Voci da mondi diversi. Africa
romanzo di formazione
Abi Daré, “La ladra di parole”
Ed.
Nord, trad. Elisa Banfi, pagg. 368, Euro 18,00
Forse è bene indugiare un momento sul
prologo del romanzo di Abi Daré, per comprendere appieno la vicenda della
“Ragazza con la voce squillante”, come dice il titolo in originale. Il prologo
è tratto da “Il libro dei fatti: Nigeria tra passato e presente” (edizione
2014), un libro che Adunni, la giovane protagonista, scopre e consulta nella
libreria della casa dove presta servizio. Estratti del libro saranno citati
all’inizio dei capitoli, dati di fatto con cifre sconvolgenti che mettono a
nudo la realtà del paese. Nel prologo veniamo a sapere che la Nigeria è la
settima nazione più popolosa del mondo, che un africano su sette è nigeriano,
che la Nigeria è anche la nazione più ricca dell’Africa ma che più di 100
milioni di nigeriani vivono con meno di un dollaro al giorno. Sconvolgente,
l’ho detto, come gran parte della storia che leggeremo, pur con elementi che
abbiamo già trovato, purtroppo, in altre storie ambientate in altre parti del
mondo.
In un villaggio nigeriano la quattordicenne Adunni viene venduta (impossibile dire ‘viene data in sposa’) ad un uomo anziano che ha già due mogli, nessuna delle quali, però, gli ha dato un figlio maschio. Suo padre ha bisogno di soldi, è in arretrato sull’affitto, il prezzo pagato per Adunni risolverà i suoi problemi. Possiamo immaginare come questa bambina viva l’esperienza di un matrimonio con uomo che, prima di accostarsi a lei senza alcun riguardo, beve un liquore che dovrebbe aumentare la sua virilità. E per fortuna la più giovane delle due mogli la prende sotto la sua ala, le dà consigli su come evitare una gravidanza, diventa come una seconda madre per Adunni che ha perso la mamma troppo presto.
Ma…Adunni si trova a dover fuggire, finirà a Lagos dove- lei non lo sa- viene venduta una seconda volta. Diventerà la schiavetta tuttofare in casa di una donna ricchissima che la picchia per qualunque sbaglio o parola detta nel momento sbagliato. Non solo. Come possiamo aspettarci, il padrone di casa, un donnaiolo ubriacone, la insidia, come ha fatto con tutte le altre ragazze che hanno preceduto Adunni. Ancora per fortuna, Adunni trova non uno, ma due angeli custodi che la aiutano. E infine si avvera quel ‘domani sarà meglio’ che Adunni spesso si ripete e che suona come il ‘domani è un altro giorno’ di Rossella O’Hara. Questa ragazzina resiliente e coraggiosa realizzerà il suo sogno, di parlare a voce alta per essere intesa da tutti, a nome di tutte le bambine e le donne inesistenti, senza valore, vittimizzate.
È vero, la vicenda di Adunni non pare
nuova, da Dickens in poi abbiamo letto e riletto storie di bambini maltrattati
e schiavizzati, di bambine vendute nel commercio del sesso, anche se camuffato
come matrimonio, o che si devono difendere da approcci sgradevoli. Ma il
contesto della storia di Adunni è diverso, i fatti crudi, estrapolati dal libro
che lei consulta e che l’aiuta ad acquistare una maggiore consapevolezza, aprono
il sipario sull’arretratezza di un paese con un Pil di quasi 600 miliardi di
dollari, la lingua usata- in originale un inglese farcito da errori
grammaticali e la traduttrice è stata bravissima nel renderlo in italiano-
diventa parte integrante del processo di formazione e di miglioramento di
Adunni, la simpatia che suscita il personaggio con la sua arguzia,
l’incoraggiamento alle donne perché prendano in mano la loro vita- tutto questo
rende il romanzo di Abi Daré una lettura coinvolgente e molto piacevole, un mix
di realismo e feuilleton africano.
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