venerdì 17 ottobre 2014

Roberto Ampuero, "Bolero all'Avana" ed. 2003

                                                          Voci da mondi diversi. America Latina
                                                          cento sfumature di giallo
il libro ritrovato


Roberto Ampuero, "Bolero all'Avana"
Ed. Garzanti, trad.Stefania Cherchi,  pagg.321, Euro 13,50

Cayetano Brulé, il protagonista del romanzo "Bolero all'Avana" dello scrittore cileno Roberto Ampuero, non è un ispettore di polizia, ma un detective quasi per caso, giusto perché, mentre lavora in un'officina, gli viene in mente che ha preso un diploma per fare il detective e potrebbe tentare questa carriera. Il suo ufficio è nella mansarda di un edificio nel centro storico di Valparaíso e quando piove- e piove spesso d'inverno a Valparaíso- l'acqua gocciola dal soffitto. Il giapponese Suzuki, l'aiutante di Cayetano, non è certamente un brillante specialista del mestiere visto che gestisce un baracchino di fritture. Quindi l'indagine che viene affidata a Cayetano, tramite un biglietto aereo con l'indicazione di recarsi a L'Avana, è un vero colpo di fortuna. Cinquemila dollari di anticipo per scoprire chi è sulle tracce del cantante di bolero Plácido del Rosal che si è ritrovato una quantità enorme di banconote dentro la valigia dopo aver sostato in un albergo di Miami. Perché è chiaro che c'è stato un errore. La trama gialla si gioca tra Cuba e la Florida, tra Cile e gli altri stati del Corno del Sud, coinvolgendo mafiosi (un Capo mai nominato e uno Svizzero killer) e deputati corrotti, una bella ballerina che andrebbe a letto con chiunque pur di riuscire ad andarsene da Cuba e un pittore opposto al regime. Feroci regolamenti di conti e un finale amaro perché chi copre certi incarichi non si farà mai trovare colpevole. Niente di particolarmente nuovo nell'intreccio, dunque.

Nuova è l'atmosfera tra la malinconia della pioggia o l'aria grigia di nebbia di Valparaíso e i colori e i profumi di Cuba, tra la durezza della vita in Cile dove Pinochet ha preso il potere dopo anni di scontri di piazza, con un colpo di stato che ha lasciato una scia di morti e scomparsi, e quella in Cuba, dove Fidel è chiamato "el caballo" e i "balseros" sono quelli che si costruiscono di nascosto delle imbarcazioni per fuggire a Miami, e sempre, sullo sfondo, la musica che è vita nei Caraibi, i bolero cantati da Plácido del Rosal con le parole di amore eterno e gelosia e passione che servono da introduzione ai capitoli in cui è lui il protagonista, patetico cantante minacciato dai killer che rischia la vita per la giovane Paloma. E poi Cayetano Brulé, l'uomo dai baffoni neri alla Pancho Villa, miope come una talpa (impossibile non sorridere di un detective che non vede più niente quando gli saltano gli occhiali dal naso), goffo nei pantaloni che gli tirano sulle cuciture, eterno esule che ha lasciato Cuba con i genitori prima che Fidel prendesse il potere, ha visto sbarcare in Florida gli ex compatrioti in fuga dai barbudos, si è trasferito in Cile per amore di una borghese rivoluzionaria che poi lo ha piantato e ora si consola tra le braccia accoglienti della sua voluminosa amante. Ci fa piacere sapere che è in corso di traduzione il giallo precedente della serie che ha per protagonista Cayetano, "Chi ha ucciso Cristián Kustermann?", vincitore del Premio Novela "El Mercurio".

la recensione è stata pubblicata su www.stradanove.net






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