giovedì 23 ottobre 2025

Bernhard Schlink, “Il tempo che resta” ed. 2025

                                          Voci da mondi diversi. Germania

 


Bernhard Schlink, “Il tempo che resta”

Ed. Neri Pozza, trad. Susanne Kolb, pagg. 192, Euro 19,00

    Martin ha 76 anni. È un giurista in pensione, ha una moglie giovane e un figlio di sei anni. Conosce da sempre il medico che, dopo un check-up di routine perché si sentiva stanco, gli dice che ha un tumore al pancreas. Se è fortunato, ha davanti al massimo sei mesi di vita. Se è fortunato, avrà un lungo periodo in cui forse si sentirà sempre più stanco prima che incomincino i dolori. E allora bisognerà decidere se farsi ricoverare in un hospice o cercare assistenza per gestire la situazione da casa.

      Tutti sappiamo di dover morire, ma è il pensiero di Ulla e di David che rende difficile a Martin accettare l’inevitabile. Soprattutto quello di David- come preparare un bambino alla morte del padre? Che cosa lasciargli di sé? Quali ricordi? E sì, forse è vanità, ma Martin vuole essere ricordato, non vuole che la sua vita scompaia nel nulla.


     Inizia così il conto alla rovescia, settimane e giorni in cui Martin si illude che ci sia stato un errore nella diagnosi, magari perfino uno scambio di esiti delle analisi, per ricredersi, poi, dopo episodi di forte malessere. E Martin osserva dettagli a cui non aveva fatto caso- David che non vuole più dargli la mano andando all’asilo, David che forse si vergogna di avere un padre che sembra un nonno, Ulla che, pur essendo sempre molto affettuosa e sollecita, ha più impegni del solito nella sua galleria d’arte, che gli rimprovera di non aver mai creduto nelle sue capacità artistiche.

La scelta delle ‘ultime’ cose da fare per l’ultima volta non è facile- ritornare in un ristorante, andare sulle montagne russe, restare in automobile durante l’autolavaggio, fare una camminata di due giorni nei boschi con David, e poi quel programma di accumulare il compost con David, tanto criticato da Ulla.


   È con grande sensibilità e con empatia che Bernhard Schlink affronta il tema della morte, della difficoltà dei rapporti di coppia quando c’è una forte differenza di età, della felicità venata di malinconia di avere un figlio che- si sa, è la legge della vita- resterà senza padre. E il suo protagonista, che per tanti versi ci fa pensare allo scrittore stesso con cui condivide ricordi del passato che già sono affiorati in altri romanzi, è un uomo generoso che riesce a sconfiggere la gelosia,  che si adopera per risolvere un doloroso segreto che ha afflitto la moglie da sempre e che deve aver influenzato i suoi rapporti con gli uomini.

     Il libro- e la vita di Martin Brehms- finiscono in un’atmosfera di dolce tristezza, il dolore non viene edulcorato, viene affrontato con il coraggio di chi sa di aver vissuto pienamente e che si prepara a quello che non si può evitare.



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