Casa Nostra. Qui Italia
cento sfumature di giallo
FRESCO DI LETTURA
Fabio Stassi, “La lettrice scomparsa”
Ed. Sellerio,
pagg. 273, Euro 14,00
Fabio Stassi riconosce il suo debito all’illuminante (nonché divertente)
libro di Ella Berthoud e Susan Elderkin, “Curarsi con i libri” (una miniera di
suggerimenti di lettura a cui egli stesso ha collaborato inserendo dei
‘libri-medicine’ di scrittori italiani), per il protagonista del suo romanzo
“La lettrice scomparsa”.
Vince Corso è ‘uno sfigato’
(possiamo dirlo?). Insegnante senza
cattedra, un amore finito alle spalle, un padre di cui non sa neppure il
nome e a cui spedisce regolarmente cartoline senza destinatario presso
l’albergo di Nizza in cui lui è stato concepito, quattro soldi risparmiati che
gli permettono di prendere in affitto una mansardina per pochi mesi. Vuole
provarci, si è inventato un lavoro, affigge avvisi in cui si pubblicizza- farà il biblioterapeuta. Perché Vince ha una
passione: i libri. E una memoria
eccezionale, per trame, personaggi, dettagli di ogni genere.
Non si può dire che i pazienti si affollino su per le scale e facciano
la coda alla sua porta. Sono solo donne
che vanno da lui (sono più credulone le donne? o è perché le donne leggono più
degli uomini?) e, se possiamo generalizzare, diciamo che sono tutte un po’
strambe, quasi che sia necessario essere disperati o fuori di testa per fidarsi
di una terapia che si basa solo sui libri.
Vince
non lo sa, ma c’è un’altra appassionata
lettrice nel suo condominio, una donna non più giovane che incontra per due
volte sulle scale. Ad un certo punto questa donna scompare e il professore biblioterapeuta si trasforma in investigatore, perché è vero che è
stato trovato un corpo femminile sfigurato dall’acqua del Tevere, è vero che
c’è stato un funerale, ma la donna ha lasciato tracce sottili come pagine di
vecchi libri- una lista di libri letti,
di libri da restituire in biblioteca, ma c’è anche qualcosa che stride e
non torna e solo un grande lettore come Vince può dipanare il filo di Arianna.
Ci vuole Vince con la sua cultura e il suo bagaglio di letture per ricostruire
il puzzle, per seguire la scia come
quella dei sassolini di Hänsel e Gretel, come in una caccia al tesoro in cui un messaggio con una citazione rimanda ad un altro e poi ad un altro ancora, se si è
capaci di interpretarli. Fino alla soluzione del mistero.
E’ un piacere leggere il romanzo di Stassi. Noi lettori ci troviamo
nella stessa posizione di Vince- mentre lui
insegue le allusioni letterarie della donna scomparsa, noi inseguiamo quelle di Vince, e il tutto è molto intrigante.
Siamo deliziati da tutti questi rimandi a libri, sia che li conosciamo o no
(anzi, questi ultimi ci incuriosiscono di più), ad iniziare dal nome della
strada in cui Vince ha affittato il suo alloggio: dove potrebbe essere se non nella via Merulana del “Pasticciaccio” di
Gadda?
Non godiamo solo dei libri e dei personaggi che Fabio Stassi fa rivivere
nelle sue pagine. Vince Corso (ce la farà o non ce la farà a mantenersi con la
professione di biblioterapeuta?) è anche appassionato di musica, soprattutto francese: i versi delle canzoni che ama
punteggiano tutta la narrazione, una bella colonna sonora. Se fallisce con i
libri, Vince potrebbe anche fare il musicoterapeuta.
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