vento del Nord
cento sfumature di giallo
Gunnar Staalasen, “Tuo fino alla morte”
Ed. Iperborea, trad. Danielle
Braun, pagg. 314, Euro 16,50
Non gli ha fatto certo un bel regalo suo
padre, chiamandolo di nome Varg, quando di cognome faceva Veum. Perché in
questo modo, ogni volta che si presenta suscita la perplessità di chi gli sta
di fronte: Varg Veum come ‘lupo solitario’? ebbene sì, e il nome si addice a
questo investigatore privato trentacinquenne che ha lavorato in passato come
assistente sociale. Separato dalla moglie, con un figlio piccolo che ormai vede
di rado, una tendenza a bere troppo e ad innamorarsi facilmente.
“Tuo fino alla morte”, secondo romanzo
della serie pubblicata da Iperborea che ha Varg Veum come protagonista,
incomincia con il cliente più improbabile che si affaccia sulla porta
dell’ufficio di Varg: un bambino biondo di otto anni. Gli hanno rubato la
bicicletta, sa chi è stato: il giovane Joker con la sua banda di teppistelli
che la fanno da padroni negli spazi comuni dei condomini dove Roar abita con la
mamma. Il papà li ha lasciati per andare con un’altra donna, Roar non vuole che
la mamma sappia del furto: Joker e i suoi amici hanno fatto brutte cose ad
un’altra mamma che era andata a reclamare la bici del figlio. Da questo atto di
delinquenza minorile si sviluppa la trama che mette in gioco Varg, ora che ha
fatto conoscenza della bella mamma di Roar. Perché Varg si trova lì, nel buio
fuori del palazzo (e sta parlando con Joker), quando assiste ad una parte di
una drammatica scena: Wenche si affaccia alla ringhiera del terrazzo e chiama
aiuto. Il suo ex marito giace a terra nell’ingresso della sua casa in un lago
di sangue. Lei ha in mano un coltello, dice di averlo estratto dal corpo di lui
per una reazione istintiva. E’ confusa, sembra non capire che cosa sia successo,
era scesa in cantina a prendere della marmellata, lo ha trovato lì morto
ammazzato.
Staalasen con l'attore che impersona Varg Veum |
I romanzi di Staalasen che abbiamo letto
finora hanno qualcosa che li differenzia dagli altri thriller- un marcato
interesse verso giovani problematici e gli sconvolgimenti famigliari che li
hanno portati a comportamenti violenti, o prepotenti, o intimidatori. C’è
sempre, in entrambi i libri letti, un interesse per i pensieri dei personaggi
più che per le azioni che ne sono il risultato. Così, in “Tuo fino alla morte”,
Varg Veum ascolta con pazienza le confidenze di Wenche, la ‘sua’ versione dei
fatti che hanno portato alla separazione dal marito (e le crede, simpatizzando
con lei, innamorandosi un poco di lei, fantasticando su di un bacio scambiato).
Poi, con la stessa disponibilità ascolta, una bottiglia di birra dopo l’altra,
quanto gli dice l’ex marito di lei, nell’unico incontro che hanno, prima della
morte di lui. Simpatizza anche con lui, anzi, si immedesima totalmente: Varg ha
visto la donna che ha sostituito la moglie nel suo cuore e capisce.
Compaiono poi sulla scena altri
personaggi- l’ambiguo capo di Wenche (possibile che l’algida Wenche andasse a
letto con lui?), il marito ignaro dell’amante dell’uomo assassinato. La polizia
è certa che sia stata Wenche a uccidere al marito, tutte le prove sono contro
di lei, ma non potrebbe essere stato qualcun altro? Poi anche Joker muore
accoltellato…
A tratti ci sembra che lo scorrere del
romanzo sia un po’ lento, a tratti ci pare che il comportamento di Varg sia un
po’ troppo gigionesco e che le sue battute siano quello che ci si aspetta da
lui e quasi forzate, a volte ci pare che Varg sia troppo adolescenziale nei
suoi facili e plurimi innamoramenti, ma è simpatico, ci conquista. E anche
questo romanzo di Staalesen è una piacevole lettura diversa.
la recensione è stata pubblicata su www.stradanove.net
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