Un anno orrendo. Resterà nella memoria come annus horribilis. Ricorderemo per sempre che era il 2020. Forse la cupezza di quest’anno ha influito anche sui libri pubblicati. O forse ha influito su di me che li leggevo e non li trovavo mai abbastanza belli. O forse alcuni libri bellissimi mi sono sfuggiti. Perché, per la prima volta, non ho trovato 10 titoli di libri bellissimi tra i 141 letti durante l’anno- specifico il numero perché non sembri che ne ho scelto dieci su venti. E, per la prima volta, non seguirò l’ordine alfabetico per elencarli, perché il libro che indicherò per primo si distanzia dagli altri e ha un posto a sé nella lista, occupando anche quello del secondo e del terzo.
Come ogni anno sottolineo che,
naturalmente, è una scelta che riflette il mio gusto personale e non vuole
togliere nulla ad altri libri che non ho considerato e che non ho usato la
bilancia dell’orefice per soppesare il grado di bellezza.
1- 1 Nino
Haratishvili, “L’ottava vita” Ed.
Marsilio
2-
2
3-
3
4- Kiran Millwood Hargrave, “Vardø.
Dopo la tempesta” Ed. Neri Pozza
5 Kader Abdolah, “Il sentiero delle babbucce
gialle” Ed. Iperborea
6 Daniel Mason, “Soldato d’inverno” Ed. Neri Pozza
7 Nogami Yaeko, “Hideyoshi e Rikyu. Il Signore della guerra e il maestro del tè”
Ed.
ObarraO
8 Elizabeth Strout, “Olive, ancora
lei” Ed. Einaudi
9 Uwe Timm, “La scoperta della
currywurst” Ed. Sellerio
10 Sandro Veronesi, “Il colibrì” Ed. La Nave di Teseo
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