Manica. Jamal Salaoui,
magrebino, si sta godendo qualche giorno di vacanza- lavora in un istituto di
riabilitazione per ragazzi che hanno subito dei traumi. Quanto a traumi, quelli
attraverso cui è passato Jamal, non sono da poco. Nato con un solo polmone, un
rene e una gamba, era arrivato a condurre una vita quasi normale grazie alla
volontà di ferro di sua madre. Ora, a quasi trent’anni e con una protesi al
titanio, Jamal si allena ogni mattina a correre- ha una meta ambiziosa davanti:
essere il primo portatore di handicap a partecipare all’Ultra-trail del Monte
Bianco. In realtà l’Ultra-trail è una delle cinque punte- le cinque mete di
Jamal- di una stella di latta da sceriffo che sua madre gli aveva comprato
quando era bambino. Cinque verbi per le cinque aspirazioni: Diventare (il primo
atleta disabile a fare la più difficile corsa campestre), Fare (l’amore con una
donna più bella di lui), Avere (un figlio), Essere (pianto da una donna dopo
che sarà morto), Pagare (il suo debito alla vita prima di morire). Con un così
bel personaggio, ci sembra che la sfortuna si accanisca troppo contro di lui,
nel nuovo romanzo di Michel Bussi, “Mai dimenticare”.
La sfortuna, un caso maligno (è veramente un caso?), fa sì che una
mattina Jamal, lungo il suo percorso, veda prima una sciarpa rossa impigliata
in un cespuglio (non una sciarpa qualunque, è di cashmere, marca Burberry) e
subito dopo una ragazza in piedi sull’orlo della scogliera. Bellissima (va da
sé), abito strappato, sguardo tragico negli occhi. Vuole suicidarsi? Jamal, nel
panico, le parla con voce tranquilla, le lancia un’estremità della sciarpa. La
ragazza dà uno strattone brusco e salta nel vuoto. Jamal si precipita sulla
riva di spiaggia sotto le rocce. Altri due testimoni sono accanto alla ragazza.
Morta. Con la sciarpa rossa attorno
al collo. Le indagini riveleranno che è stata violentata e strangolata prima di essere spinta nel vuoto.
Naturalmente i sospetti si puntano su Jamal. Le altre due persone sulla
spiaggia l’hanno vista precipitare, soltanto lui sostiene che si è buttata giù.
Le sfortune non vengono mai sole: dieci anni prima altre due ragazze
sono state uccise con la stessa modalità. Anche loro sono state ritrovate con
una sciarpa rossa al collo. Anche dieci anni fa Jamal si aggirava nella zona?
E’ colpevole o innocente, Jamal? E se è innocente, chi lo vuole incastrare? E
perché?
Michel Bussi è un abile manipolatore. Trascinandoci in una trama dal
ritmo serratissimo, ci impedisce di soffermarci su dettagli a volte poco
verosimili. E’ un susseguirsi di sorprese, una serie di avventure che hanno
qualcosa di rocambolesco. Noi lettori, come Jamal (anzi, più di lui), dubitiamo
di tutto e di tutti, sospettiamo di tutto e di tutti, tanto più che Michel
Bussi semina minuscoli indizi come i sassolini della fiaba di Hansel e Gretel.
Jamal non li vede o, se li vede, pensa di essere paranoico o di stare
impazzendo. Anche il finale è come un duplice salto mortale, con più di una
sorpresa. Perché la fine si ricollega all’inizio, quando viene denunciato il
ritrovamento di tre scheletri in una specie di pozzo. Tre scheletri maschili la
cui morte, però, non ha avuto luogo negli stessi anni: presumibilmente, due
sono stati uccisi prima del terzo, il quale…
“Mai dimenticare” non è un thriller di
ampio respiro- d’altra parte i romanzi di Michel Bussi non lo sono mai. Però è
una lettura perfetta per ‘staccare’ da altre letture più impegnative, per un
viaggio, per una giornata noiosa di pioggia. Piacevolmente stuzzicante.
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