Voci da mondi diversi. Gran Bretagna e Irlanda
il libro ritrovato
Hugo Hamilton, “La maschera”
Ed. Fazi, trad. Isabella Zani,
pagg. 291, Euro 18,50
Un bambino. Una madre. La Germania. La seconda
guerra mondiale. Sono temi cari a Hugo Hamilton, autore dell’indimenticabile
“Il cane che abbaiava alle onde” (Fazi, 2004), figlio di padre irlandese e
madre tedesca. E in “La maschera”, il suo quarto romanzo, appare sempre più
chiaro quanto la mamma tedesca, i suoi racconti degli anni di guerra, i traumi
da lei vissuti, si siano ripercossi su di lui. Quanto abbia inciso su di lui la
doppia eredità irlandese e tedesca che nella vita lo ha portato a vivere a
Dublino e a Berlino e nella narrativa lo ha spinto ad indagare e a indagarsi
sul tema dell’identità.
Siamo sul finire della guerra e “La
maschera” inizia con il bombardamento di Berlino. Gregor Liedmann, di quasi tre
anni, scompare, letteralmente, insieme alla casa sventrata. Sua madre quasi
impazzisce dal dolore.
Viene ‘salvata’ dal padre, un piccolo truffatore che
gira su un camion fingendo di requisire le armi danneggiate- un disertore,
dunque. Il padre si dirige verso la loro città, Norimberga, e, durante il
viaggio accidentato, con le strade intasate da colonne di rifugiati in fuga
dall’Est, ad un certo punto si presenta alla figlia con un bambino che ha
all’incirca l’età di Gregor. Qual è il problema? Un bambino le è stato tolto,
un bambino le è stato dato. Un’opera buona nei confronti di se stessa, del
bambino che chissà che fine farebbe. Per lui una maniera per mettere a tacere
il senso di colpa per aver ucciso un russo durante la prima guerra mondiale-
una morte per una vita, ancora. L’uomo- il ‘nonno Emil’- non potrà mai rivelare
la provenienza del bimbo: tradito da un amico, viene ucciso dai nazisti stessi.
Il bambino cresce come Gregor Liedmann, impara il tedesco (subito non capiva
neppure una parola); il padre, al ritorno dalla prigionia in Russia, crede che
sia suo figlio; quello che pensi la madre non è del tutto chiaro: ha rimosso ed
è arrivata a credere che il bambino sia veramente l’altro Gregor?
La scena del libro si sposta tra il
presente, nel 2008, e un passato lungo più di sessant’anni- tutta la vita
‘sotto mentite spoglie’ (è il significato letterale del titolo originale,
“Disguise”) di Gregor Liedmann, che ad un certo punto è fuggito da casa,
troncando i rapporti con i genitori, si è innamorato di Mara, è diventato
musicista. Il presente è una lunga giornata di fine settembre in un casolare a
sud di Berlino: Gregor, Mara, il loro figlio Daniel con la sua compagna, una
sorellastra di Mara con marito e figlio, raccolgono mele. E’ uno scenario
simbolico nella sua pace idilliaca- immagini di semina e raccolto, profumo
dolce di mele mature, lieve minaccia del ronzio dei calabroni, sono un
contrappunto al tormento del passato, con morte e distruzione, sibilo di serene
e puzzo di cadaveri. E ancora: nel presente, il bambino Johannes, certo
dell’affetto dei genitori, e l’altro bambino che la sorellastra di Mara porta
in grembo, servono per ricordare quanto diversa sia stata l’infanzia di Gregor.
Nulla appare certo. Nel lettore viene instillato il dubbio sull’identità di
Gregor: il suo stesso dubbio? Che cosa gli ha fatto pensare di essere un
bambino ebreo, sopravvissuto a un eccidio? Forse Gregor voleva essere ebreo, voleva
identificarsi con il popolo che la sua gente aveva sterminato? Era gravato da
un senso di colpa collettivo?
Gregor non avrà mai pace, nella sua
identità incerta. E toglierà la pace alla sua famiglia con il suo eterno
girovagare per il mondo, inseguendo il suono della sua tromba, o amici casuali.
La ritroverà, forse, con la rivelazione alla fine della giornata gravida di
pace e di mele.
Ci sono pagine molto belle ne “La
maschera”. Forse le più belle sono quelle che rievocano la guerra e la ‘colpa’
dei tedeschi, più ancora di quelle di Berlino che sta rinascendo, città in
cerca di un’identità quanto il protagonista di questo romanzo che- dopo quattro
prove narrative- si può definire prettamente ‘hamiltoniano’.
la recensione è stata pubblicata su www.stradanove.net
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