Voci da mondi diversi. Francia
la Storia nel romanzo
Victor Segalen, “Il figlio del cielo”
Ed. ObarraO, trad. A. Giarda, pagg.
216, Euro 16,00
Guangxu, penultimo imperatore cinese. Aveva 37 anni quando morì- avvelenamento?
morte naturale? La zia, la vecchia Imperatrice Cixi che lo aveva adottato e che
morì un giorno dopo di lui, era stata fortemente contraria alle sue riforme e
forse non voleva andarsene lasciando a lui il trono. Gli sarebbe succeduto Pu
Yi, il bambino di due anni che tutti ricordiamo per averlo visto nel film di Bertolucci.
E’ Guangxu il protagonista del romanzo “Il figlio del cielo” di Victor Segalen,
personaggio straordinario perché non solo scrittore, ma anche poeta,
archeologo, critico d’arte, medico, esperto della Cina per averci vissuto molti
anni studiando reperti archeologici della dinastia Han.
Quando Victor Segalen morì, aveva in mano una copia di “Amleto”, e, se il
suo Figlio del Cielo assomiglia a qualcuno, è proprio ad Amleto, figura
dilaniata da incertezze e malinconie. Segalen ha scelto un genere inusuale per
parlarci di Guangxu, quello degli Annali
- non un libro che scorre come un
romanzo storico, non un trattato di Storia, ma una sorta di cronaca che finisce
per sembrare un diario, una visione dei fatti dall’esterno che a volte sembra
essere, invece, una confessione, intramezzata com’è da poesie dell’Imperatore
con il controcanto del commento e dell’interpretazione dell’annalista che, volutamente, non è esplicito, volutamente, ci conduce su una falsa
pista. Perché Guangxu non è un comune mortale e non può avere i sentimenti
degli esseri comuni- è il Figlio del Cielo, è il Cielo che gli dà il diritto di
governare. Il regno di Guangxu durò a lungo- dal 1875 (aveva solo 4 anni) al
1908-, ma fu in realtà molto più breve, dal 1889 al 1898- anno in cui, dopo
aver instaurato la Riforma dei Cento
Giorni che includeva pure la fondazione dell’Università di Pechino, la
costruzione di una linea ferroviaria, l’inaugurazione di una borsa finanziaria,
fu prelevato (per ordine della Imperatrice Cixi) dalla sala della Città
Proibita dove stava celebrando i riti religiosi del giorno e confinato
nell’isola in mezzo al lago, sempre all’interno della Città Proibita. La
solitudine e la tristezza degli anni che gli restano è straziante.
Il Guangxu che balza fuori dai
presunti Annali di Segalen (annotazioni brevi e concise eppure
straordinariamente ricche di dettagli significativi, a volte tutti da
interpretare, leggendo tra le righe) è un giovane uomo intelligente, colto e
curioso. Gunagxu non si limita a vivere nel suo piccolo mondo della Città
Proibita. Guangxu vuole sapere che cosa sta avvenendo fuori dalle mura di
quegli edifici con i tetti a forma di becco d’oca, fuori nelle strade di
Pechino, fuori nei paesi da cui vengono quegli stranieri con il naso grosso e
ispide barbe. Gli interessa. È lungimirante e capisce l’importanza delle cose
nuove e straordinarie di cui sente parlare. E, nonostante la sua timidezza, scontrandosi
consapevolmente con l’opposizione della Vecchia Imperatrice, dà atto alle
Riforme. Guangxu ubbidisce disobbedendo- in tutto. Anche in amore.
Sposa la
donna che viene scelta per lui e poi la vede pochissimo. Boicotta le concubine
che gli vengono imposte. E ama la fanciulla che non riuscirà a salvare, quando
abbandona la Città Proibita sotto l’urto dell’attacco degli stranieri. O forse
qualcuno avrà impedito che si salvasse, per togliergliela dal cuore. E la
ragazza morirà in un pozzo, nell’acqua come Ofelia- si è gettata? L’hanno
gettata?
Victor Segalen ha dovuto comprimere gli eventi di quegli anni e quella
che leggiamo è una storia abbreviata, ancora più densa e pregnante per questo.
E la maestria dello scrittore si rivela nell’aver saputo ricreare lo stile
enigmatico del presunto annalista cinese, che dice nel linguaggio ufficiale,
che ci invita a leggere quello che non può dirci. Un libro molto bello, da
leggere.
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la recensione sarà pubblicata su www.stradanove.it
Ma è un racconto prevalentemente di fantasia o è basato su fonti storiche?
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