Voci da mondi diversi. Russia
satira
FRESCO DI LETTURA
Andrei Kurkov, “Picnic sul ghiaccio”
Ed. Keller, trad. Rosa Mauro,
pagg. 256, Euro 17,00
Inizi del secondo millennio. L’Unione Sovietica si è appena dissolta
nello stupore e nella confusione generale.
Siamo a Kiev. Il quarantenne Viktor sembra aver accumulato catastrofi:
la fidanzata lo ha lasciato, lui è un aspirante scrittore senza lavoro, in più
si è accollato (per disperazione?) la compagnia di un pinguino affidatogli
dallo zoo cittadino che ormai non ha i mezzi per nutrire tutti gli animali.
All’improvviso un colpo di fortuna. Il direttore di un giornale gli affida il
compito di redigere dei ‘coccodrilli’, di preparare i necrologi per persone che
sono ancora vive e vegete, scegliendole a caso tra i vip frequentemente
nominati sulle pagine dei giornali. La paga è ottima, Viktor si mette all’opera
e all’inizio il lavoro gli piace e lo incuriosisce. Sfoga le sue velleità
letterarie scrivendo dei pezzi succosi, ricchi di dettagli, sconfinando anche
in riflessioni filosofiche-metafisiche. Poi qualcosa cambia. Alla libera scelta
dei soggetti dei ‘coccodrilli’ si sostituisce l’indicazione più precisa fornita
dal direttore che fa recapitare a Viktor dei dossier esaustivi su persone ai
vertici in ambienti e occupazioni diverse. Qualcos’altro ancora, che dapprima
non insospettisce Viktor: muore (suicidio?) la persona per cui aveva scritto il
suo primo necrologio. Viktor dovrebbe essere contento, no? Anche se i pezzi non
portano la sua firma (meglio così, aveva detto il direttore), non desiderava
forse di essere letto? E poi capita a tutti di morire. Tuttavia, ad un certo
punto, i morti che hanno il necrologio già pronto aumentano in maniera
vertiginosa.
Non ho ancora detto nulla di Misha, il
pinguino triste che non si trova a suo agio nel clima (quello vero e non
metaforico) di Kiev. Misha diventa, in un certo senso, l’alter ego di Viktor
che si mette in contatto con il pinguinologo che lavorava allo zoo e si
prendeva cura di lui, per saperne di più, dei pinguini, per poter rendere più
felice Misha. Il vecchio pinguinologo è un relitto del passato- lui, la sua
casa con i mobili antiquati, le fotografie appese al muro che devono risalire
agli anni ‘70, sono la memoria di un tempo che non esiste più e che suscita
qualche rimpianto. E questa non è l’unica nuova presenza nella vita solitaria
di Viktor. Come conseguenza indiretta dei ‘coccodrilli’, una bambina, Sonja,
viene affidata a tempo indeterminato a Viktor, e poi arriverà l’amicizia con un
poliziotto e il quasi-amore per la baby-sitter di Sonja. Adesso potrebbero
anche essere l’immagine di una famigliola felice, anche se così scombinata-
Viktor, una ragazza giovane, una bambina e un pinguino.
E’ leggero, gustoso, affilato, divertente,
il romanzo di Andrei Kurkov. Non saprei se definirlo noir o satira politica ma,
con uno stile in equilibrio tra realtà e grottesco, con qualcosa di surreale,
Andrei Kurkov dipinge il quadro di una situazione così nuova per un ex stato
dell’ex Unione Sovietica che il protagonista ingenuo quanto uno sconcertato
pinguino lontano dalla sua Antartide non riesce a capire e tanto meno ad
immaginare. Quando i morti aumentano, quando, misteriosamente e ripetutamente,
qualcuno riesce ad entrare di notte a casa sua per lasciargli messaggi, quando il
direttore gli consiglia di allontanarsi da Kiev per qualche giorno (e Viktor,
Sonja e pinguino trovano rifugio nella dacia del poliziotto), quando la
presenza di Misha è richiesta (a suon di dollari in contanti) a dei funerali,
Viktor chiude occhi ed orecchi, acconsente, accetta, va avanti come se niente
fosse continuando nelle sue piccole azioni di bontà- prendersi cura del
pinguinologo ammalato di tumore, badare alla bambina e a Misha. Finché tutto
diventa impossibile, nel finale che non vi rivelo ma che fa dire a Viktor,
“sono io il pinguino!”. Perché? Che cosa è successo, ancora?
Leggete “Picnic sul ghiaccio”. Vi
divertirete, masticando amaro.
per contattarmi: picconem@yahoo.com
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