cento sfumature di giallo
fresco di lettura
Ben Pastor, "La strada per Itaca”
Ed. Sellerio, trad. Luigi
Sanvito, pagg. 493, Euro 12,75
Titolo originale: The Road to Ithaca
“Ormai non può far male a
nessuno. Il sergente maggiore Cowell ha raccontato di avere visto paracadutisti
tedeschi entrare in una villa e uccidervi gli abitanti. Ieri mattina, mentre
era ancora lucido, mi ha chiesto di preparare una versione scritta della sua
testimonianza”.
Creta. Giugno 1941. Non è neppure un mese
da che i tedeschi, con la fulminea “Operazione Mercurio”, hanno conquistato
quest’isola dalla posizione strategica così importante. Tanto importante da
averla resa protagonista di una storia travagliata di occupazioni- dai
veneziani nel 1200 agli ottomani nel 1600, agli egiziani nel 1800, e poi ancora
sotto dominio turco fino ad essere assegnata alla Grecia con il Trattato di
Londra del 1913. E il tessuto sociale dell’isola rispecchia le varie genti che
vi hanno vissuto, serpeggiano ancora rancori e odi, si parlano o si intendono
molte lingue.
Martin Bora, l’ormai mitico protagonista
della serie di romanzi di Ben Pastor, arriva a Creta da Mosca, dove lavora
all’ambasciata. Ha un incarico ben strano: deve procurare delle casse di vino
cretese per Lavrentij Berija, il temutissimo capo della polizia segreta dell’Unione
Sovietica. Ancorché strano, un ordine di Berija non si discute. E tuttavia, con
il poco tempo a disposizione che ha, a Martin viene affidato subito un caso da
risolvere. Cinque civili sono stati uccisi in una villa. Uno di loro, un tal
Villiger, era svizzero e faceva parte dell’associazione Ahnenerbe di Himmler:
si occupava di ricerche sulla storia antropologica e culturale della razza
ariana. Himmler è un buon rivale di Berija quando si tocca qualcuno dei suoi,
sarà bene appurare la verità visto che esistono delle fotografie, scattate da
un sottufficiale inglese (ora in fuga o prigioniero), sulla strage. Mostrano
dei paracadutisti tedeschi mentre entrano dal cancello della villa. Le armi usate
sono certamente tedesche- lo provano i bossoli trovati sul posto. Due stranezze
senza spiegazione: poco lontano sono stati trovati anche i corpi di due soldati
inglesi e quello di un cane.
Martin Bora si trova davanti ad un tipo di
crimine nei confronti del quale la sua coscienza etica si va facendo più
sensibile. Ha solo ventisette anni, Martin, ma ha già alle spalle la guerra in
Spagna e l’invasione della Polonia. Sa che fra tre settimane prenderà parte a
quella che in codice è chiamata Operazione Barbarossa, è abbastanza giovane ed
entusiasta da non vedere l’ora di combattere, rimugina ancora sulla vergogna
della Germania, sulle umiliazioni subite dopo la Grande Guerra, continua a
credere in una patria che debba riacquistare il suo onore. Ha solo intravvisto
in Polonia alcune delle atrocità che- noi lo sappiamo, avendo già letto i
romanzi precedenti ambientati però in un tempo seguente- lo faranno inorridire,
lo costringeranno a fare delle scelte, ad esaminare se stesso e a decidere a
chi vada in primis la sua fedeltà: al
suo paese e non al Führer.
Ma sono davvero i paracadutisti tedeschi i colpevoli di questa strage? Il luogo
in cui sono stati fotografati, l’ora, le armi, parrebbero incriminarli. La
violenza gratuita contro dei civili non è neppure inusuale, purtroppo. Eppure
ci sono dei dettagli che non convincono Martin.
Palazzo di Cnosso |
“La strada per Itaca” è un capitolo da non perdere nella serie dell’eroe creato in parte sull’immagine del conte von Stauffenberg (l’ufficiale che ebbe un ruolo di primo piano nella programmazione e nell’esecuzione dell’attentato a Hitler del 20 luglio 1944), sia per chi legge i romanzi di Ben Pastor per il fascino del personaggio, sia per chi ama trovare la Storia dietro la finzione narrativa.
la recensione è stata pubblicata su www.wuz.it
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